mercoledì 22 febbraio 2012

Tutto sul "Canone Rai"

Dopo le notizie di ieri, cerchiamo di fare chiarezza su cosa sia il cosiddetto "Canone Rai".La Rai richiede il pagamento di un canone, che è diventata "imposta", in base a un pronunciamento della Corte Costituzionale; riferendosi a un regio decreto del 1938 (abrogato nel marzo 2010 dal cosiddetto Decreto "Taglia-Leggi" di Calderoli).

Il decreto del 1938 dice:
"Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto"
Da notare, in riferimento alla frase "apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni", che ovviamente al tempo non esistevano pc e dispositivi mobile e non esistevano segnali criptati.

La sentenza n. 284 della Corte costituzionale del 26 giugno 2002 sancisce che non si tratta più di un canone di abbonamento al servizio, ma di una "imposta":
"Benché all’origine apparisse configurato come corrispettivo dovuto dagli utenti del servizio [...] ha da tempo assunto, nella legislazione, natura di prestazione tributaria, fondata sulla legge [...] E se in un primo tempo sembrava prevalere la configurazione del canone come tassa, collegata alla fruizione del servizio, in seguito lo si è piuttosto riconosciuto come imposta"
Il 20 novembre 2007, con Sentenza n. 24010, la Corte di Cassazione ha precisato ancora:
"Non trova la sua ragione nell'esistenza di uno specifico rapporto contrattuale che leghi il contribuente, da un lato, e l'Ente Rai, che gestisce il servizio pubblico radiotelevisivo, dall'altro, ma costituisce una prestazione tributaria, fondata sulla legge, non commisurata alla possibilità effettiva di usufruire del servizio de quo"
Quindi l'imponibilità dipende solo dalla detenzione di un apparecchio, indipendentemente dal fatto che i programmi rai vengano ricevuti o guardati. Parlo di detenzione e non di possesso, perché l'imposta va pagata anche se non si è proprietari dell'apparecchio che si ha in casa.

martedì 21 febbraio 2012

Canone Rai. Va pagato o no per i pc?

Grande bufera sulla notizia che la Rai avrebbe richiesto il pagamento del canone non solo per il possesso di televisori, ma di qualsiasi apparecchio atto a ricevere il segnale radiotelevisivo.
Tutti gli internauti sul piede di guerra, hanno scatenato un putiferio su Twitter, già scansalizzati all'idea di dovere pagare il canone per il possesso di un pc, tablet o smartphone.

Ma attenzione, non facciamoci prendere dal panico e approfondiamo la notizia:
Il canone ordinario si paga solo per il possesso di un televisore. Quello a cui si riferiva la Rai è il cosiddetto canone speciale, cioè quello dovuto da imprese, società ed enti (quindi fuori dall'ambito familiare) nel caso in cui i computer siano utilizzati come televisori (digital signage).

"La Rai non ha mai richiesto il pagamento del canone per il mero possesso di un personal computer -  ha infatti precisato Rai dopo un confronto con il ministero dello Sviluppo - La lettera inviata dalla Direzione abbonamenti Rai si riferisce al canone speciale dovuto nel caso in cui i computer siano utilizzati come televisori, fermo restando che il canone speciale non va corrisposto nel caso in cui tali imprese, società ed enti abbiano già pagato per il possesso di uno o più tv".

Che sia una precisazione o un dietrofront con la coda tra le gambe?
L'importante è che la questione sia stata chiarita.
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