martedì 16 ottobre 2012

Lisbona in rivolta contro il salasso fiscale

Ieri sera la polizia è entrata in azione per blindare il Parlamento di fronte alla protesta popolare innescata dal nuovo salasso fiscale previsto dalla finanziaria “lacrime e sangue”varata per il 2013 dal governo portoghese e presentata nel pomeriggio stesso.

"Giustificata con la necessità di mantenere gli impegni con l'Ue di fronte alla pesantissima crisi che investe il Paese, la manovra è stata difesa a spada tratta dal primo ministro, Pedro Passos Coelho, che si è detto deciso ad andare avanti sulla strada dell'austerità anche a costo di far pagare un prezzo al suo partito (sconfitto giusto l'altro ieri nelle elezioni regionali delle Isole Azzorre dall'opposizione socialista).
La finanziaria 2013 rischia tuttavia di scatenare una nuova ondata di proteste di piazza fin nel cuore della capitale. Si tratta d'altronde della manovra più restrittiva della storia democratica del Portogallo, fondata all'80% sull'imposizione fiscale.
Tre dei cinque miliardi di euro previsti dovranno essere infatti incamerati attraverso aumenti di imposte dirette sui contribuenti, a quanto stima il quotidiano Negocios. Il provvedimento include inoltre un taglio sulle pensioni, una tassa sulle transazioni finanziarie, una falcidie su esenzioni e sussidi e un aumento delle imposte sulla casa: per centrare gli obiettivi di stabilizzazione del rapporto deficit/Pil imposti dalla troika pur in presenza d'una profonda recessione.
Il premier conservatore Pedro Passos Coelho, che nelle scorse settimane, sull'onda di una prima mobilitazione delle piazze, era stato costretto a ritirare una ricetta a colpi di riduzione degli stipendi, ha affermato che questa volta non ci potranno essere passi indietro sul fronte di tagli e risparmi. Mentre il ministro delle Finanze, Vito Gaspar ha avvertito il parlamento che il testo presentato ieri non può essere modificata nei punti fondamentali, pena la perdita da parte del Portogallo di tutta la credibilità finora recuperata."

(da Crisi Finanziaria blog)

lunedì 8 ottobre 2012

Crisi nel settore immobiliare

La crisi è pesante sul settore immobiliare.
Secondo Il sole 24 ore, "margini di crescita secondo qualcuno potrebbero essercene ancora ma sempre selezionando con cautela aree e segmenti. A livello geografico in Usa a un anno la performance è stata del 37% (a tre oltre il 100%). Nei paesi emergenti a un anno l'indice ha messo a segno +9,5% mentre nel Vecchio continente lo Stoxx Europe 600 Real Estate ha messo a segno solo l'11,42 per cento. In Europa il settore degli uffici ha risentito della crisi in Eurolandia.
Gli investimenti diretti negli immobili commerciali italiani hanno registrato un crollo nel secondo trimestre 2012.Secondo il broker immobiliare Cbre, nel secondo trimestre, il volume delle transazioni nel settore degli immobili commerciali ha toccato i 382 milioni di euro (-54% rispetto al 2011). Prospettive più stabili per gli immobili residenziali di qualità."
Come dire che la crisi pesa in particolare sugli uffici, mentre le case tengono.

lunedì 1 ottobre 2012

Salvatore Sardo: la collaborazione con il mondo accademico supporta la crescita del business

Salvatore Sardo ha tenuto un intervento su “Lo sviluppo del know-how e la collaborazione con il mondo accademico a supporto della crescita del business di eni” in occasione della presentazione della nuova cattedra in Bocconi di cui ho parlato del post di venerdì.

Salvatore Sardo

Salvatore Sardo
Chief Corporate Operations Officer Eni
Il testo completo dello speech è pubblicato sul sito Eni e visibile a questa url: http://www.eni.com/it_IT/attachments/media/discorsi-interviste/Discorso_dott_Sardo_Bocconi-rev_27_09_12_new.pdf. La tematica è quella "dello sviluppo e della diffusione del know-how declinata nei suoi elementi costitutivi: formazione, ricerca e innovazione tecnologica". I volumi degli investimenti nel settore oil & gas, spiega Salvatore Sardo, sono "di tale entità che necessitano di una gestione complessiva improntata alla massima diligenza e richiedono una formidabile capacità di analisi, valutazione e decisione. Si tenga anche conto dei rilevanti cambiamenti in essere nel nostro settore che operano rotture rispetto ai modi di pensare e operare consolidati e che rendono decisivo l’apporto umano in termini di competenze e know-how. Di qui l’accento che eni pone sulla ricerca, sullo sviluppo e la diffusione della conoscenza e sulla formazione."

venerdì 28 settembre 2012

Eni Chair in Energy Markets: Eni investe ancora in Università e Ricerca

Finalmente una buona notizia per il mondo della ricerca e dell'Università!
Una società privata, Eni, partner strategico dell’Università Bocconi di Milano dal 2007, promuove la nascita di una nuova cattedra dedicata allo studio e all'analisi del mercato dell’energia, trattata sia in ambito didattico che in ambito di ricerca. Grazie a questo corso, Eni potrà beneficare di un dialogo continuo, privilegiato e qualificato nell’ambito dell’energia e delle altre aree a essa collegate.

Salvatore Sardo, Chief Corporate Operations Officer Eni, Guido Tabellini, Rettore Università Bocconi, Michele Polo, Direttore dello IEFE Bocconi ( Istituto di economia e politica dell’energia e dell’ambiente), Jonathan Stern, presidente Natural Gas Research Program presso l’Oxford Institute for Energy Studies e Guido Bortoni, presidente dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, terranno la Lectio Inauguralis dell'Eni Chair in Energy Markets.
 L'appuntamento è per lunedì 1 ottobre, alle ore 11.30, presso l’Aula Magna dell'Università Bocconi, in via Gobbi 5 a Milano.

lunedì 10 settembre 2012

Un blog per 10decimi, progetto di solidarietà interattiva

È on line il nuovo blog del progetto 10decimi, di cui mi ero già occupata in un vecchio post >>.

10decimi è un progetto di solidarietà interattiva creato da Wind, nel 2009, in occasione dei suoi primi dieci anni.
Come funziona?
Wind ha messo a disposizione delle associazioni no profit tre numerazioni telefoniche (45555, 45556 e 45557) a cui corrispondono rispettivamente tre grandi progetti – Sorriso, Scolarizzazione, Salute.
Si può donare 1 euro tramite SMS da cellulari Wind e chiamate da rete fissa Infostrada. È inoltre possibile effettuare donazioni tramite il conto corrente numero 1000 9731 di Banca Prossima (Coordinata IBAN IT76 F033 5901 6001 0000 0009 731), carta di credito American Express e PayPal e ricariche Wind online su www.wind.it.

Con 10decimi potrete seguire quotidianamente, attraverso il blog, la realizzazione del progetto solidale che avete deciso di sostenere con una donazione, attraverso racconti, fotografie, filmati, storie, interagendo direttamente con i volontari sul campo. Una delle idee alla base del progetto di solidarietà interattiva 10decimi è infatti il coinvolgimento dei sostenitori. Chi effettua le donazioni diventa infatti vero e proprio partner dell’iniziativa.

blog.10decimi.org 


martedì 10 luglio 2012

Primi rilievi sulla Corazzata Roma: bloccato il Golfo dell'Asinara

Riposa a mille metri di profondità il relitto della corazzata Roma, a 16 miglia al largo nel Golfo dell'Asinara. Oggi sono iniziati i rilievi in mare per l'identificazione e la catalogazione dei resti e la mappatura completa del sito. La notizia del ritrovamento, diffusa il 28 giugno, ha scatenato la nostalgia di coloro che hanno seguito da vicino e fin dall'inizio la vicenda dell'affondamento, avvenuto nel 1943 all'indomani dell'armistizio. E chissà quanti curiosi avrebbero il desiderio di andare a controllare di persona le operazioni di catalogazione, che andranno avanti fino al 30 settembre a cura dell'ingegner Guido Gay (titolare della società Gaymarine srl che ha trovato il relitto), con la supervisione dello Stato Maggiore della Marina, dell’Istituto Idrografico della Marina, del Comando Militare Marittimo Autonomo in Sardegna, della Capitaneria di Porto di Porto Torres e della Soprintendenza per i beni archeologici di Sassari.

Ma al sito non ci si può avvicinare: la Capitaneria di porto di Porto Torres ha emanato un'ordinanza, la numero 35/12, che prevede l’interdizione del tratto di mare alla navigazione, al transito, alla sosta, all’ancoraggio, alla pesca e, comunque, a qualsiasi altra attività di superficie o subacquea non direttamente connessa con l’effettuazione dei rilievi in questione; l’obbligo, per le unità in transito, di mantenersi ad una distanza minima di 1 miglio nautico dall’area interessata e, comunque, dalle unità impegnate.
(da Indie Trend)

mercoledì 4 luglio 2012

Incidenti sul lavoro: 3 vittime in 2 giorni

Il numero delle vittime negli incidenti sul lavoro è in continuo aumento. Nel giro degli ultimi 2 giorni ci sono stati 3 morti, per un totale di 62 vittime nel mese di giugno e di 310 da gennaio ad oggi.

"Una delle vittime - leggo su fattidicronaca -  è un uomo di 68 anni di Arcola, in provincia della Spezia. L’uomo stava tagliando della legna in un’azienda agricola ed è stato colpito da un tronco d’albero alla testa. Un altro incidente si è verificato in provincia di Lecco, ad Abbadia Lariana, dove un operaio 46enne di Monza è rimasto schiacchiato da un macchinario di una ditta meccanica.
Anche un collega, di 72 anni, è stato coinvolto nell’incidente, ma ha riportato solo delle ferite non gravi. Un altro incidente è avvenuto lunedì a Santa Maria a Monte, località in provincia di Pisa.
La vittima è il 37enne Gianfranco Mei, operatore ecologico che è stato travolto da un’auto mentre svolgeva il suo lavoro.
Sette operai sono morti in altrettanti incidenti sul lavoro nelle ultime ventiquattro ore. Due le vittime in Lazio. Un polacco di 28 anni è morto dopo una caduta da un’impalcatura a Supino, vicino Frosinone. Poco dopo un 58enne ha perso la vita in una cava a Soriano nel Cimino, in provincia di Viterbo. Un altro incidente in una cava è costato la vita a un uomo straniero ad Aurisina, in provincia di Trieste. Il 59enne è stato schiacciato da uno sperone di roccia di oltre quattro tonnellate. Un operaio romeno è morto a Rottofreno, vicino Piacenza, per una caduta.
Un 56enne è morto a Montano Lucino, nel comasco, colpito alla testa da una pietra mentre lavorava in un cantiere. Un lavoratore di uno zuccherificio di Foggia è stato schiacciato da un carico di confezioni di zucchero, inutili i soccorsi. Vicino Spoleto, infine, un 48enne ha perso la vita cadendo da una impalcatura in un cantiere".

giovedì 28 giugno 2012

Asinara: ritrovata la corazzata Roma

La corazzata Roma
«Abbiamo la certezza di aver trovato il relitto della corazzata Roma. È al largo dell'Asinara, nel canyon di Castelsardo, a 1200 metri di profondità».
Lo afferma Francesco Scavelli, regista della Bluimage Productions.

Dopo cinque anni di ricerca il team guidato dallo stesso Scavelli ha individuato il relitto più importante della Seconda Guerra Mondiale, l'ammiraglia della Regia Marina affondata dalle bombe tedesche il 9 settembre 1943, all'indomani dell'armistizio. «La conferma -spiega Scavelli - ci è giunta dall'elaborazione magnetometrica dei dati. La prossima settimana, con attrezzature scientifiche all'avanguardia, scenderemo negli abissi al largo dell'Asinara per osservare e filmare il relitto e analizzarlo da vicino».

mercoledì 27 giugno 2012

Lanterne galleggianti per le vittime dello tsunami e del terremoto

Ogni anno, il 6 agosto, per commemorare le vittime dell’olocausto atomico del 1945 si svolge a Hiroshima la cerimonia delle lanterne galleggianti (tōronagashi), una cerimonia di origine buddhista che solitamente conclude la festività dedicata agli antenati, lo Obon. Durante la cerimonia lanterne di carta vengono affidate alla corrente dei fiumi o alle maree dell’oceano: alcuni decorano le lanterne con disegni o frasi per esprimere un proprio desiderio o mandare un messaggio particolare.

Nella suggestiva e raccolta cornice del Giardino del cavaticcio, a Bologna, il 6 agosto 2012 dalle ore 19.00, si terrà una serata con cerimonia delle lanterne galleggianti, letture, degustazioni, installazioni artistiche, proiezione di documentari per raccogliere fondi a favore della ricostruzione della scuola elementare di Watanoha (Ishinomaki-Giappone) distrutta dallo tsunami dell’11 marzo 2011 e per la ricostruzione in Emilia-Romagna dopo i recenti eventi sismici.

Per la Cerimonia, verranno acquistate le lanterne direttamente dal Giappone, un modo per sostenere l’economia locale e rendere ancora più significativa la raccolta fondi.

"In Giappone, dopo gli eventi dell’11 marzo, la ricostruzione è iniziata immediatamente a grande ritmo e con ottimi risultati: - spiega la pagina ufficiale dell'iniziativa - ci auguriamo che lo stesso avvenga in Emilia-Romagna. Molte sono le necessità e le urgenze che le popolazioni delle aree disastrate vivono. Finita la grande enfasi dell’attenzione mediatica sta a ognuno di noi mantenere viva la memoria e allungare ancora una volta una mano.
L’edizione 2012 è dedicata allora al tema della memoria. Per non dimenticare la tragedia atomica di Hiroshima e Nagasaki, le difficoltà delle regioni giapponesi colpite dal terremoto, dallo tsunami e dalla minaccia nucleare di Fukushima e, ovviamente, le necessità dei paesi emiliano-romagnoli vittime del sisma."

Durante la serata si potranno ascoltare racconti per bambini sui temi della pace e dell’amicizia, ammirare l’installazione dell’artista Kano Tatsunori, cimentarsi nello yakyu (baseball), scoprire un prezioso documentario su Hiroshima e Nagasaki e gustare cibi giapponesi, in attesa del tramonto e della cerimonia delle lanterne galleggianti.

Al pubblico verranno distribuite, su offerta, le lanterne galleggianti. Ognuno potrà personalizzarle con disegni o frasi che ritiene di voler condividere prima di lasciarle scivolare sull’acqua.

L’ingresso è gratuito

Per informazioni:
E-mail: info@nipponica.it
Tel: 051 381694

lunedì 25 giugno 2012

Le quote rosa nei board, una sfida per l'eccellenza. L'esempio di Eni


Continuo dal post di ieri sulle quote rosa. Salvatore Sardo, che è il Coo di Eni, spiega come la sua società affronta il tema delle pari opportunità. La riproto come best practice.

"Una grande azienda come Eni sente fortemente la responsabilità di promuovere in maniera concreta le pari opportunità, fino a prevedere questo principio nei suoi documenti interni quali piani e budget. Siamo impegnati e continueremo ad esserlo nella individuazione degli strumenti più idonei a rendere la parità di genere una consuetudine positiva e non solo il risultato del necessario rispetto di una legge dello Stato.

Fino ad oggi, a livello mondo, siamo decisamente soddisfatti dei numeri, che registrano un aumento dell'impiego femminile nel nostro Gruppo del 18% negli ultimi nove anni (da 11.155 a 13.185 donne in termini assoluti) cui corrisponde una variazione della percentuale sul totale della popolazione dal 15 al 17%. Per la specificità del business di Eni è evidente che la tipologia degli inserimenti coinvolge meno i ruoli tecnici e operativi (ingegneri, chimici, ecc) e più i ruoli di staff.
In Italia , sempre negli ultimi 9 anni, la presenza femminile è cresciuta dal 16 al 20. L'obiettivo che Eni si è posta nei prossimi quattro anni è quello di aumentare il numero delle assunzioni femminili di circa 5 punti percentuali (dal 23 al 28%), indirizzandole, nei limiti dei vincoli imposti dall'"offerta" di scuole e università, sugli ambiti tecnici, scientifici e ingegneristici.

Sulle sedi direzionali il problema è meno evidente considerato che già oggi in alcune situazioni la percentuale di assunzioni di donne sul totale assunzioni supera il 50%.

L'impegno di Eni dei prossimi anni sul tema dell'occupazione femminile sarà focalizzato anche sull'incremento delle candidature femminili nella selezione di risorse e nel rafforzamento dell'employer branding attraverso azioni mirate di women attraction. Gli strumenti attualmente impiegati a sostegno della conciliazione tra vita privata e lavorativa sono già numerosi: flessibilità oraria, disponibilità di part-time orizzontali e verticali, l'apertura di un nuovo asilo nido nella sede di Milano ed una serie di iniziative di welfare per la famiglia. È inoltre in corso di sviluppo e organizzazione il telelavoro, su cui si investirà notevolmente in futuro.

Diversa è invece l'analisi relativa alle posizioni di management e middle management, nonché per la presenza delle donne negli organi societari. Anche in questo caso i dati sono incoraggianti. In particolare, in termini di percentuale di presenza femminile nei livelli manageriali, Eni si è posizionata lo scorso anno al secondo posto tra le aziende del comparto oil&gas. Nell'ambito delle iniziative già avviate, stiamo collaborando con l'Osservatorio sul Diversity Management della SdA Bocconi per verificare la neutralità dei processi di gestione e sviluppo delle risorse umane e monitorare l'efficacia delle politiche di pari opportunità in Eni.

Un ultimo punto rilevante è quello relativo agli organi societari. Eni ha anticipato l'applicazione del dispositivo della legge iniziando a nominare nei cda e collegi sindacali delle società italiane in scadenza nel 2012 il 30% di componenti femminili attraverso l'individuazione scrupolosa di risorse pronte ad aumentare la presenza delle donne nella composizione degli organi societari di tutte le controllate di Eni, consapevoli che, al di là del rispetto formale della norma, i benefici in termini concreti saranno notevoli e il contributo all'attività operativa potrà essere assolutamente qualificato."


Mi pare fondamentale soprattutto l'investimento nel telelavoro: spero che l'Italia prenda presto in seria considerazione questo modo di lavorare, che è economico, ecologico e favorisce la possibilità di conciliare famiglia e lavoro, quindi sarebbe davvero un ottimo motore per le pari opportunità.

domenica 24 giugno 2012

Salvatore Sardo: Le quote rosa nei board, una sfida per l'eccellenza

Riporto, da un articolo di Salvatore Sardo su il Sole 24 ore, considerazioni molto condivisibili sulle discusse "quote rosa".
"In uno suo recente intervento, il Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco ha affermato: «Occorrerà lavorare in futuro in più persone, cioè dare capacità di lavoro ai giovani e alle donne, che rappresentano la più grande riserva su cui possiamo contare». Le statistiche europee e quelle italiane in particolare evidenziano infatti una pesante e insostenibile sperequazione di genere in termini professionali.
Il contributo delle donne nel mondo del lavoro è ancora troppo basso rispetto alle potenzialità e, soprattutto, ai benefici che l'intero sistema economico e produttivo ne trarrebbe. Non è, insomma, soltanto una questione di numeri ma anche di apporto qualitativo.

In Italia, la legge 120 del 2011 ha introdotto il criterio delle cosiddette "quote rosa", imponendo l'adeguamento in termini di genere nella composizione dei Consigli di Amministrazione e degli altri organi sociali per le società quotate in Borsa. Se ci fermassimo al pedissequo rispetto del dispositivo della legge, facendone un obiettivo esclusivamente numerico, avremmo senz'altro fatto il nostro dovere ma non avremmo probabilmente creato le condizioni per valorizzare al massimo il contributo della componente femminile all'interno delle aziende e del sistema produttivo.
Perché la legge 120/2011 sia un'iniziativa di successo, dovrà essere un punto di partenza e non di arrivo e dovrà stimolare l'affermazione delle migliori pratiche per favorire un risultato vantaggioso per tutti: per le aziende, per le donne che ci lavorano, per la società. E anche il mondo dell'università dovrà fare la sua parte orientando il proprio impegno nell'attrarre le donne verso percorsi formativi più focalizzati sul mondo produttivo, infatti oggi 3 ingegneri su 4 sono uomini."

Mi trovo perfettamente d'accordo: le quote rosa  come puro "dovere" numerico non servono a niente se non arriveranno a diventare la conseguenza (e non la causa...) di una diversa cultura e organizzazione nelle aziende!

sabato 23 giugno 2012

Il caso Pontremoli: è giusto bocciare un bimbo in prima elementare?

L'Istituto «Giulio Tifoni» di Pontremoli (Massa Carrara) è al centro della bufera dopo la bocciatura di cinque bambini di prima elementare.
Prima la protesta dei genitori dei bimbi, che una volta letti i risultati di fine anno hanno deciso di fare ricorso contro i provvedimenti e di chiedere i danni al ministero e al corpo docenti. Poi l'intervento del comitato dei genitori, poiché uno dei piccoli che non ce l'ha fatta ad arrivare in seconda è disabile, mentre tre sono extracomunitari.
Ma non solo questo. Nel corso dell'anno una delle mamme ha portato avanti un ricorso al Tar (poi vinto) in cui veniva denunciato l’elevato numero di alunni nelle due sezioni scolastiche del “caso” in questione. Ora si pensa alla class action.
E dopo essere finita sui giornali locali, la storia si è spostata nelle aule parlamentari. E' il Partito Democratico, che per mezzo la capogruppo in commissione Cultura della Camera Maria Coscia, fa sapere che è stata presentata un’interrogazione urgente in riferimento alla vicenda «per capire quali sono le ragioni che hanno spinto gli insegnanti, contro ogni principio pedagogico di ragionevolezza e buon senso, alla bocciatura». Messaggio recepito dal ministro che «sta facendo delle verifiche e naturalmente opererà nel migliore dei modi». E' l'annuncio dello stesso Profumo che, a margine della Giornata nazionale dell'innovazione, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano un commento sulla vicenda.
Del caso di Pontremoli sentiremo ancora parlare nei prossimi giorni, dunque. Nel frattempo, a discuterne sono i diretti protagonisti della vicenda. A difendere scuola e docenti è sceso in campo il sindaco della cittadina toscana, Lucia Baracchini, che è dirigente scolastico in un altro comune della zona: «La bocciatura è un modo di garantire requisiti essenziali allo svolgimento di un percorso scolastico corretto, senza dimenticare che la priorità della scuola è il bambino e la sua istruzione».
La scelta degli insegnanti di far ripetere l'anno ai piccoli è condivisa anche daAngelo Ferdani, preside della «Giulio Tifoni» di Pontremoli:
«Per il loro bene e seguendo una normativa ministeriale che lo prevede le insegnanti hanno scelto all’unanimità di far ripetere loro l’anno Può succedere che per immaturità gli alunni abbiano bisogno di più tempo per apprendere e in questi casi è capitato. Siamo stati molto combattuti e ci dispiace ma io stesso ho fatto visita alla classe e seguito i bambini in alcune prove. Non sono capaci di scrivere una frase minima sotto dettatura. Per quel che riguarda il bambino disabile la decisione è stata presa da un gruppo di esperti, mentre per quel che riguarda gli stranieri non è stata la poca conoscenza della lingua italiana ad essere d’intralcio all’apprendimento. In alcuni casi poi, si tratta di bambini anticipatari, cioè iscritti alle elementari un anno prima degli altri».
(da fanpage.it)

Falcone e Borsellino: l'isola dell'Asinara non dimentica

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
"Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola". La frase più celebre del giudice Paolo Borsellino da oggi è impressa in una targa in marmo sulla facciata dell'ex foresteria della struttura penitenziaria, a Cala d'Oliva inseme a un altra frase del suo collega e amico Giovanni Falcone "La mafia non è affatto invincibile: è un fatto umano, e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine". Non è un caso se l'isola dell'Asinara ha deciso di rendere omaggio a Falcone e Borsellino. Quella foresteria è infatto lo stesso luogo in cui i due giudici furono trasferiti nel 1985 per ragioni di sicurezza e dove iniziarono a scrivere l’istruttoria per il maxiprocesso che mandò alla sbarra 475 imputati accusati di reati di mafia. La giornata commemorativa è stata organizzata nell'ambito del Festival "Pensieri e Parole. Libri e film all'Asinara". "Un pezzo di storia della lotta dello stato alla mafia ha riguardato da vicino anche l'Asinara - ha detto il sindaco di Porto Torres Beniamino Scarpa dopo aver scoperto la lapide - ed è importante che la Regione abbia deciso di realizzare qui sull'isola un centro di documentazione, il cui progetto è in fase di realizzazione, per raccontare proprio questa parte della storia della nostra nazione. Scoprire questa targa dedicata a Falcone e Borsellino è stato commovente. E' un piccolo gesto per ricordare due grandi uomini".

Alla cerimonia, tenutasi ieri per ricordare i due giudici uccisi dalla mafia nell’estate del 1992, hanno partecipato il magistrato Giovanni Antonio Tabasso, il giudice Leonardo Guarnotta (che assieme a Falcone, Borsellino e Di Lello istruì il maxiprocesso di Palermo) e il magistrato ed ex senatore Giuseppe Ayala. I tre magistrati hanno ricordato aneddoti e giornate intense con Falcone e Borsellino. Una lunga sequenza di testimonianze accomunate non solo dalla commozione ma soprattutto dal senso di rispetto e dalla fiducia totale in due uomini di grandi valori e di estrema professionalità. Tutti hanno messo in evidenza – con orgoglio e amarezza – la sensazione di avere vissuto un’avventura umana, oltre che professionale. E ognuno di loro ha voluto citare i membri della scorta di Falcone e Borsellino, rimasti uccisi con loro negli attentati, "servitori dello Stato – ha chiuso Guarnotta – che lo Stato non è stato in grado di salvaguardare".
(Sassarinotizie)

venerdì 22 giugno 2012

Fiat. Benzina a 1 euro? Pubblicità ingannevole

Ritorno sul tema del risparmio sul carburante, ma stavolta con un caso di pubblicità ingannevole: la capagna "benzina a 1 euro" di Fiat.

In questi giorni viene infatti trasmesso uno spot tv che dice: "Scegli un'auto della gamma Fiat e avrai il prezzo del carburante bloccato a 1€ per 3 anni".

"Fiat sta facendo sperare gli automobilisti italiani di potersi liberare finalmente del caro benzina fino al 2015: compri una Fiat e per tre anni fai benzina sempre a 1 euro", spiega Altroconsumo, che ha segnalato la campagna promozionale della Supercard Fiat-IP all'Antitrust come ingannevole.
Nella nota di Altroconsumo l'offerta viene criticata perché valida solo nei distributori IP e perché ha scadenza (il termine è il 31 dicembre del 2015) e quindi chi non ne approfitta entro quella data non ne usufruisce in pieno. Inoltre la promozione vale per un certo numero di litri di benzina. Se venissero esauriti tutti i litri a disposizione prima della suddetta data, finirebbe anche la promozione.

sabato 16 giugno 2012

Panico per allarme zombie in Usa: le autorità sono costrette a smentire la notizia

Povero senzatetto di Miami sfigurato da un uomo nudo che gli ha letteralmente mangiato la faccia. Studente del Maryland fa a pezzi il suo compagno di stanza e poi ne mangia il cuore e il cervello. Uomo del New Jersey si accoltella violentemente per cinquanta volte davanti alla polizia locale su cui poi getta pezzi del suo intestino. Attore porno canadese smembra il corpo di un giovane e, dopo averne mangiate le carni, ne spedisce per posta i restanti pezzi.
Sono tutti episodi recenti di cronaca americana.
Ma ciò che stupisce ancora di più di questi atroci avvenimenti è il risvolto quasi tragicomico cui hanno portato queste vicende: negli Stati Uniti è scattato l’allarme zombie! Tramite i social network, la voce ha preso piede in pochissimo tempo e da dei casi isolati di cannibalismo si è passati velocemente alla notizia di una violenta epidemia di zombie allargatasi a macchia d’olio su tutti gli stati americani.

A questo punto è stato costretto a intervenire il Governo statunitense che tramite il Cdc, (Centers for Disease Control and Prevention) la serissima agenzia federale americana per il controllo e la prevenzione delle malattie controllata dal ministero della Sanità (paragonabile, per capirci, all’Istituto superiore di Sanità), ha smentito ufficialmente e in modo scrupolosamente scientifico la diceria che vede il Paese vittima di un’epidemia di antropofagia.
(da Nerosubianco)

venerdì 15 giugno 2012

"Riparti con eni": ogni week end Eni riduce i prezzi dei carburanti

Eni lancia "Riparti con eni", un'iniziativa che piacerà ai consumatori in cerca di risparmio: da domani, 16 giugno, fino al 2 settembre, durante tutti i fine settimana, ci sarà uno sconto sul prezzo della benzina e del gasolio per tutti i consumatori che faranno rifornimento in modalità self service nelle stazioni Eni e Agip.

La riduzione del prezzo corrisponderà indicativamente a uno sconto di circa 20 centesimi al litro rispetto al prezzo praticato in modalità servito, equivalente ad un risparmio di 10 euro su un pieno da 50 litri.

Lo sconto sarà disponibile dal sabato alle ore 13 alla mezzanotte della domenica, fino ad esaurimento delle scorte in ciascuna stazione aderente. Comunque, per evitare che le scorte finiscano nel corso del week end, Eni rifornirà i distributori anche di domenica.

Per garantire la trasparenza, Eni determinerà, in base all'andamento delle quotazioni Platts, due prezzi – uno per la benzina e l'altro per il gasolio – uguali su tutto il territorio nazionale durante gli orari della promozione e validi per le stazioni aderenti ad iperself. I listini dei prezzi continueranno invece ad essere diversificati per ogni stazione di servizio nel resto della settimana.


Il sito dell'iniziativa "Riparti con Eni" >>

giovedì 14 giugno 2012

Lo spot di Radio Popolare sul testamento biologico “coperto” da Radio Maria

Parte lo spot in favore del testamento biologico, e subito si sovrappone Radio Maria.
Succede a Radio Popolare di Milano, che ieri ha lanciato la campagna “Io scelgo”, che attraverso testimonial come Moni Ovadia, Lella Costa, Claudio Bisio e Gherardo Colombo chiede al Comune retto da Giuliano Pisapia di istituire il registro del testamento biologico, il documento con il quale ciascuno può esprimere le proprie volontà in fatto di trattamenti sanitari nell’eventualità di ritrovarsi in stato di incoscienza.

“Quando è successo la prima volta abbiamo pensato a un caso, per quanto curioso”, spiega a Gianmarco Bachi, direttore dei programmi di Radio Popolare, storica voce della sinistra milanese e capofila della rete nazionale Popolare network. “Invece la cosa si è ripetuta sistematicamente ogni volta che abbiamo messo in onda lo spot. Parte la voce di Moni Ovadia e dopo una ventina di secondi le nostre frequenze sono sovrastate da quelle di Radio Maria” (senti l’audio dello spot interrotto da Radio Maria).
Anche per i tecnici di Radio Popolare, al momento, è difficile capire il meccanismo di questo hackeraggio che colpisce le trasmissioni via etere, sul quale sta già indagando la Polizia postale in attesa di una formale denuncia che, continua Bachi, “presenteremo domani. E’ evidente che si tratta di un boicottaggio, la modalità di intrusione è chiaramente voluta e tecnicamente accertata, anche se non si sa chi sia il responsabile né quale sia l’obiettivo preciso: la campagna, la radio o entrambi”. Dagli studi di via Ollearo escludono qualunque responsabilità di Radio Maria in questo attacco, concentrato su un tema molto sgradito al fronte cattolico.
Una delle ipotesi è che l’ignoto hacker disponga di un comune software di riconoscimento vocale pronto a “scattare” ogni volta che sente la voce di Moni Ovadia. Meno chiaro è come possa intervenire sui ponti radio, con una modalità di hackeraggio dell’etere che non sembra avere molti precedenti.
(da ilfattoquotidiano.it)

mercoledì 13 giugno 2012

Terremoto e bufale: la punizione divina

Secondo il blog cattolico Pontifex, il terremoto sarebbe arrivato nientepopodimeno che come punizione divina nella zona della blasfemia.
Mi limito a citare, perché non credo siano necessarie spiegazioni scientifiche per smontare questa tesi delirante!
"Il nord Italia ha temuto il peggio. Al mattino, una scossa abbastanza forte, ha fatto sussultare Milano, Reggio, Genova. Fortunatamente non sono accaduti danni alle persone e tanto meno alle cose. Ma riflettiamo. Nella Bibbia il terremoto si avverte sempre nei momenti di massimo sdegno da parte di Dio. Quando Cristo muore sulla Croce, ucciso dall'ignavia di Pilato e dalla ferocia deicida degli ebrei, la terra è scossa da un terremoto. E' corretto dire che a volte Dio parla con terremoti ed eventi della natura (vedi diluvio universale). Direte, che cosa ci azzecca il terremoto. Chiedetevi che cosa era accaduto prima del terremoto? A Milano Castellucci ha mandato sulla scena, osannato dai soliti cortigiani e dalla cricca di giornalisti progressisti e di un teologo che merita la scomunica, un lavoro blasfemo ed offensivo del volto di Dio. Negli stessi momenti, via tv, Crozza, canzonava il papa facendone l'imitazione. Credete che questi due avvenimenti siano ... ... stati graditi a Dio? Che stiamo dando, tutti, una dimostrazione di fedeltà? Ecco, puntuale, il segno del terremoto. Dio non ci punisce, ma ci ricorda con eventi misteriosi ed anche carichi di terrore, che siamo sulla cattiva strada, che ci stiamo allontanando da Lui e che, chi cammina male, finisce ancor peggio. Ora i soliti scientisti ci attaccheranno definendoci antiquati, vecchi e simili. Ma fateci caso: il terremoto, non una pioggia, una nevicata, una bomba. Proprio il terremoto è arrivato nella zona della blasfemia. Dio si sta stancando di noi, meglio: noi stiamo stancando Dio. Kyrie Eleison."

martedì 12 giugno 2012

Eni si toglie la cravatta: una bella iniziativa per l'ambiente

Paolo Scaroni: eni si toglie la cravatta
Paolo Scaroni si toglie la cravatta
Anche quest'anno Eni, il gruppo guidato da Paolo Scaroni, si toglie la cravatta.
L'operazione "eni si toglie la cravatta" avviata nel 2007, consiste nel mantenere le temperature all'interno degli edifici più alte di 1°C e di contribuire ad un uso più razionale dei condizionatori d'aria. Pur mantenendo uno stile appropriato al luogo di lavoro, si potrà optare per un abbigliamento più fresco e leggero, evitando di indossare la cravatta, se non per circostanze particolarmente formali.

Durante l'edizione del 2011 sono state risparmiate 430.000 kWh di energia elettrica, pari a una riduzione del 9,5% dei consumi elettrici per il condizionamento. Il risparmio complessivo durante i giorni dell'iniziativa corrisponde ai consumi elettrici annui per uso domestico di 360 persone. La quantità di CO2 risparmiata equivale a quella prodotta da circa 1350 viaggi A/R in aereo sulla tratta Milano-Roma e a quella emessa da un'auto nuova per compiere 40 volte il giro del mondo.
Il risparmio economico risultato dell'iniziativa "Eni si toglie la cravatta" è stato investito in progetti di sostenibilità.

"Incoraggiare i dipendenti a togliere la cravatta in ufficio - spiega Eni in una nota - è una metafora per affrontare un argomento decisamente concreto. Eni ha voluto rompere le righe del protocollo suggerendo la rinuncia a un accessorio di abbigliamento, per quanto simbolo di eleganza e italianità, e contribuire alla sensibilizzazione sul tema dei consumi attribuibili all'uso smodato dei condizionatori d'aria durante i mesi estivi. La proposta di eni togliere la cravatta in ufficio è diventata un evento mediatico - discusso anche all'estero – ed è stata una maratona di adesioni da parte di aziende, del mondo politico, di gente comune.

lunedì 11 giugno 2012

Terremoto e bufale: i cambiamenti climatici

Secondo Gianvito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei geologi, intervistato da Adnkronos, "La più grande bufala sul terremoto è quella che lo imputa ai cambiamenti climatici.
Pura fantasia, alla quale si contrappone una realtà fatta di rischi idrogeologici che, spiega Graziano, "interessano più del 70% dei comuni italiani". Contro questa situzione si può comunque fare molto, uscendo dall'ottica dell'emergenza e iniziando ad investire sul territorio.

domenica 10 giugno 2012

Terremoto e bufale: anni di scosse

Qualcuno ha detto che lo sciame sismico potrebbe addirittura durare anni.
Una previsione allarmistica, secondo Gianvito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei geologi, che se dovesse azzardare una previsione ipotizzerebbe "al massimo alcuni mesi".
In ogni caso, ha precisato Graziano, "è una cosa che non si può prevedere: studiare, sì, e anche fornire probabilità giorno per giorno, ma parlare di anni mi sembra un'ipotesi improbabile".

venerdì 8 giugno 2012

Terremoto e bufale: trivellazioni, fracking e stoccaggio del gas

L'ultima bufala sul terremoto, in ordine di tempo, imputa il sisma alle indagini petrolifere, tra trivellazioni, fracking e stoccaggio del gas metano nel sottosuolo.
Una ipotesi diffusasi sul web e ripresa anche dalla trasmissione tv Report, di solito affidabile, ma che stavolta è evidentemente caduta nel tranello.
Una ipotesi montata su un nulla di fatto, secondo i geologi.
Gianvito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei geologi, sottolinea che "le forze in gioco sono talmente tanto più grandi di quello che potrebbe essere l'effetto di una trivellazione, da rendere questa ipotesi fantasiosa".

Riporto come testimonianza alcuni stralci dell'articolo di Enzo Boschi (università di Bologna), scritto dopo le prime scosse e pubblicato su Quotidiano energia del 21 maggio:
"La sequenza sismica [...] è situata in piena pianura emiliana ad una profondità ipocentrale tra 6 e più chilometri. [...] Il sottosuolo è [...] interessato da deformazioni sepolte riferibili principalmente, come evoluzione, al Pliocene Superiore e Quaternario (fino ai tempi recenti).
Le dettagliate ed approfondite ricerche [...] per la ricerca degli idrocarburi [...] hanno rivoluzionato le conoscenze relative agli assetti strutturali dell’intera Pianura Padana e ai suoi rapporti con la Catena Appenninica.
Le “Pieghe Ferraresi” sono [...] le strutture sismogenetiche interessate dalla attuale sequenza sismica. Esse possono essere caratterizzate da una attività sismica di bassa e media intensità, quindi con magnitudo tipicamente fino a 6.0 [...].
Amplia letteratura INGV (ndr: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) è già disponibile su web oltre ai report tecnici preparati per i progetti operativi sui giacimenti e stoccaggi in zona da anni, e studi [...] sono in corso in queste ore di emergenza sismica, per verificare che in una zona così densa di gas naturale nel sottosuolo, sia in giacimenti che in stoccaggi, non vi siano fughe di gas negli acquiferi superficiali e nei suoli: i primi riscontri stanno appurando che effettivamente pericoli non ve ne sono, come atteso.
[...] Tutto ciò fu ben dettagliato nel passato da me medesimo negli anni scorsi, anche in incontri pubblici a Mirandola, nell’ambito del possibile approfondimento di studi che poteva portare o meno ad ulteriore sito di stoccaggio gas naturale in Pianura Padana che è la zona migliore in Italia per questo tipo di infrastrutture strategiche: si tenga presente infatti che tutto il bacino padano è caratterizzato depositi di copertura impermeabile con spessori di 4-5 km nel margine settentrionale, per arrivare fino a 12 km, con annessa presenza sottostante di serbatoi di idrocarburi [...].
Tali giacimenti si sono conservati bene in profondità, nonostante le centinaia di sequenze sismiche che, durante gli ultimi periodi geologici, hanno subito [...].Non si hanno ad oggi notizie di variazioni/incidenti ai siti di stoccaggio gas della Stogit nella regione [...].
Si fa altresì presente che la struttura sismogenetica che si sta muovendo NON ospita uno stoccaggio di gas naturale al momento e quindi nessuno potrà dire che “sono i siti di stoccaggio gas a creare i terremoti di magnitudo moderata, come quelli di questi giorni."
Il testo completo si può leggere qui: http://www.petrolioegas.it/wp-content/uploads/2012/06/www.quotidianoenergia.it_Boschi.pdf

Ecco perché è sbagliato criticare Mediobanca su Generali

Sulla recente sostituzione di Perissinotto in Generali il Financial Times ha scritto dei pezzi molto critici nei confronti di Mediobanca, nonostante questa tesi sia quotidianamente smentita dalla crescita del titolo Generali in Borsa.
Sul tema ho trovato molto interessante questo pezzo di Luigi Zingales uscito sul Sole24 di ieri che spiega perché sono critiche ingiuste e come sono nate:

Luigi Zingales
« Ci sono poche persone, in Italia o all'estero, che hanno criticato e continuano a criticare la corporate governance italiana come me. E ci sono poche persone, in Italia e all'estero, che hanno criticato (e continuano a criticare) il sistema di potere che ruota intorno a Mediobanca come me. Eppure questa volta non capisco perché il Financial Times sia andato a testa bassa contro il cambio della guardia a Generali.
"Qualsiasi mossa di Mediobanca per espellere Perissinotto sarebbe considerata dal mercato un segnale terribile" scriveva con aria minacciosa l'FT sabato, citando un anonimo investitore, nonostante il titolo Generali fosse salito quando i rumor di un cambio di guardia si erano diffusi sul mercato. Dopo il fatto, l'FT calcava la dose scrivendo "il colpo che ha defenestrato Perissinotto ricorda ere passate del mondo societario italiano, quando decisioni importanti per imprese quotate erano prese a porte chiuse e gli azionisti di minoranza scoprivano il destino del loro investimento aprendo il giornale la mattina". A leggere l'FT sembra quasi che nel mondo societario anglosassone i Ceo siano scelti per referendum su internet.

Poi, a conferma delle minacce della vigilia, l'Ft cita un ex-ambasciatore Usa a Roma, Mel Sembler, che dichiara "L'iniziativa di rimuovere Perissinotto da Ceo di Generali è mal congegnata e trasmette un'immagine negativa dell'Italia al mondo". Certamente al "suo" mondo, visto che dall'Ina di Perissinotto aveva comprato l'ex-palazzo Massimo Colonna, da lui fatto ridenominare Palazzo Mel Sembler. Sarò il solito bastian contrario, ma a dispetto dell'Ft, penso che questa decisione rappresenti una svolta positiva nella corporate governance in Italia.

Che la gestione di Perissinotto lasciasse a desiderare non lo avevo scritto solo io qualche mese fa, ma l'avevo detto il fondatore di Luxottica Del Vecchio, uno che di management se ne intende e che in Generali ha messo i soldi suoi, non quegli altrui. Se a Mediobanca c'è da rimproverare qualcosa non è che si sia mossa, ma che si sia mossa troppo tardi, forse spinta solo dal timore del suo amministratore delegato che a prendere il posto potesse essere lui. Ma ben venga. Alcuni economisti chiamano le recessioni "cleansing" (che fanno pulizia), perché spingono le imprese ad eliminare inefficienze, incluse quelle ai vertice delle imprese.

L'FT non poteva avere maggiormente torto quando accusa che la decisione sia stata presa "dietro porte chiuse". Questa è una delle poche decisioni che è stata presa in consiglio con un voto controverso. È non solo naturale ma anche giusto che sia stata preceduta da una discussione tra gli azionisti, d'altra parte sono loro che ci mettono i soldi. Non so quale ruolo Mediobanca abbia avuto in queste discussioni, ma di certo non ha dettato legge. Senza i voti di Caltagirone, Scaroni, Pelliccioli, e di due indipendenti di minoranza, la mozione di sfiducia non sarebbe mai stata approvata. Vista la consuetata e deplorevole fuga di notizie, direi che non ci sia stata decisione più trasparente e meno "a porte chiuse" di questa. Il fatto stesso che i tre indipendenti di minoranza abbiano votato - a quanto risulta - in modo differenziato è dimostrazione dell'indipendenza di questa scelta: il dissenso è naturale quando la gente pensa con la propria testa.

Il nuovo manager poi non ha le caratteristiche tipiche del protetto di Mediobanca. Sembra un manager capace e indipendente che porta un po' di aria fresca a Trieste. L'università di Trieste ha ottime facoltà, ma possibile che tutti i manager del Leone dovessero venire da lì?

L'unico aspetto negativo della faccenda è stato il clamore mediatico sollevato da Perissinotto per cercare di salvare la propria posizione. Con una tenacia degna dei migliori politici democristiani, non ha esitato a trascinare in basso la sua società pur di rimanerne al vertice. Se c'era dubbio alcuno che non fosse più la persona giusta per guidare il Leone, il suo comportamento recente lo ha fugato.

Nei miei studi accademici mi sono occupato dell'importante ruolo che i giornali giocano nella corporate governance. Proprio perché importanti, anche i giornali sono spesso vittime delle pressioni delle parti in causa. Talora si tratta solo di un oculato spin, che le agenzie di public relation riescono a comunicare ai giornalisti. Per esempio, Bill Browder, manager del fondo Hermitage, era un mago nell'influenzare lo spin degli articoli pubblicati sulla stampa angloamericana riguardanti le imprese russe in cui aveva investito. Nel suo caso si trattava di esporre violazioni di corporate governance e conflitti di interesse, quindi era solo che positivo. Ma alcuni articoli assomigliavano un po' troppo alle presentazioni preparate dall'Hermitage fund, che in genere non veniva neppure citato come fonte.

Spesso la colpa è solo di alcuni giornalisti che per pigrizia si fanno "catturare" dalle loro fonti. La qualità e l'autorevolezza di un giornale consiste anche nel saper contrastare le sollecitazioni che ricevono dagli "spin doctor" e nel prevenire che i suoi giornalisti si facciano "catturare" dalle loro fonti.

Giustamente l'FT ha una ottima reputazione in questo campo. Ma proprio per questo, prima di criticare la governance in Italia, dovrebbe essere sicuro di presentare sempre un'analisi bilanciata dei fatti." »

martedì 5 giugno 2012

Terremoto e bufale: il magma misterioso

Si mormora che, in puro stile lovecraftiano, dalle spaccature del suolo create dal terremoto sia fuoriuscito un magma misterioso non identificato.
Ovviamente anche in questo caso si tratta di fantasiosi allarmismi.
Probabilmente questa bufala ha origine dall'osservazione di un fenomeno naturale assolutamente nornale e conosciuto dai geologi: la liquefazione delle sabbie.

La liquefazione ha bisogno di caratteristiche ed elementi precisi e concomitanti per manifestarsi: servono terreni sabbiosi immersi in acqua, come nel caso della Pianura Padana attraversata dagli alvei di paleofiumi, e una scossa sismica a provocare un forte scuotimento. L'acqua va in sovrapressione e la sabbia di conseguenza perde di aderenza, trasformandosi nel fango letteralmente eruttato con il terremoto.

"Il fenomeno non può avvenire né su terreni argillosi, né su quelli rocciosi e anche per i terreni sabbiosi e' necessaria la giusta tipologia di sabbia perche' la liquefazione abbia luogo: devono essere sabbie compatte e recenti come quelle della Pianura Padana, che non hanno avuto il tempo di compattarsi e sono ancora soffici.

In più, i sedimenti sabbiosi immersi in falda devono venire in superficie, come nel caso dei dossi dei paleofiumi. E la maggior parte dei piccoli comuni della zona colpita risiedono proprio su questi dossi. Questo perche' dopo l'estinzione del paleofiume, i suoi argini si sono trasformati nelle uniche zone in rilievo della zona e lì, come sulle colline, sono stati costruiti i paesi nel corso dei secoli", ha spiegato Raffaele Brunaldi, consigliere regionale dei geologi emiliani.

domenica 3 giugno 2012

Terremoto e bufale: si poteva prevedere il sisma

La questione delle previsioni è sempre un tema dibattuto in caso di terremoto, soprattutto negli ultimi anni, dal sisma de L'Aquila in poi.
Un mito da sfatare, secondo il presidente dei geologi Gianvito Graziano, perché "prevedere un terremoto semplicemente, ad oggi, non è possibile. E' giusto continuare a studiare e non arrendersi al fatto che ancora non abbiamo trovato la chiave di lettura di questi eventi, ma oggi è solo possibile fare delle previsioni probabilistiche". E anche quando si parla di probabilità tutto può accadere: in Emilia la probabilità di un sisma era appena dell'1%.

venerdì 1 giugno 2012

Terremoto e bufale: l'Haarp e le onde radio

Ogni volta che c'è una calamità, ecco arrivare anche polemiche, dubbi, interpretazioni e notizie allarmistiche spesso priva difondamento. Il terremoto in Emilia non è da meno e, complici i social network che ne favoriscono la diffusione, si stanno diffondendo una serie di bufale più o meno improbabili.
In questi giorni chercherò di fare un po' di chiarezza.

E comincio da una delle ipotesi più fantasiose, nata durante il terremoto in Giappone dell'anno scorso, secondo cui la colpa sarebbe dell'Haarp (High Frequency Active Auroral Research Program) un impianto civile e militare situato in Alaska, di proprietà del governo degli Stati Uniti, che si occupa di ricerche sulla ionosfera e sulle onde radio.

Secondo alcuni complottisti, infatti, il sisma scatenatosi in Emilia Romagna non sarebbe un evento naturale, ma un disastro creato ad hoc, da non precisate fonti di potere, che si sono servite dell’Haarp.
"Il peccato originale, secondo alcuni, della Haarp è nella sua matrice militare. Infatti, mentre la stragrande maggioranza delle ricerche sono di dominio pubblico, monitorate anche dal United States Environmental Protection Agency, una piccola parte di esse è ad uso militare, e quindi riservata. Le teorie complottistiche, le stesse che in molti ricorderanno a proposito delle famose scie chimiche, puntano il dito contro le ricerche segrete della Haarp, finalizzate, secondo questi, allo sconvolgimento delle condizioni climatiche e sismiche di determinati territori, come se le antenne della Haarp fossero canne di fucile pronte a colpire verso la sventurata nazione che vuole opporsi allo zio Sam" (da Befan.it).
Per quanto parte della ricerca effettuata possa essere segreta (è un sito militare) la possibilità che l'impianto possa generare terremoti è assolutamente in contrasto con le leggi della fisica. "Le quantità di energia in gioco - spiega Paolo Attivissimo su Il Disinformatico -  non sono nemmeno lontanamente paragonabili. HAARP ha una potenza di emissione di circa 3,6 megawatt: un dato che chi sostiene queste teorie potrebbe benissimo verificare, se davvero volesse fare chiarezza, andando nelle vicinanze dell'installazione con un po' di strumentazione facilmente acquistabile. È poco più della potenza di emissione massima di Radio Montecarlo in onde lunghe!"
Per una documentazione più tecnica, rimandiamo a un articolo su HAARP dell'astronomo Gianni Comoretto >>

giovedì 31 maggio 2012

Ddl lavoro, via libera dal Senato

Il Governo incassa la quarta fiducia sul provvedimento che passerà all'esame della Camera.
Il Ddl di riforma del mercato del lavoro riceve il via libera con 238 sì, 33 no e un astenuto.
Il pacchetto di misure riguarda le novità in favore di maternità e paternità. Il provvedimento passerà ora alla Camera. Secondo il ministro Elsa Fornero la riforma è l’unica via per un nuovo sviluppo, ed ha infatti affermato che “La riforma del mercato del lavoro non è una bacchetta magica, ma serve a recuperare occupazione, produttività e reddito. E' una nuova via per lo sviluppo, per il recupero della dignità e la riappropriazione di un futuro di crescita. Il Paese ha un grande bisogno di questa riforma, che dunque è stata fatta per riprendere un percorso di crescita e non perché lo chiedono i mercati finanziari”.

La Fornero ha poi continuato dicendo che “Sull'Articolo 18 è stato trovato un compromesso equilibrato, in linea con gli standard europei. Anche in questo caso non è stata usata l'accetta”.

martedì 29 maggio 2012

Stipendi dei docenti universitari. L'errore del Giornale

Secondo quanto scrive Francesca Gallacci sul Giornale (26 maggio),  i professori universitari italiani, con 13.667 euro mensili lordi al mese, sarebbero i più pagati dell’Unione Europea. La “notizia” sarebbe basata su un’indagine condotta dal quotidiano svizzero Neue Zürcher Zeitung (NZZ).
Considerando dodici mensilità, i professori ordinari guadagnerebbero, secondo il Giornale, ben 164.004 € all’anno, cifra che li colloca ai vertici mondiali nel confronto con i colleghi di pari grado di altri paesi.

Qualcosa che non torna...  mi pare evidente che la giornalista è caduta in un errore, smontata in modo dettagliato dal sito Roar.
C’è un modo semplice per capire come stanno veramente le cose: consultare la Banca Dati Economica del MIUR  (liberamente accessibile dal web)
Ed ecco quali sono davverogli stipendi lordi annuali medi per ciascuna categoria:
90.970 €: Professori Ordinari a tempo pieno
62.980 €: Professori Associati confermati a tempo pieno
75.920 €: Totali Professori
41.200 €: Totali Ricercatori
60.730 €: Totali Professori e ricercatori
Ora, queste retribuzioni potranno sembrarvi o meno troppo alte, ma di certo non si avvicinano neanche lontanamente al dato iperbolico pubblicato dal Giornale, di 164.004 € annui per un professore ordinario.

Ma allora le cifre citate dal Giornale da dove spuntano fuori ?
Andando a leggere la fonte, ovvero l’articolo della Neue Zürcher Zeitung (NZZ), salta all’occhio che gli stipendi sono espressi in franchi. Evidentemente la giornalista ha quindi riportato tali e quali i numeri della NZZ relativi ai professori ordinari, scrivendo che erano in euro quando invece erano in franchi.

lunedì 28 maggio 2012

Paolo Scaroni: la colpa del caro-benzina è il nostro stile di vita

Paolo Scaroni, ospite al Day Rotary Patavini, ha lanciato una interessante provocazione: il caro-benzina dipenderebbe dal nostro stile di vita. Se il prezzo della benzina è così alto, infatti, dipende anche dal fatto che noi non riusciamo a farne a meno: consumiamo così tanto che la benzina era e resta necessaria, quindi preziosa e costosa.
"Ci lamentiamo per l'eccessivo costo della benzina? - ha spiegato Paolo Scaroni - Se il prezzo è considerato elevato, la colpa va attribuita al nostro stile di vita. Non siamo disposti, infatti, a rinunciare a nulla: ciò significa che il petrolio non ha raggiunto ancora un costo tale da essere ritenuto insostenibile e da provocare, quindi, un mutamento del nostro modo di vivere". Paolo Scaroni ha anche aggiunto: “È vero che sul prezzo del greggio influiscono speculazione e rischi internazionali, ma è altrettanto vero che l'Occidente non fa nulla per ridurre i consumi. In 20 anni il costo del petrolio è cresciuto di dieci volte, eppure i consumi non sono calati”.

giovedì 24 maggio 2012

In Italia salari bloccati da venti anni

Secondo l’Istat i salari reali sarebbero rimasti invariati in Italia negli ultimi 20 anni.
Nel suo rapporto annuale, infatti, l’Istat spiega che “tra il 1993 e il 2011 le retribuzioni contrattuali mostrano, in termini reali, una variazione nulla, mentre per quelle di fatto si rileva una crescita di quattro decimi di punto l'anno”.

Dato sconfortante quello che riguarda invece i cosiddetti “scoraggiati”, coloro cioè che pur non avendo un lavoro non lo cercano perchè pensano di non trovarlo. Secondo l’ultimo rapporto Istat, tra gli inattivi “si è ridotta l'area di chi non è interessato a lavorare” mentre è cresciuta la “zona grigia” formata da coloro che cercano lavoro “non attivamente e che pur non cercandolo sarebbero disposti a lavorare”. L'Istat segnala che le principali motivazioni della mancata ricerca sarebbero lo scoraggiamento e l'attesa degli esiti di passate azioni di ricerca. Gli “scoraggiati” sarebbero circa 1.800.000.

Il numero degli occupati atipici (dipendenti a tempo determinato, collaboratori e prestatori d'opera occasionale) è in progressivo aumento sul totale degli occupati. Tra i nati dagli anni ’80 in poi, ha iniziato con un lavoro atipico il 44,6%. Tra i nati negli anni ’70, il primo lavoro è stato atipico nel 31,1% e nel 23,2% dei casi per i nati negli anni. Il dato preoccupante riguarda però la situazione lavorativa di questi a dieci anni dal primo lavoro atipico. Un quarto di questi lavoratori risulta ancora precario e uno su dieci ha perso il lavoro. Secondo l'Istat, “il passaggio a lavori standard è più facile per gli appartenenti alla classe sociale più alta, mentre chi ha iniziato come operaio in un lavoro atipico, dopo dieci anni, nel 29,7% dei casi è ancora precario e nell'11,6 ha perso il lavoro”.

mercoledì 23 maggio 2012

Mediobanca e Unioncamere: medie imprese italiane nel nord-est

Mediobanca e Unioncamere hanno svolto un’indagine che copre l’universo delle medie imprese manifatturiere del Nord Est che occupano dai 50 ai 499 dipendenti ed hanno un fatturato compreso tra i 15 ed i 330 milioni di euro.
Secondo una nota di Unioncamere, con l’ultimo censimento svolto sono state individuate 1.207 società dell’area Nord orientale che assicurano il 15% della produzione manifatturiera locale a valore, percentuale che sale al 26% considerando l’indotto.
L’indagine svolta sottolinea inoltre come la maggiore concentrazione di medie imprese si registri in Veneto, che ne ospita il 48% e in Emilia-Romagna (38%).
Secondo Unioncamere e Mediobanca, nel periodo 2000-2009 il bilancio aggregato delle 1.207 società si è sempre saldato in utile. La struttura finanziaria resta molto solida, con il patrimonio netto che supera gli impieghi in attivi immobilizzati e contribuisce all’avanzo delle partite correnti. Il 64,8% delle medie imprese del Nord-est merita un punteggio a livello di “investment grade” (64,6% per le medie imprese di Parma). Nel 2009 però, 217 medie imprese sono tornate piccole (non superando i parametri di fatturato e dipendenti), mentre dal lato delle imprese maggiori, a fronte di 16 imprese che hanno varcato la soglia della grande dimensione, 15 hanno percorso la strada inversa ritornando medie. Inoltre, nel decennio considerato, 269 imprese sono divenute grandi ma ciò ha comportato per le stesse aziende un aumento dei casi di default.
L’Indagine svolta sottolinea poi come lo sviluppo del valore aggiunto nel Nord-est sia stato di poco più alto di quello di tutte le medie imprese italiane, facendo segnare un +22,1% (+20% il dato nazionale) contro il -1,8% delle grandi imprese. Le medie imprese di Parma inoltre, hanno realizzato un incremento pari al 54%. Unioncamere evidenzia come i tre quarti delle medie imprese del Nord-est hanno sede in aree aventi natura distrettuale; secondo il Rapporto, il principale aspetto discriminante delle medie imprese distrettuali continua ad essere la maggiore propensione all’export, pari al 46,6% del fatturato nei distretti veri e propri e al 36,4% negli altri SPL, contro il 31,8% delle imprese localizzate in altre aree. Infine è evidenziato come la propensione all’export delle medie imprese del Nord-est sia rimasta elevata, tanto che la quota di aziende esportatrici è solo di poco inferiore al 90%, con un’incidenza delle vendite all’estero pari al 44,6% del totale. Per l’anno in corso si conferma l’apporto determinante che le esportazioni potranno fornire ai risultati aziendali, mentre l’andamento del mercato interno sarà più debole. Nel 2011 gli investimenti delle medie imprese del Nord-est si sono concentrati nelle apparecchiature informatiche (72%), nei macchinari (69,9%), e nei software e servizi informatici (67,1%). Inoltre il 50% delle medie imprese del Nord-est intende richiedere finanziamenti bancari nel 1° semestre di quest’anno, non solo in risposta all’esigenza di gestire le attività ordinarie (nel 43% circa dei casi) ma anche per realizzare nuovi investimenti (32,4%) o implementare quelli già avviati (12,5%). (Da GlobalPress)
Potete scaricare l'indagine compelta da qui: http://www.mbres.it/it/publications/italian-medium-sized-enterprises

giovedì 17 maggio 2012

Infrastrutture e trasporti: Italia ferma a 50 anni fa

L’ Italia sarebbe ferma a 50 anni fa e questo sarebbe causa di una perdita di 142 mld di Pil negli ultimi 10 anni. 50 miliardi è, invece, la perdita di ricchezza nel solo 2010 dovuta al divario infrastrutturale tra le diverse aree del nostro Paese. La velocità media all’interno dei maggiori centri urbani è di appena 15 km/h per scendere addirittura a 7-8 km/h nelle ore di punta, praticamente la stessa esistente a fine Settecento.
E’ stato presentato nel corso del convegno di Confcommercio “Sciogliere i nodi per competere” sul tema delle infrastrutture e dei trasporti, un Libro Bianco che mostra una fotografia amara riguardo lo stato di salute e i ritardi delle infrastrutture, della logistica e dei sistemi di trasporto italiani. I dati sono allarmanti: il gap infrastrutturale rispetto alla Germania, negli ultimi 10 anni, ha fatto perdere all’Italia 142 miliardi di Pil. Ad oggi risultano ancora incompiute ben 27 opere infrastrutturali, alcune risalenti addirittura a 50 anni fa, per un valore di 31 miliardi di euro. Per quanto riguarda le infrastrutture strategiche, il cui valore si aggira intorno ai 367 miliardi – solo il 9,3% delle opere sono state terminate e il 60% risulta ancora in fase di progettazione.
Dal Libro Bianco emergono mancanze anche sul fronte delle risorse destinate agli investimenti in infrastrutture: dal 1990 si è speso il 35% in meno, -34% nel biennio 2009-2011 e 18 miliardi sono stati tagliati per il triennio 2012-2014. Non deve stupire quindi se la rete autostradale Italiana negli ultimi 20 anni è cresciuta dieci volte meno di quella francese e se l’estensione della rete ferroviaria italiana (923 km) è inferiore a quella tedesca (1.285 km) e meno della metà di quella francese (1.896 km) e spagnola (2.056 km). La congestione delle nostre città è sotto gli occhi di tutti da tempo, soprattutto parlando dei centri più grandi come Milano, Roma e Napoli. La velocità media all’interno dei maggiori centri urbani è di appena 15 km/h, e scende a 7-8 km/h nelle ore di punta, praticamente la stessa di fine ‘700 quando ancora le auto non c’erano e le carrozze la facevano da padrone.
Nel corso del convegno è stato presentato il Manifesto di Confcommercio contenente le proposte e le priorità di intervento nel settore dei trasporti per creare le condizioni di sviluppo necessarie al Paese per tornare a crescere. Tra queste: politiche per l’evoluzione logistica dell’autotrasporto, realizzazione di un Patto per la mobilità urbana, maggiore efficienza del sistema portuale, razionalizzazione del trasporto aereo e piena liberalizzazione del trasporto ferroviario.

giovedì 10 maggio 2012

Paolo Scaroni inaugura il nuovo Polo Sanitario per i dipendenti Eni

Un esempio di buone pratiche verso i dipendenti da parte di Eni, la società guidata da Paolo Scaroni.

Eni, in collaborazione con il Campus Bio-Medico, ha recentemente inaugurato un nuovo Polo Sanitario nella sua sede di Roma. Fortemente voluto da Paolo Scaroni, il Poliambulatorio, che dispone di locali interamente riqualificati e all'avanguardia, fornirà servizi di medicina del lavoro e di primo soccorso grazie ad una equipe specialistica interamente dedicata ai propri dipendenti. Il team sarà composto da oltre 30 professionisti tra medici ed infermieri, e offrirà ai dipendenti Eni assistenza sanitaria specialistica grazie alla presenza settimanale di medici dell'Università Campus Biomedico. I consulti somministrati riguarderanno molteplici discipline mediche, in particolare cardiologia, gastroenterologia, ginecologia, senologia, urologia e dermatologia. Sarà inoltre possibile prenotare controlli specialistici e strumentali in solvenza presso l'Università Campus Biomedico.

mercoledì 22 febbraio 2012

Tutto sul "Canone Rai"

Dopo le notizie di ieri, cerchiamo di fare chiarezza su cosa sia il cosiddetto "Canone Rai".La Rai richiede il pagamento di un canone, che è diventata "imposta", in base a un pronunciamento della Corte Costituzionale; riferendosi a un regio decreto del 1938 (abrogato nel marzo 2010 dal cosiddetto Decreto "Taglia-Leggi" di Calderoli).

Il decreto del 1938 dice:
"Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto"
Da notare, in riferimento alla frase "apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni", che ovviamente al tempo non esistevano pc e dispositivi mobile e non esistevano segnali criptati.

La sentenza n. 284 della Corte costituzionale del 26 giugno 2002 sancisce che non si tratta più di un canone di abbonamento al servizio, ma di una "imposta":
"Benché all’origine apparisse configurato come corrispettivo dovuto dagli utenti del servizio [...] ha da tempo assunto, nella legislazione, natura di prestazione tributaria, fondata sulla legge [...] E se in un primo tempo sembrava prevalere la configurazione del canone come tassa, collegata alla fruizione del servizio, in seguito lo si è piuttosto riconosciuto come imposta"
Il 20 novembre 2007, con Sentenza n. 24010, la Corte di Cassazione ha precisato ancora:
"Non trova la sua ragione nell'esistenza di uno specifico rapporto contrattuale che leghi il contribuente, da un lato, e l'Ente Rai, che gestisce il servizio pubblico radiotelevisivo, dall'altro, ma costituisce una prestazione tributaria, fondata sulla legge, non commisurata alla possibilità effettiva di usufruire del servizio de quo"
Quindi l'imponibilità dipende solo dalla detenzione di un apparecchio, indipendentemente dal fatto che i programmi rai vengano ricevuti o guardati. Parlo di detenzione e non di possesso, perché l'imposta va pagata anche se non si è proprietari dell'apparecchio che si ha in casa.

martedì 21 febbraio 2012

Canone Rai. Va pagato o no per i pc?

Grande bufera sulla notizia che la Rai avrebbe richiesto il pagamento del canone non solo per il possesso di televisori, ma di qualsiasi apparecchio atto a ricevere il segnale radiotelevisivo.
Tutti gli internauti sul piede di guerra, hanno scatenato un putiferio su Twitter, già scansalizzati all'idea di dovere pagare il canone per il possesso di un pc, tablet o smartphone.

Ma attenzione, non facciamoci prendere dal panico e approfondiamo la notizia:
Il canone ordinario si paga solo per il possesso di un televisore. Quello a cui si riferiva la Rai è il cosiddetto canone speciale, cioè quello dovuto da imprese, società ed enti (quindi fuori dall'ambito familiare) nel caso in cui i computer siano utilizzati come televisori (digital signage).

"La Rai non ha mai richiesto il pagamento del canone per il mero possesso di un personal computer -  ha infatti precisato Rai dopo un confronto con il ministero dello Sviluppo - La lettera inviata dalla Direzione abbonamenti Rai si riferisce al canone speciale dovuto nel caso in cui i computer siano utilizzati come televisori, fermo restando che il canone speciale non va corrisposto nel caso in cui tali imprese, società ed enti abbiano già pagato per il possesso di uno o più tv".

Che sia una precisazione o un dietrofront con la coda tra le gambe?
L'importante è che la questione sia stata chiarita.
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