“I call-center sono solo la punta dell’iceberg”. Queste le parole di Filomena Trizio, segretaria generale di NIdiL CGIL, intervenuta a ElleRadio, programma di Radio Articolo1, nella puntata dedicata allo sfruttamento dei lavoratori dei call-center e non solo. Secondo Trizio, gli abusi si notano di più nei call-center perché lì si tratta di una condizione massificata, ma in realtà il problema è molto più ampio.
La segretaria generale di NIdiL spiega che ci troviamo all’interno di un processo “a tenaglia”. Da un lato infatti si assiste al progressivo allentamento normativo: il nuovo governo per prima cosa ha emanato una serie di circolari volte a smantellare l’attività degli ispettori che dovevano vigilare sull’uso corretto delle collaborazioni. Dall’altra parte la crisi sta determinando una tendenza da parte delle imprese a ricorrere ad assunzioni “flessibili” (l’80% dei lavoratori è ormai assunto con contratti precari), e nell’ambito delle varie tipologie di flessibilità ad essere privilegiate sono sempre quelle peggiori, come il lavoro a chiamata o i voucher.
Per far fronte a questa situazione, c’è però bisogno dell’appoggio dei lavoratori. “Io capisco – dice Trizio – le difficoltà, i condizionamenti e le paure dei lavoratori di perdere anche quel poco che si è riusciti a ottenere”, ma se manca una capacità di metterci insieme e lavorare contrattualmente, “vedo dei pericoli per le condizioni complessive del lavoro che si vanno profilando”.
(nidil.cgil.it)
lunedì 31 maggio 2010
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