Mediobanca e Unioncamere hanno svolto un’indagine che copre l’universo delle medie imprese manifatturiere del Nord Est che occupano dai 50 ai 499 dipendenti ed hanno un fatturato compreso tra i 15 ed i 330 milioni di euro.
Secondo una nota di Unioncamere, con l’ultimo censimento svolto sono state individuate 1.207 società dell’area Nord orientale che assicurano il 15% della produzione manifatturiera locale a valore, percentuale che sale al 26% considerando l’indotto.
L’indagine svolta sottolinea inoltre come la maggiore concentrazione di medie imprese si registri in Veneto, che ne ospita il 48% e in Emilia-Romagna (38%).
Secondo Unioncamere e Mediobanca, nel periodo 2000-2009 il bilancio aggregato delle 1.207 società si è sempre saldato in utile. La struttura finanziaria resta molto solida, con il patrimonio netto che supera gli impieghi in attivi immobilizzati e contribuisce all’avanzo delle partite correnti. Il 64,8% delle medie imprese del Nord-est merita un punteggio a livello di “investment grade” (64,6% per le medie imprese di Parma). Nel 2009 però, 217 medie imprese sono tornate piccole (non superando i parametri di fatturato e dipendenti), mentre dal lato delle imprese maggiori, a fronte di 16 imprese che hanno varcato la soglia della grande dimensione, 15 hanno percorso la strada inversa ritornando medie. Inoltre, nel decennio considerato, 269 imprese sono divenute grandi ma ciò ha comportato per le stesse aziende un aumento dei casi di default.
L’Indagine svolta sottolinea poi come lo sviluppo del valore aggiunto nel Nord-est sia stato di poco più alto di quello di tutte le medie imprese italiane, facendo segnare un +22,1% (+20% il dato nazionale) contro il -1,8% delle grandi imprese. Le medie imprese di Parma inoltre, hanno realizzato un incremento pari al 54%. Unioncamere evidenzia come i tre quarti delle medie imprese del Nord-est hanno sede in aree aventi natura distrettuale; secondo il Rapporto, il principale aspetto discriminante delle medie imprese distrettuali continua ad essere la maggiore propensione all’export, pari al 46,6% del fatturato nei distretti veri e propri e al 36,4% negli altri SPL, contro il 31,8% delle imprese localizzate in altre aree. Infine è evidenziato come la propensione all’export delle medie imprese del Nord-est sia rimasta elevata, tanto che la quota di aziende esportatrici è solo di poco inferiore al 90%, con un’incidenza delle vendite all’estero pari al 44,6% del totale. Per l’anno in corso si conferma l’apporto determinante che le esportazioni potranno fornire ai risultati aziendali, mentre l’andamento del mercato interno sarà più debole. Nel 2011 gli investimenti delle medie imprese del Nord-est si sono concentrati nelle apparecchiature informatiche (72%), nei macchinari (69,9%), e nei software e servizi informatici (67,1%). Inoltre il 50% delle medie imprese del Nord-est intende richiedere finanziamenti bancari nel 1° semestre di quest’anno, non solo in risposta all’esigenza di gestire le attività ordinarie (nel 43% circa dei casi) ma anche per realizzare nuovi investimenti (32,4%) o implementare quelli già avviati (12,5%).
(Da GlobalPress)
Potete scaricare l'indagine compelta da qui: http://www.mbres.it/it/publications/italian-medium-sized-enterprises
mercoledì 23 maggio 2012
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