mercoledì 3 dicembre 2014

Caminetto romantico? Si ma anche tanto inquinante

Dal 2015 niente caminetti accesi a Parigi. Lo prevede la nuova legge anti-inquinamento che entra in vigore il primo gennaio. Secondo la Direzione regionale dell'ambiente e dell'energia (Driee), infatti, il fumo dei caminetti inquina almeno quanto il gas di scarico dei motori diesel.
"E' una questione sanitaria centrale. - spiega il Driee - Il riscaldamento a legna contribuisce fino al 23% delle emissioni totali di polveri fini nella regione di Parigi. Cioè tanto quanto gli scarichi dei veicoli a motore". Viene precisato che un caminetto acceso per mezza giornata emette cioè la stessa quantità di polveri fini di un'automobile che percorre 3500 km.
I medici sono d'accordo nel dire che respirare il fumo del caminetto non fa bene alla salute e che si possono favorire asma e bronchiti croniche.
Il divieto riguarderà circa 125mila famiglia che abitano a Parigi e in 435 comuni della regione Ile-de-France in una zona definita "sensibile per la qualità dell'aria". Anche altre regioni in Francia potrebbero allinearsi alla decisione di Parigi, che segue a sua volta l'esempio di altre capitali europee, come Londra. I soli caminetti consentiti dal 2015 saranno dunque quelli non aperti, ma confinati in appositi recinti chiusi a norma di sicurezza e a prova di inquinamento, sia nei saloni di casa sia dai caminetti sui tetti. (fonte Risorse naturali)

venerdì 28 novembre 2014

Bimbo rapito dagli zingari? Il papà aveva inventato tutto

Alex Giarrizzo, il padre di Borgaro Torinese che aveva denunciato il rapimento del suo bambino di 3 anni da aprte di un rom, ha confessato di essersi inventato tutto. Lo hanno riferito i carabinieri del Comando Provinciale di Torino. L'uomo, portato in caserma, è stato messo alle strette e ha confessato di essersi inventato tutto. Aveva denunciato di aver visto un rom portare via il suo bambino, di averlo inseguito e di avergli dato un pugno, liberando il bambino.
“Si era perso alla festa - ha confessato alla fine Giarrizzo - ho avuto paura che mi togliessero la patria potestà”: ora è accusato di calunnia.

La storia che i rom rapiscano i bambini è una leggenda metropolitana trita e ritrita alimentata dal pregiudizio e dal razzism.

Sono i parenti, i pedofili, gli amici di famiglia ma non i nomadi a rubare i bambini. lo aveva anche confermato una ricerca commissionata dalla Fondazione Migrantes (Cei) al Dipartimento di psicologia e antropologia culturale dell'università di Verona sui presunti tentati rapimenti addebitati ai rom dal 1986 al 2007. Dei 40 casi presi in esame, nessuna sparizione era da addebitare a nomadi.

lunedì 24 novembre 2014

Il social housing e l'investimento di CDP

Che cos'è il social housing?
Diciamo che si colloca a metà tra l’edilizia popolare e le proprietà private vendute o affittate a prezzo di mercato. L’obbiettivo principale di questa edilizia sociale è fornire alloggi con buoni o ottimi standard di qualità, a canone calmierato, per chi supera le soglie di accesso all’edilizia popolare ma non ha abbastanza risorse economiche per far fronte ai prezzi di mercato.
Inoltre, il social housing è caratterizzato da progetti di tipo sociale che hanno lo scopo di far nascere comunità e sviluppare l’integrazione, come ad esempio l’utilizzo di spazi e servizi comuni tra gli abitanti.
Il più grande investitore in Italia nel campo del social housing è Cassa depositi e prestiti (CDP), la società per azioni a controllo pubblico che gestisce il risparmio postale nazionale (buoni fruttiferi e libretti postali, per intenderci).
Con la creazione di un fondo da 2 miliardi di euro, CDP fornisce abitazioni a canoni calmierati per famiglie monoreddito, giovani coppie, lavoratori precari, anziani, ragazze madri e padri separati.
Sono 1800 le abitazioni consegnate finora e sono state deliberate risorse che consentiranno di realizzarne altre 12.500, di cui 1.500 entro il 2015.
Le strutture sono tutte di elevata classe energetica, garantendo così un ulteriore risparmio per gli inquilini.

Cassa depositi e prestiti: L'Italia che investe nell'Italia
Immagine dal sito "L'Italia che investe nell'Italia"


lunedì 17 novembre 2014

I pregiudizi sull'immigrazione

Letta qualche giorno fa su Leggo.it, mi è sembrata interessante da condividere qui: a quanto pare l'italiano medio vede le cose diverse (peggiori?!?) della realtà:

"Secondo i numeri dello studio Ipsos Mori, eseguito nel Regno Unito, l'Italia è il Paese più ignorante d'Europa, cioè 'ignora' la dimensione reale che lo circonda, ed è convinto che tutto vada peggio di come si sviluppa in realtà. Nel nostro Paese, la popolazione pensa che il 30% sia composta da immigrati (in realtà è il 7%), che il 20% siano musulmani (quando sono appena il 4%), che il 48% della popolazione sia over 65 (in realtà il 21%) e che i cittadini disoccupati siano il 49% (quando in realtà sono il 12%)."


In effetti gli stranieri in Italia sono poco più di 5 milioni e mezzo, ossia circa l’8% della popolazione. Solo 300 mila sono gli irregolari. Il Regno Unito è il paese europeo al primo posto per numero di nuovi immigrati con circa 560.000 arrivi ogni anno. Seguono la Germania, la Spagna e poi l’Italia. La Germania è invece il Paese Ue con il maggior numero di stranieri residenti con 7,4 milioni di persone. Seguono la Spagna e poi l’Italia. Siamo sesti inoltre per numero di richieste d’asilo (27.800). Da notare che il Paese col più alto numero di immigrati è anche l’unico che in questo momento sta crescendo economicamente.

Per quanto riguarda la religione, al primo posto fra gli stranieri presenti in Italia ci sono i rumeni che sono oltre un milione. I rumeni per la maggior parte sono ortodossi. In seconda posizione ci sono gli albanesi, quasi 600 mila, per il 70% non praticanti (lascito della dominazione sovietica) e, fra i rimanenti, al 60% musulmani e al 20% ortodossi. Seguono i marocchini, quasi 500 mila, quasi totalmente musulmani, e ancora i cinesi, circa 200 mila, quasi tutti atei. Dunque in larga parte gli stranieri in Italia sono cristiani, oppure atei, solo in piccola parte professanti l’Islam.

giovedì 13 novembre 2014

Ebola in Texas o leggenda metropolitana? Il ruolo del web tra malafede e ignoranza

Marta Serafini, nel suo blog "6 gradi" su Corriere.it riporta una storia che è diventata virale su Facebook. E cioè quella della cittadina di Purdon, in Texas, messa interamente in quarantena dopo che a un componente di una famiglia è stato diagnosticato l’Ebola.
"Questa notizia - specifica Serafini - è totalmente inventata. Ma oltre 340 mila persone l’hanno condivisa sulle loro bacheche credendola vera".

Secondo Craig Silverman, fondatore di Emergent.Info, gruppo che si occupa di monitorare la diffusione delle bufale sul web, questo è solo l’ultimo capitolo di un fenomeno già noto da tempo. Ci sono notizie false che vengono messe in circolazione su certi tipi di siti al solo scopo di generare traffico, condivisioni e like. Notizie che, però, generano il panico e si ingigantiscono.
A volte si tratta di storie create ad hoc dagli uffici marketing per creare "buzz" su un determinato argomento. Altre volte sono i siti di bufale che le diffondono per attirare click.
A volte addirittura le notizie, che vorrebberoe ssere, nelle intenzioni, degli autori, esplicitamente false, vengono pubblicate su siti è di stampo satirico ma, dopo che la notizia inizia a girare sulle bacheche social, accade talvolta che qualche organo di informazione più accreditato la riprenda e la riproponga come “vera”. A volte in buona fede a volte no. In altri casi capita infatti che sia la mancanza di controverifiche a far scattare questo meccanismo. Ma c’è anche chi ci mette del dolo. E sfrutta morbosità e argomenti di sicuro richiamo (dal sesso alle malattie) per attirare utenti.

"E si tratta - scrive Serafini - di una strategia che fino ad oggi ha dato buoni frutti". Il sito National Report ha ottenuto in un solo giorno 2 milioni di visitatori unici diffondendo la bufala di cui parlavo all'inizio sulla cittadina del Texas infettata da Ebola. Ottenendo un numero maggiore di contatti che spesso si traduce in maggiore investimenti pubblicitari. "Non importa se le informazioni veicolate sono verificate o meno. Soprattutto agli inserzionisti meno “raffinati” interessa stare sulle pagine dove vanno tutti. La faccenda preoccupa anche Facebook. Se infatti il social network di Zuckerberg vuole accreditarsi come veicolo di informazione e attirare investimenti pubblicitari di qualità non può ignorare che le sue bacheche diventino un mezzo per diffondere link tossici”.

venerdì 31 ottobre 2014

Dolcetto o scherzetto: è pericoloso per i bambini?

Wired, in occasione di Halloween, dedica un articolo alle bufale legate a questa festività.
In particolare si aprla della tradizione del "dolcetto o scherzetto", dove i bambini pattugliano il quartiere alla ricerca di dolciumi. Un tempo al vedevamo solo nei film e telefilm americani, ma ormai questo uso si è diffuso molto anche in Italia.
 "Secondo molti - scrive Wired - questo metterebbe i pargoli alla mercé di veri e propri sadici, che non aspetterebbero altro che Halloween per fare del male ai bambini. Come? Tipicamente con caramelle avvelenate o dolciumi contenenti spilli e lamette (in particolare le famose mele candite).
Per fortuna, è solo un mito. Come spiega lo storico Cesare Bermani in Il bambino è servito: leggende metropolitane in italia, due sociologi hanno cercato di capire se e quanto fossero diffusi questi casi. Ma analizzando i giornali americani nel periodo tra il 1958 e il 1985, gli studiosi non sono riusciti a trovare documentazione nemmeno di un solo bambino ucciso, o gravemente ferito, in queste maniere orribili. Abbondano invece le segnalazioni di presunte tragedie sventate, ma non ci sono quasi mai prove che sia stato un estraneo contaminare i dolciumi, mentre ci sono indizi che coinvolgono o i bambini stessi, o i loro parenti.
Sicuramente la notte di Halloween del 1974 un bambino è morto per una caramella avvelenata, ma il piccolo Timothy Marc O’Bryan era stato avvelenato dal padre, non da un misterioso uomo nero.
Come ha specificato uno degli autori dello studio, non è possibile provare con assoluta certezza che nessun bambino sia mai stato ucciso come vorrebbe la leggenda, ma se si trattasse dell’epidemia di sadismo dipinta da alcuni media, sicuramente a questo punto sarebbero affiorate delle solide prove.
Questo non significa che i bambini non corrano pericoli ad Halloween: il governo americano ha stilato una lista di avvertenze per trascorrere una festa serena, e al primo posto mette la sicurezza stradale. Con tanti bambini per strada, infatti, aumenta sensibilmente il rischio di incidenti, anche fatali."

lunedì 27 ottobre 2014

Bufale spaziali con Paolo Attivissimo

"Bufale spaziali" è il titolo dell’ultimo incontro organizzato dalla Società Astronomica G.V.Schiaparelli e che si svolgerà venerdì 14 novembre alla sala Montanari di via Bersaglieri a Varese. Per chiudere il ciclo di conferenze denominato “Incontri tra cielo e Terra”, l’associazione nata nel 1956 per volere del prof. Furia, e che da allora si occupa della gestione dell’Osservatorio Astronomico di Campo dei Fiori e di innumerevoli attività di divulgazione scientifica, ha scelto il giornalista e divulgatore Paolo Attivissimo, seguitissimo smascheratore di bufale.

Si, perchè credenze sballate e leggende metropolitane non risparmiano il mondo dell’astronomia, che, come tutti gli ambiti della scienza, dovrebbe poggiare su solide basi di osservazione e sperimentazione.
Abbondano infatti le notizie strambe legate a segni zodiacali, oroscopi e alieni. Inoltre c’è chi dice che lo sbarco sulla Luna fu simulato in uno studio ad Hollywood, che i russi hanno nascosto la morte di tanti cosmonauti, che un asteroide ci colpirà nel 2036, che la NASA nasconde prove di vite aliene e molto, moltissimo altro ancora. L’esplorazione spaziale, che fino ad un secolo fa pareva ai più come qualcosa di impossibile, ha generato, forse proprio a causa della sua eccezionalità, miti, leggende e bufale che Paolo Attivissimo smonterà per lasciarci scoprire il fascino e i drammi delle avventure reali, spesso più incredibili di qualsiasi leggenda. Autore del libro: “Luna? Sì, ci siamo andati!” e del documentario spaziale “Moonscape” analizzerà scientificamente diversi miti portandoci nello spazio, quello vero, insieme ai pionieri del cosmo.
La serata, ad ingresso gratuito, si terrà presso la Sala Montanari (ex Cinema Rivoli, via dei Bersaglieri) gentilmente concessa dal Comune di Varese, venerdì 14 novembre alle ore 21. Tutte le informazioni su questa serata e le attività della Società Astronomica G.V.Schiaparelli si possono trovare sul sito www.astrogeo.va.it.
(fonte varesenews.it)
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