I social media si stanno diffondendo a scapito dell’editoria on line oppure no?
I numeri sembrano suggerire una risposta positiva. Vediamoli, anche se il discorso è complesso e non può essere interpretato solo in termini quantitativi.
“In Italia il 79% degli utenti di Internet (cioè 19,2 milioni di persone) frequenta i social network e ci passa in media sei ore al mese, mentre solo il 58% legge le news on line, attività che assorbe solo qualche minuto.
Ancora più impressionanti i numeri relativi agli Stati Uniti, citati da Enrico Pedemonte. […] Negli ultimi 40 anni, mentre la popolazione statunitense è aumentata del 50%, la diffusione dei giornali è calata del 30%; i giovani poi non leggono quasi più: solo il 30% sfoglia ancora un quotidiano. Non va meglio la raccolta pubblicitaria, regredita nel 2009 ai livelli del 1985.
Ma i veri nemici dei giornali […] sono, più che i social network, altre realtà on line, come Craigslist, Monster, Autotrader: siti che assorbono gran parte dei piccoli annunci, una delle più importanti fonti di ricavo dei quotidiani, in particolare quelli locali. La torta pubblicitaria si sposta verso i motori di ricerca, gli aggregatori di news, i social network, i blog. Ma è difficile sostenere […] che Facebook rubi la pubblicità ai giornali, visto che il 44% degli utenti usa il social network per scambiarsi le notizie. Resta il fatto che Facebook negli Stati Uniti è frequentato in media per 7 ore al mese, mentre il sito del New York Times per soli 20 minuti. Il vero problema […] è che mentre declina l’attività dei giornali su carta, l’editoria on line non ha ancora trovato un modello di business veramente sostenibile”. (Prima Comunicazione, n. 405, Aprile 2010)
venerdì 14 maggio 2010
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