giovedì 13 maggio 2010

Energia eolica: la mano della mafia

Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha chiesto alle procure di Roma, Cagliari, Bari e Palermo di indagare sulle infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti per l'eolico. «Le prime tre procure hanno evidenziato l'attualità degli accertamenti in corso e la necessità di mantenere il segreto investigativo Palermo ha invece confermato il forte interesse dei gruppi mafiosi per gli investimenti nel settore dell'energia eolica», ha affermato il ministro Elio Vito, sottolineando che «il Governo segue con attenzione questi fenomeni».

“È il segnale che si tenta di arrivare a un coordinamento delle inchieste portate avanti in quattro regioni sul business delle energie rinnovabili. A Roma, nella tranche sarda dell'inchiesta, sono indagati il coordinatore del Pdl Denis Verdini, l'uomo d'affari Flavio Carboni, il costruttore Arcangelo Martino, il giudice tributario Pasquale Lombardi, il direttore dell'Arpas Ignazio Farris, il consigliere provinciale del Sulcis Pinello Cossu e il commissario dell'Autorità d'ambito Franco Piga. A Cagliari la Dda ha aperto un fascicolo su possibili infiltrazioni mafiose, mentre il pm Pilia indaga sulla cessione di alcuni terreni nella zona industriale di Macchiareddu, destinati alla realizzazione di iniziative legate allo sfruttamento delle energie rinnovabili”.
Dall'Idv, che con il deputato Palomba aveva presentato l'interrogazione alla quale ha risposto il ministro Vito, è arrivata una critica al governo: «Siamo insoddisfatti della risposta del ministro Vito: è stato deludente e formale e non ha affrontato il grave problema dell'intreccio tra politica e criminalità organizzata in Sardegna, Puglia e Sicilia. Su questo non ha risposto».
I capigruppo del centrosinistra in Consiglio regionale Mario Bruno (Pd), Luciano Uras (Comunisti-Sinistra sarda-RossoMori) e Adriano Salis (IdV) hanno diffuso una nota congiunta nella quale chiedono che il presidente della Regione si presenti in Aula per discutere della pianificazione energetica nell'Isola, mettendola al riparo dalle incursioni di ogni genere di faccendieri: «Il presidente Cappellacci colga al più presto l'occasione anche per chiarire a quale titolo sia ancora in carica il commissario dell'Ato. Non potrà limitarsi a far riferimento alla legge 3 del 2009, che legava la permanenza del commissario a un futuribile disegno di legge di revisione della normativa sul servizio idrico integrato, da approvare entro la fine dello scorso anno e mai approdato in aula».”
(da L’Unione Sarda)

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