sabato 23 giugno 2012

Il caso Pontremoli: è giusto bocciare un bimbo in prima elementare?

L'Istituto «Giulio Tifoni» di Pontremoli (Massa Carrara) è al centro della bufera dopo la bocciatura di cinque bambini di prima elementare.
Prima la protesta dei genitori dei bimbi, che una volta letti i risultati di fine anno hanno deciso di fare ricorso contro i provvedimenti e di chiedere i danni al ministero e al corpo docenti. Poi l'intervento del comitato dei genitori, poiché uno dei piccoli che non ce l'ha fatta ad arrivare in seconda è disabile, mentre tre sono extracomunitari.
Ma non solo questo. Nel corso dell'anno una delle mamme ha portato avanti un ricorso al Tar (poi vinto) in cui veniva denunciato l’elevato numero di alunni nelle due sezioni scolastiche del “caso” in questione. Ora si pensa alla class action.
E dopo essere finita sui giornali locali, la storia si è spostata nelle aule parlamentari. E' il Partito Democratico, che per mezzo la capogruppo in commissione Cultura della Camera Maria Coscia, fa sapere che è stata presentata un’interrogazione urgente in riferimento alla vicenda «per capire quali sono le ragioni che hanno spinto gli insegnanti, contro ogni principio pedagogico di ragionevolezza e buon senso, alla bocciatura». Messaggio recepito dal ministro che «sta facendo delle verifiche e naturalmente opererà nel migliore dei modi». E' l'annuncio dello stesso Profumo che, a margine della Giornata nazionale dell'innovazione, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano un commento sulla vicenda.
Del caso di Pontremoli sentiremo ancora parlare nei prossimi giorni, dunque. Nel frattempo, a discuterne sono i diretti protagonisti della vicenda. A difendere scuola e docenti è sceso in campo il sindaco della cittadina toscana, Lucia Baracchini, che è dirigente scolastico in un altro comune della zona: «La bocciatura è un modo di garantire requisiti essenziali allo svolgimento di un percorso scolastico corretto, senza dimenticare che la priorità della scuola è il bambino e la sua istruzione».
La scelta degli insegnanti di far ripetere l'anno ai piccoli è condivisa anche daAngelo Ferdani, preside della «Giulio Tifoni» di Pontremoli:
«Per il loro bene e seguendo una normativa ministeriale che lo prevede le insegnanti hanno scelto all’unanimità di far ripetere loro l’anno Può succedere che per immaturità gli alunni abbiano bisogno di più tempo per apprendere e in questi casi è capitato. Siamo stati molto combattuti e ci dispiace ma io stesso ho fatto visita alla classe e seguito i bambini in alcune prove. Non sono capaci di scrivere una frase minima sotto dettatura. Per quel che riguarda il bambino disabile la decisione è stata presa da un gruppo di esperti, mentre per quel che riguarda gli stranieri non è stata la poca conoscenza della lingua italiana ad essere d’intralcio all’apprendimento. In alcuni casi poi, si tratta di bambini anticipatari, cioè iscritti alle elementari un anno prima degli altri».
(da fanpage.it)

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