Vi ricordate di certo delle dichiarazioni di Antonio Mastrapasqua, presidente dell'Inps, sulle proiezioni delle pensioni dei parasubordinati (vd post del 16 ottobre"Inps, è ufficiale: i precari saranno senza pensione pur pagando i contributi"
Decine di migliaia di utenti web, blogger e giornalisti hanno diffuso la notizia.
E si è scatenato il caos: dalle smentite di Inps, ai dubbi di bufala insinuati da Paolo Attivissimo su Wired, fino all'interrogazione parlamentare.
Ebbene, l'allarme non è rientrato: oggi il Corriere della Sera spiega che i conti dell'Inps sono disastrati e che in futuro le pensioni saranno ridicole.
Ecco cosa scrive il Corriere riguardo ai precari:
È uno dei dossier più delicati. Qui le stime dicono addirittura che nel 2037 la pensione media sarebbe pari al 14% della retribuzione. Ma si tratta di un dato poco significativo, perché tiene insieme tutto. Bisogna infatti considerare che nella gestione dei parasubordinati bastano 5 anni di contributi per maturare una pensione, fosse anche di pochi euro al mese. Si tratta cioè di un calcolo teorico che non distingue tra contribuenti esclusivi e chi ha un lavoro ma versa anche in questa gestione per consulenze o prestazioni accessorie alla sua occupazione principale.
Insomma, per farsi un'idea di quale sarà la pensione di un precario tipo, uno che cambia più volte lavoro con numerosi intervalli di disoccupazione, meglio rifarsi ai vari centri di ricerca che stimano un grado di copertura fra il 36 e il 50-55%. Molto più interessante, invece, la parte sui conti. Nato nel '96, il fondo per i lavoratori atipici è vissuto finora e lo farà ancora a lungo quasi esclusivamente delle entrate contributive. Solo dal 2031 verranno pagate pensioni con 35 anni di contributi. Per questo la gestione vede attivi crescenti. Quello d'esercizio dagli attuali 8 ai 17,6 miliardi del 2037 mentre quello patrimoniale salirà fino a 438 miliardi.
Questi attivi sosterranno ancora a lungo i conti Inps. Anche se, si sottolinea, «la dinamica dei saldi, per quanto cospicui e in sistematica crescita, non è mai sufficiente ad assorbire l'enorme deficit creato dalle tre gestioni speciali dei lavoratori autonomi»: artigiani, commercianti e coltivatori diretti. Sarà sufficiente l'ultima stretta? La domanda viene spontanea leggendo i dati complessivi. Il bilancio dell'insieme delle gestioni Inps andrà in rosso dal 2015 per 41 milioni, che saliranno a 2,5 miliardi nel 2017, dove si fermano queste stime.
Il patrimonio netto resterà in attivo per una quarantina di miliardi all'anno fino al 2017 grazie all'avanzo di 200 miliardi l'anno delle prestazioni temporanee e di altri 130 miliardi della gestione parasubordinati. Ma dopo? Si spera nella riforma dello scorso luglio. Già nel 2017 i primi effetti. In pensione di vecchiaia, stima l'Inps, si andrà allora a 66,3 mesi (61,3 le donne) e di anzianità a 62,3. Nel 2037 le età saranno salite rispettivamente a 68,6 e 64,6. E nel 2050 ci si avvicinerà ai 70 anni. Forse era inevitabile. Ma resta il problema di come alzare l'importo delle pensioni.
lunedì 13 dicembre 2010
mercoledì 1 dicembre 2010
Cartucce per stampanti: con Eco Store e Legambiente anche esaurite hanno un valore
Notizia "green" che pubblico volentieri:
Le cartucce per stampanti esauste, che non possono più essere ricaricate, valgono ancora!
Presso i punti vendita Eco Store, catena italiana di negozi in franchising di cartucce per stampanti rigenerate e compatibili, toner rigenerati e carta per stampanti, le cartucce per stampanti esaurite possono infatti essere smaltite negli Eco Point.
Gli Eco Point sono veri e propri centri di raccolta presso il quale portare e smaltire le cartucce per stampanti vuote. Sono facilmente identificabili grazie al pannello con il logo di Legambiente all’interno dei negozi di cartucce per stampanti Eco Store.
Conferendo le cartucce negli Eco Point, oltre alla soddisfazione di dare valore alle cartucce per stampanti vuote e evitare che vengano disperse nell’ambiente, si viene anche premiati:
L’iniziativa è sviluppata in collaborazione con Legambiente.
Le cartucce per stampanti esauste, che non possono più essere ricaricate, valgono ancora!
Presso i punti vendita Eco Store, catena italiana di negozi in franchising di cartucce per stampanti rigenerate e compatibili, toner rigenerati e carta per stampanti, le cartucce per stampanti esaurite possono infatti essere smaltite negli Eco Point.
Conferendo le cartucce negli Eco Point, oltre alla soddisfazione di dare valore alle cartucce per stampanti vuote e evitare che vengano disperse nell’ambiente, si viene anche premiati:
- Per le cartucce per stampanti ink-jet rigenerabili con 1 euro.
- Per le cartucce per stampanti non rigenerabili con una salvietta per il monitor del PC.
Il rapporto con Legambiente nasce nel 2005 con la sponsorizzazione dell’edizione italiana di Clean Up the World, “Puliamo il mondo”. Da allora l’associazione sponsorizza Eco Store nei progetti legati alla sostenibilità ambientale, alla volontà di produrre meno rifiuti possibile e di smaltirne correttamente il più possibile.
Eco Store, da sempre attenta al processo di rigenerazione delle cartucce per stampanti esauste, mette in campo ogni anno, nuove azioni volte al riuso e al corretto smaltimento dei vuoti.
Nei negozi Eco Store, infatti, i clienti hanno diverse possibilità per dare valore alle cartucce vuote e evitare che vengano disperse nell’ambiente.
- Le cartucce per stampanti che non si possono ricaricare possono essere smaltite nell’Eco Point.
- Le cartucce per stampanti ricaricabili possono essere riutilizzate fino a 5 volte, ricaricandole con l'innovativo sistema professionale Ink Evolution.
- Sono disponibili infine Kit di ricarica per cartucce per stampanti ink jet che consentono, con meno di 3 euro, la ricarica “fai da te” delle cartucce a getto d’inchiostro.
lunedì 29 novembre 2010
Scandalo parlamentari: vitalizio dopo solo 5 anni di legislatura
Condivido questa notizia, di cui non hanno dato notizia ne radio, nè GIORNALI, né TV!!!
Il giorno 21 settembre 2010 il deputato Antonio Borghesi dell'Italia dei Valori ha proposto l'abolizione del vitalizio che spetta ai parlamentari dopo solo 5 anni di legislatura, in quanto affermava cha tale trattamento risultava iniquo rispetto a quello previsto dai lavoratori che devono versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione.
Indovinate un po' come è andata a finire?
Ecco un estratto del discorso presentato alla Camera :
Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l’idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant’anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio.
È una distanza tra il paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio.
Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C’è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità. Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all’ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l’INPS ha creato con gestione a tassazione separata.
Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell’arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati. Proprio la Corte Costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti quesiti e che, con una semplice delibera dell’ Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato, che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l’anno (291 miliardi di vecchie lire).
Il giorno 21 settembre 2010 il deputato Antonio Borghesi dell'Italia dei Valori ha proposto l'abolizione del vitalizio che spetta ai parlamentari dopo solo 5 anni di legislatura, in quanto affermava cha tale trattamento risultava iniquo rispetto a quello previsto dai lavoratori che devono versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione.
Indovinate un po' come è andata a finire?
Presenti 525
Votanti 520
Astenuti 5
Maggioranza 261
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 498
Ecco un estratto del discorso presentato alla Camera :
Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l’idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant’anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio.
È una distanza tra il paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio.
Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C’è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità. Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all’ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l’INPS ha creato con gestione a tassazione separata.
Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell’arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati. Proprio la Corte Costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti quesiti e che, con una semplice delibera dell’ Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato, che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l’anno (291 miliardi di vecchie lire).
giovedì 18 novembre 2010
Shock in Procura: Radio Vaticana provoca morti come una bomba atomica
«Fermate Radio Vaticana: provoca morti come un’esplosione nucleare». Sono stati consegnati alla procura di Roma i risultati dell’incidente probatorio sull’inquinamento elettromagnetico dell’emittente della Santa Sede. Secondo il coordinamento dei comitati di Roma Nord, i dati sono «da Hiroshima. Livelli così elevati di rischio si riscontrano, nella letteratura scientifica, solo negli studi epidemiologici di zone che hanno subito gli effetti dell’esplosione di una bomba atomica».
Le verifiche del perito del Gip, Andrea Micheli dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano attestano un «coerente, importante, significativo» pericolo di ammalarsi e morire di leucemia, linfoma e mieloma dovuto alla «lunga esposizione residenziale ai ripetitori di Radio Vaticana fino a 12 chilometri di distanza da questa». La Santa Sede ha risposto in udienza con una contro-perizia scientifica di Umberto Veronesi e Susanna Lagorio che nega effetti cancerogeni alle onde elettromagnetiche e assicura che «nella sua attività ha sempre rispettato le indicazioni internazionalmente accettate sull’intensità delle emissioni proprio per garantire piena tranquillità alle popolazioni circostanti e ai suoi lavoratori». Ora il pm Stefano Pesci, responsabile dell’inchiesta, dovrà decidere se archiviare o rinviare a giudizio i responsabili di Radio Vaticana.
L’incidente probatorio, riferiscono i comitati civici, ha accertato che «il rischio è clamorosamente alto, l'effetto è molto importante e non può essere dovuto al caso». Lo studio di mortalità ha verificato i decessi avvenuti dal 1997 al 2003 per una serie di patologie ed ha preso in considerazione il ventennio di storia abitativa antecedente la data della morte, determinando, fino a 12 chilometri dalla Radio Vaticana, un fattore di rischio di morte per leucemia 4,9 volte superiore al valore atteso oltre i 12 km di distanza ed un fattore di rischio pari a 1,7 volte se si considerano linfomi e mielomi. In pratica, bambini e adulti vissuti nelle vicinanze dei centri trasmittenti della Radio Vaticana (presso Santa Maria di Galeria) e della Marina Militare (Maritele) si sono ammalati in percentuale sensibilmente superiore agli altri cittadini romani. I comitati civici invocano «l'immediata sospensione delle trasmissioni della Radio Vaticana e la sua delocalizzazione in un luogo in cui non possa accrescere il rischio di morte e di malattie per gli esseri umani, o l'abbandono totale di questa obsoleta tecnologia in favore della diffusione satellitare dei propri programmi radiofonici».
Sia la Radio Vaticana, sia la Marina Militare hanno depositato le controdeduzioni. Il perito del Gip Micheli, si ribatte in Curia, «ha ammesso l’insussistenza di evidenze scientifiche circa presunti effetti cancerogeni del tipo di onde elettromagnetiche generate dagli impianti di Radio Vaticana». La documentazione fornita da Micheli «non risponde agli standard comunemente accettati per gli studi scientifici epidemiologici» e «i metodi adottati per l'esame dei casi non sono né chiari, né adeguatamente spiegati». Ciò, per la Santa Sede, «conduce a risultati non attendibili e paradossali». Il gip ha affidato al pm la documentazione raccolta. Ora si attende la sua decisione.
(da La Stampa)
Le verifiche del perito del Gip, Andrea Micheli dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano attestano un «coerente, importante, significativo» pericolo di ammalarsi e morire di leucemia, linfoma e mieloma dovuto alla «lunga esposizione residenziale ai ripetitori di Radio Vaticana fino a 12 chilometri di distanza da questa». La Santa Sede ha risposto in udienza con una contro-perizia scientifica di Umberto Veronesi e Susanna Lagorio che nega effetti cancerogeni alle onde elettromagnetiche e assicura che «nella sua attività ha sempre rispettato le indicazioni internazionalmente accettate sull’intensità delle emissioni proprio per garantire piena tranquillità alle popolazioni circostanti e ai suoi lavoratori». Ora il pm Stefano Pesci, responsabile dell’inchiesta, dovrà decidere se archiviare o rinviare a giudizio i responsabili di Radio Vaticana.
L’incidente probatorio, riferiscono i comitati civici, ha accertato che «il rischio è clamorosamente alto, l'effetto è molto importante e non può essere dovuto al caso». Lo studio di mortalità ha verificato i decessi avvenuti dal 1997 al 2003 per una serie di patologie ed ha preso in considerazione il ventennio di storia abitativa antecedente la data della morte, determinando, fino a 12 chilometri dalla Radio Vaticana, un fattore di rischio di morte per leucemia 4,9 volte superiore al valore atteso oltre i 12 km di distanza ed un fattore di rischio pari a 1,7 volte se si considerano linfomi e mielomi. In pratica, bambini e adulti vissuti nelle vicinanze dei centri trasmittenti della Radio Vaticana (presso Santa Maria di Galeria) e della Marina Militare (Maritele) si sono ammalati in percentuale sensibilmente superiore agli altri cittadini romani. I comitati civici invocano «l'immediata sospensione delle trasmissioni della Radio Vaticana e la sua delocalizzazione in un luogo in cui non possa accrescere il rischio di morte e di malattie per gli esseri umani, o l'abbandono totale di questa obsoleta tecnologia in favore della diffusione satellitare dei propri programmi radiofonici».
Sia la Radio Vaticana, sia la Marina Militare hanno depositato le controdeduzioni. Il perito del Gip Micheli, si ribatte in Curia, «ha ammesso l’insussistenza di evidenze scientifiche circa presunti effetti cancerogeni del tipo di onde elettromagnetiche generate dagli impianti di Radio Vaticana». La documentazione fornita da Micheli «non risponde agli standard comunemente accettati per gli studi scientifici epidemiologici» e «i metodi adottati per l'esame dei casi non sono né chiari, né adeguatamente spiegati». Ciò, per la Santa Sede, «conduce a risultati non attendibili e paradossali». Il gip ha affidato al pm la documentazione raccolta. Ora si attende la sua decisione.
(da La Stampa)
giovedì 11 novembre 2010
Google: aumenti di stipendio contro la fuga dei talenti
Secondo una notizia uscita ieri su Repubblica, Google avrebbe concesso un 10% in più in busta paga ai suoi 23mila dipendenti per impedire campagne acquisti tra i suoi talenti da parte dei concorrenti e in particolare di Facebook.
Google concede un aumento del 10% del salario ai propri 23mila dipendenti nel tentativo di evitare una loro fuga verso altre società. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali l'aumento sarà effettivo da gennaio. L'aumento, reso noto dall'amministratore delegato Eric Schimdt in una lettera ai dipendenti, arriva mentre si inasprisce la battaglia fra Google e i maggiori competitor, soprattutto Facebook, per assicurare che i talenti della società restino.
"Vogliamo esseri sicuri che vi sentiate ricompensati per il duro lavoro. Vogliamo continuare ad attirare la gente migliore in Google" osserva Schimdt nel messaggio ai dipendenti, nel quale spiega che una recente indagine interna evidenzia come per i dipendenti Google il salario sia la componente più importante della retribuzione. Google - secondo indiscrezioni - avrebbe anche iniziato a testare una formula matematica per prevedere quali dipendenti più probabilmente lasceranno la società.
Colin Gillis, analista di BGC Partners, ritiene che l'aumento dei salari avarà un chiaro impatto sui margini di profitto e dimostra quanto sia importante mantenere il proprio staff.
(da Francesco Perilli, "Google aumenta gli stipendi per arginare la fuga verso Facebook")
Google concede un aumento del 10% del salario ai propri 23mila dipendenti nel tentativo di evitare una loro fuga verso altre società. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali l'aumento sarà effettivo da gennaio. L'aumento, reso noto dall'amministratore delegato Eric Schimdt in una lettera ai dipendenti, arriva mentre si inasprisce la battaglia fra Google e i maggiori competitor, soprattutto Facebook, per assicurare che i talenti della società restino.
"Vogliamo esseri sicuri che vi sentiate ricompensati per il duro lavoro. Vogliamo continuare ad attirare la gente migliore in Google" osserva Schimdt nel messaggio ai dipendenti, nel quale spiega che una recente indagine interna evidenzia come per i dipendenti Google il salario sia la componente più importante della retribuzione. Google - secondo indiscrezioni - avrebbe anche iniziato a testare una formula matematica per prevedere quali dipendenti più probabilmente lasceranno la società.
Colin Gillis, analista di BGC Partners, ritiene che l'aumento dei salari avarà un chiaro impatto sui margini di profitto e dimostra quanto sia importante mantenere il proprio staff.
(da Francesco Perilli, "Google aumenta gli stipendi per arginare la fuga verso Facebook")
martedì 9 novembre 2010
Vieni via con me: boom di ascolti per Saviano e Fazio
Boom d'ascolti ieri sera per la prima puntata di "Vieni via con me", su Rai Tre, ha registrato 7.623.000 spettatori e il 25,48% di share.
Il programma di e con Fabio Fazio e Roberto Saviano ha ottenuto picchi superiori a 9.300.000 spettatori e al 32% di share (il piu' alto alle 22:42 con 9.321.000 spettatori e il 32,02% di share). "Vieni Via Con Me" è stato il programma più visto di RaiTre degli ultimi 10 anni.
L'aspetto interessante è che sono stati eccezionali i risultati nei target più giovani: nel target tra i 15 e i 24 anni il programma ha raggiunto il 28% di share, ha superato il 30% (30,14%) in quello tra i 25 e i 34 anni.
La trasmissione si è aperta con la lettura di una serie di elenchi tra cui quello letto da Nichi Vendola sui modi per definire gli omosessuali. Poi è arrivato il momento del monologo di Saviano sulla ''macchina del fango'', nel quale l'autore di Gomorra ha detto di ritenere in pericolo la democrazia.
A tenere banco è stato poi lo show di Roberto Benigni, che, dopo le polemiche, ha accettato di partecipare gratuitamente come ospite alla trasmissione. Il comico toscano come un fiume in piena ha parlato di Ruby e del caso escort, poi ha scherzato sui nuovi ''metodi'' usati dalla mafia evocati da Silvio Berlusconi: ''Mafiosi schifosi, vendicatevi con me mandatemi due brasiliane''.
Ospite della trasmissione ieri sera anche il maestro Claudio Abbado che ha elencato i motivi per cui bisogna difendere la cultura.
Il programma di e con Fabio Fazio e Roberto Saviano ha ottenuto picchi superiori a 9.300.000 spettatori e al 32% di share (il piu' alto alle 22:42 con 9.321.000 spettatori e il 32,02% di share). "Vieni Via Con Me" è stato il programma più visto di RaiTre degli ultimi 10 anni.
L'aspetto interessante è che sono stati eccezionali i risultati nei target più giovani: nel target tra i 15 e i 24 anni il programma ha raggiunto il 28% di share, ha superato il 30% (30,14%) in quello tra i 25 e i 34 anni.
La trasmissione si è aperta con la lettura di una serie di elenchi tra cui quello letto da Nichi Vendola sui modi per definire gli omosessuali. Poi è arrivato il momento del monologo di Saviano sulla ''macchina del fango'', nel quale l'autore di Gomorra ha detto di ritenere in pericolo la democrazia.
A tenere banco è stato poi lo show di Roberto Benigni, che, dopo le polemiche, ha accettato di partecipare gratuitamente come ospite alla trasmissione. Il comico toscano come un fiume in piena ha parlato di Ruby e del caso escort, poi ha scherzato sui nuovi ''metodi'' usati dalla mafia evocati da Silvio Berlusconi: ''Mafiosi schifosi, vendicatevi con me mandatemi due brasiliane''.
Ospite della trasmissione ieri sera anche il maestro Claudio Abbado che ha elencato i motivi per cui bisogna difendere la cultura.
mercoledì 27 ottobre 2010
Dio appare su Google Street View
Notizia comico-surreale letta su Wintricks.it:
Google Street View avrebbe immortalato Dio in compagnia di un'altra divinità a Quarten, una cittadina svizzera che si affaccia sul Lago di Walen. La curiosissima foto pubblicata dalla sezione "mappe" del motore di ricerca ha fatto in men che non si dica il giro della rete.
Eccola qua:
Secondo gli scettici l'immagine sarebbe causata dalla distorsione della luce oppure dal riflesso della lente. Google ha rifiutato di commentare l'apparizione.
(da MondoMultiMedia)
Google Street View avrebbe immortalato Dio in compagnia di un'altra divinità a Quarten, una cittadina svizzera che si affaccia sul Lago di Walen. La curiosissima foto pubblicata dalla sezione "mappe" del motore di ricerca ha fatto in men che non si dica il giro della rete.
Eccola qua:
Secondo gli scettici l'immagine sarebbe causata dalla distorsione della luce oppure dal riflesso della lente. Google ha rifiutato di commentare l'apparizione.
(da MondoMultiMedia)
martedì 26 ottobre 2010
Privacy: Google raccoglie email e password dai computer privati
In America, Google ha erroneamente raccolto le e-mail e le password dai computer privati, collegati a reti wireless.
Il senior vice presidente di ingegneria e di ricerca Alan Eustace, ha dichiarato: "Lavoriamo sodo con Google per guadagnare la vostra fiducia, e siamo ben consapevoli di non fare del male a nessuno".
Il nuovo direttore della privacy Alma Whitten, si assumerà la responsabilità per fare in modo di ottenere efficaci controlli della privacy:
"Siamo profondamente dispiaciuti per aver erroneamente raccolto i dati provenienti dalle reti payload in chiaro. Vogliamo cancellare i dati non appena possibile e continueremo a lavorare con le autorità per determinare il modo migliore di procedere, oltre che per rispondere alle loro domande e preoccupazioni."
Alan Eustace ha anche detto che ci saranno molti cambiamenti atti ad una responsabile raccolta dei dati migliorando le nostre interne. Anche se - ha specificato - nessun sistema può naturalmente eliminare del tutto l'errore umano.
(da MondoMultiMedia: Google raccoglie email e password dalle reti wi-fi: arrivano le scuse)
Il senior vice presidente di ingegneria e di ricerca Alan Eustace, ha dichiarato: "Lavoriamo sodo con Google per guadagnare la vostra fiducia, e siamo ben consapevoli di non fare del male a nessuno".
Il nuovo direttore della privacy Alma Whitten, si assumerà la responsabilità per fare in modo di ottenere efficaci controlli della privacy:
"Siamo profondamente dispiaciuti per aver erroneamente raccolto i dati provenienti dalle reti payload in chiaro. Vogliamo cancellare i dati non appena possibile e continueremo a lavorare con le autorità per determinare il modo migliore di procedere, oltre che per rispondere alle loro domande e preoccupazioni."
Alan Eustace ha anche detto che ci saranno molti cambiamenti atti ad una responsabile raccolta dei dati migliorando le nostre interne. Anche se - ha specificato - nessun sistema può naturalmente eliminare del tutto l'errore umano.
(da MondoMultiMedia: Google raccoglie email e password dalle reti wi-fi: arrivano le scuse)
venerdì 22 ottobre 2010
Canone Rai: si pagherà con le pensioni
Piccola rivoluzione nel pagamento del canone tv!
Dal 2011 i pensionati se vorranno lo pagheranno tramite una ritenuta sull’assegno mensile. Dunque non ci si dovrà più preoccupare di pagare di persona. Il canone potrà essere diviso in 11 rate senza interessi. Per fare richiesta c'è tempo fino al 15 novembre.
Potranno beneficiare di questa possibilità tutti coloro che non superano i 18.000 euro di reddito di pensione, calcolando l'anno fiscale precedente a quello della richiesta.
Al momento della domanda è necessario già essere titolari di un trattamento pensionistico, un assegno sociale o invalidità civile. Nel caso in cui si percepisca più di una pensione (che sommate non devono superare la quota dei 18.000 euro), si può liberamente scegliere l'ente attraverso il quale fare richiesta. L'importante è che l'importo annuo della pensione sia superiore al costo dell'abbonamento Rai.
Questa novità segue a pochi giorni di distanza l’annuncio dell’esenzione dal pagamento del canone per gli over 75.
Possono usufruire del beneficio gli anziani:
- di età pari o superiore a 75 anni;
- con un reddito (proprio e del coniuge) non superiore complessivamente a 516,46 euro al mese per tredici mensilità (equivalenti a 1 milione di vecchie lire al mese - ma ormai si potrebbe anche arrotondare alla nuova valuta...);
- che non convivano con altre persone (oltre al coniuge).
Dal 2011 i pensionati se vorranno lo pagheranno tramite una ritenuta sull’assegno mensile. Dunque non ci si dovrà più preoccupare di pagare di persona. Il canone potrà essere diviso in 11 rate senza interessi. Per fare richiesta c'è tempo fino al 15 novembre.
Potranno beneficiare di questa possibilità tutti coloro che non superano i 18.000 euro di reddito di pensione, calcolando l'anno fiscale precedente a quello della richiesta.
Al momento della domanda è necessario già essere titolari di un trattamento pensionistico, un assegno sociale o invalidità civile. Nel caso in cui si percepisca più di una pensione (che sommate non devono superare la quota dei 18.000 euro), si può liberamente scegliere l'ente attraverso il quale fare richiesta. L'importante è che l'importo annuo della pensione sia superiore al costo dell'abbonamento Rai.
Questa novità segue a pochi giorni di distanza l’annuncio dell’esenzione dal pagamento del canone per gli over 75.
Possono usufruire del beneficio gli anziani:
- di età pari o superiore a 75 anni;
- con un reddito (proprio e del coniuge) non superiore complessivamente a 516,46 euro al mese per tredici mensilità (equivalenti a 1 milione di vecchie lire al mese - ma ormai si potrebbe anche arrotondare alla nuova valuta...);
- che non convivano con altre persone (oltre al coniuge).
lunedì 18 ottobre 2010
Inquinamento: preoccupazione per gli italiani
L’inquinamento ambientale preoccupa gli italiani.
Secondo la ricerca realizzata dalla società di ricerche Lorien Consulting e dal mensile edito da Legambiente La Nuova Ecologia e presentata al forum QualEnergia, per 7 italiani su 10 le questioni ambientali sono da affrontare con urgenza. Inquinamento e spreco di risorse si collocano infatti al secondo posto nella classifica delle maggiori preoccupazioni degli intervistati, subito dopo il lavoro, scelto da 9 italiani su 10.
A livello nazionale le questioni prioritarie sono considerate i rifiuti e la promozione delle energie rinnovabili, ritenute urgenti da oltre la metà del campione (58,6%). A livello locale, invece, l'attenzione si sposta su mobilità e trasporti, considerati i problemi più urgenti dal 46,5% degli intervistati.
Oltre il 75% degli italiani sostiene che a livello pubblico si potrebbe fare molto di più per l’ambiente e il 61,5% ritiene inefficiente l’operato delle amministrazioni locali. Tra le fonti rinnovabili più conosciute, al primo posto troviamo solare e fotovoltaico, (65%), seguiti da eolico e idroelettrico.
Il nucleare è citato soltanto da 2 italiani su 10 e il 58% si definisce contrario agli investimento nel nucleare nella Penisola. Se poi la centrale fosse costruita nella regione di residenza, la percentuale sale al 66%.
Tra i comportamenti sostenibili degli italiani, la percentuale di chi utilizza lampadine a risparmio energetico è pari al 98%, i pannelli solari termici sono scelti dal 47,5% e quelli fotovoltaici dal 47,3%.
Secondo la ricerca realizzata dalla società di ricerche Lorien Consulting e dal mensile edito da Legambiente La Nuova Ecologia e presentata al forum QualEnergia, per 7 italiani su 10 le questioni ambientali sono da affrontare con urgenza. Inquinamento e spreco di risorse si collocano infatti al secondo posto nella classifica delle maggiori preoccupazioni degli intervistati, subito dopo il lavoro, scelto da 9 italiani su 10.
A livello nazionale le questioni prioritarie sono considerate i rifiuti e la promozione delle energie rinnovabili, ritenute urgenti da oltre la metà del campione (58,6%). A livello locale, invece, l'attenzione si sposta su mobilità e trasporti, considerati i problemi più urgenti dal 46,5% degli intervistati.
Oltre il 75% degli italiani sostiene che a livello pubblico si potrebbe fare molto di più per l’ambiente e il 61,5% ritiene inefficiente l’operato delle amministrazioni locali. Tra le fonti rinnovabili più conosciute, al primo posto troviamo solare e fotovoltaico, (65%), seguiti da eolico e idroelettrico.
Il nucleare è citato soltanto da 2 italiani su 10 e il 58% si definisce contrario agli investimento nel nucleare nella Penisola. Se poi la centrale fosse costruita nella regione di residenza, la percentuale sale al 66%.
Tra i comportamenti sostenibili degli italiani, la percentuale di chi utilizza lampadine a risparmio energetico è pari al 98%, i pannelli solari termici sono scelti dal 47,5% e quelli fotovoltaici dal 47,3%.
venerdì 15 ottobre 2010
Università: docenti e ricercatori sfiduciati e offesi
Questa è una lettera che Giulio Ballio, rettore del Politecnico di Milano, una delle migliori scuole pubbliche che abbiamo in Italia, ha inviato agli allievi ed ex-allievi dell'ateneo. Credo che la sua lettura possa essere importante per tutti.
Cara Allieva, Caro Allievo,
In questi ultimi due anni stiamo assistendo a una campagna denigratoria, sempre più intensa e aggressiva, nei riguardi dell’Università italiana e di tutti coloro che onestamente vi operano.
E’ una campagna che rischia di demotivare profondamente tutti noi e soprattutto quei giovani che vi sono entrati da poco o che desiderano entrarvi.
E’ una campagna che può indurre legittimi dubbi in Voi e nelle Vostre famiglie.
Spesso le persone che incontro mi chiedono se è reale il quadro che viene rappresentato dai molti interventi riportati dai media, oppure se stiamo assistendo, forse senza rendercene conto, a un attacco teso a sfiduciare le università statali.
Appare legittimo il dubbio che vi sia il desiderio di sostituire l’ università pubblica con un sistema privato, devastando le aspettative di più di un milione e mezzo di famiglie italiane.
Noi, che siamo allo stesso tempo insegnanti e ricercatori, ci sentiamo profondamente offesi perché ci si vuole delegittimare proprio di fronte alla comunità che abbiamo scelto di servire col nostro lavoro e con i nostri sacrifici.
Questi tentativi di delegittimazione fanno male a tutti noi che crediamo nell’università, che vi lavoriamo per formare e per traghettare Voi giovani dalla scuola secondaria al mondo del lavoro, per fare ricerca e servire il nostro Paese in cui ancora crediamo. Ci fanno perdere l’entusiasmo, ci spingono a fare il minimo richiesto, ci allontanano dalla voglia di operare in un servizio che abbiamo scelto e in cui ancora crediamo. Vogliamo reagire soltanto perché, altrimenti, faremmo il gioco di chi ci vuole distruggere privandoci di quella libertà che, sola, permette di fare ricerca e insegnare a Voi giovani.
In questi giorni si parla di agitazioni dei ricercatori, di richiesta di sospensione delle lezioni, di volontà a non tenere insegnamenti, di rivendicazioni da parte di persone che possono sembrare fortunate perché hanno ancora un lavoro, ma alle quali si sta togliendo quella speranza che li aveva spinti a rinunciare ad attività più remunerative per iniziare quel lavoro che a noi, più vecchi, è sempre parso il più bel lavoro del mondo: fare ricerca e contemporaneamente insegnare ai più giovani.
Le aspettative di carriera dei più giovani sono deluse. Da più di tre anni non sono banditi concorsi per passare da ricercatore a professore associato e da associato a professore ordinario e non si può ragionevolmente prevedere il numero di anni che dovranno ancora passare prima che questi concorsi vengano banditi. Per non invecchiare senza speranza molti giovani valenti stanno vincendo concorsi per posizioni di professore in università straniere e coloro che vanno via non sono sostituiti da colleghi stranieri che desiderino venire a lavorare in Italia.
Ci viene impedito di fare ricerca con colleghi stranieri anche se riusciamo a farci finanziare da enti pubblici o privati perché un nuovo dispositivo legislativo prescrive di spendere in missioni di lavoro meno della metà di quanto speso nel 2009.
Ci viene impedito di continuare a offrire una formazione finora apprezzata dal mondo del lavoro perché un recente decreto ministeriale impone una riduzione di insegnamenti e corsi di laurea, indipendentemente dal numero di allievi iscritti. Forse il nostro Ateneo sarà costretto a ridurre le immatricolazioni oppure a chiudere attività didattiche che fino ad oggi hanno soddisfatto le esigenze dei territori in cui il Politecnico è presente.
Ci viene proposto un Disegno di Legge che, seppur necessario, presenta alcuni punti critici:
Come si fa a gestire un Ateneo o a fare una programmazione adeguata quando ancora oggi non si conosce l’ammontare del finanziamento statale del Politecnico relativo all’anno 2010?
Questa lettera nasce proprio dal desiderio di condividere con Voi questi sentimenti, di chiedere la vostra comprensione, di cercare la vostra solidarietà.
Tutti noi del Politecnico vogliamo continuare la missione che da quasi 150 anni ci è stata affidata, ma non possiamo essere lasciati soli in balia di chi sta usando una falciatrice per fare di tutta l’erba un fascio, incurante di tagliare in un solo passaggio l’erba secca, quella verde e i fiori già cresciuti.
E’ proprio la capacità di distinguere il grano buono dalla gramigna che, insieme a Voi, indipendentemente da ogni fede politica, vorremmo chiedere a questo nostro Paese. Vogliamo che non sia distrutto quanto di buono abbiamo, chiediamo con forza che si investa anche su quanto c’è di buono per renderlo ancora migliore.
Probabilmente molti di Voi si stanno ponendo un certo numero di interrogativi quali ad esempio: Cos’è l’autonomia dell’università? Le università sono tutte uguali? Chi sostiene economicamente le università? Perché i docenti fanno ricerca? Quali sono i doveri che la legge impone ai docenti universitari? Come si recluta un docente universitario? La ricerca italiana è così di basso livello come viene dipinta? E’ vero che le nostre università sono molto indietro nelle classifiche internazionali? I baroni esistono ancora? Il cosiddetto 3+2 è una iattura? Cosa vuol dire titolo legale?
A queste e ad altre domande, che potrete propormi scrivendomi, sarà data una risposta sul sito Polimi nelle prossime settimane.
Cordiali saluti
Giulio Ballio
Cara Allieva, Caro Allievo,
In questi ultimi due anni stiamo assistendo a una campagna denigratoria, sempre più intensa e aggressiva, nei riguardi dell’Università italiana e di tutti coloro che onestamente vi operano.
E’ una campagna che rischia di demotivare profondamente tutti noi e soprattutto quei giovani che vi sono entrati da poco o che desiderano entrarvi.
E’ una campagna che può indurre legittimi dubbi in Voi e nelle Vostre famiglie.
Spesso le persone che incontro mi chiedono se è reale il quadro che viene rappresentato dai molti interventi riportati dai media, oppure se stiamo assistendo, forse senza rendercene conto, a un attacco teso a sfiduciare le università statali.
Appare legittimo il dubbio che vi sia il desiderio di sostituire l’ università pubblica con un sistema privato, devastando le aspettative di più di un milione e mezzo di famiglie italiane.
Noi, che siamo allo stesso tempo insegnanti e ricercatori, ci sentiamo profondamente offesi perché ci si vuole delegittimare proprio di fronte alla comunità che abbiamo scelto di servire col nostro lavoro e con i nostri sacrifici.
Questi tentativi di delegittimazione fanno male a tutti noi che crediamo nell’università, che vi lavoriamo per formare e per traghettare Voi giovani dalla scuola secondaria al mondo del lavoro, per fare ricerca e servire il nostro Paese in cui ancora crediamo. Ci fanno perdere l’entusiasmo, ci spingono a fare il minimo richiesto, ci allontanano dalla voglia di operare in un servizio che abbiamo scelto e in cui ancora crediamo. Vogliamo reagire soltanto perché, altrimenti, faremmo il gioco di chi ci vuole distruggere privandoci di quella libertà che, sola, permette di fare ricerca e insegnare a Voi giovani.
In questi giorni si parla di agitazioni dei ricercatori, di richiesta di sospensione delle lezioni, di volontà a non tenere insegnamenti, di rivendicazioni da parte di persone che possono sembrare fortunate perché hanno ancora un lavoro, ma alle quali si sta togliendo quella speranza che li aveva spinti a rinunciare ad attività più remunerative per iniziare quel lavoro che a noi, più vecchi, è sempre parso il più bel lavoro del mondo: fare ricerca e contemporaneamente insegnare ai più giovani.
Le aspettative di carriera dei più giovani sono deluse. Da più di tre anni non sono banditi concorsi per passare da ricercatore a professore associato e da associato a professore ordinario e non si può ragionevolmente prevedere il numero di anni che dovranno ancora passare prima che questi concorsi vengano banditi. Per non invecchiare senza speranza molti giovani valenti stanno vincendo concorsi per posizioni di professore in università straniere e coloro che vanno via non sono sostituiti da colleghi stranieri che desiderino venire a lavorare in Italia.
Ci viene impedito di fare ricerca con colleghi stranieri anche se riusciamo a farci finanziare da enti pubblici o privati perché un nuovo dispositivo legislativo prescrive di spendere in missioni di lavoro meno della metà di quanto speso nel 2009.
Ci viene impedito di continuare a offrire una formazione finora apprezzata dal mondo del lavoro perché un recente decreto ministeriale impone una riduzione di insegnamenti e corsi di laurea, indipendentemente dal numero di allievi iscritti. Forse il nostro Ateneo sarà costretto a ridurre le immatricolazioni oppure a chiudere attività didattiche che fino ad oggi hanno soddisfatto le esigenze dei territori in cui il Politecnico è presente.
Ci viene proposto un Disegno di Legge che, seppur necessario, presenta alcuni punti critici:
- l’imposizione di forme di governo dell’Ateneo molto diverse da quelle da noi adottate nell’ultimo decennio che ci hanno permesso di crescere nella reputazione internazionale
- l’obbligo di assumere docenti provenienti da altre Università in un paese che fa di tutto per contrastare la mobilità a causa della carenza di servizi erogati
- pesanti incertezze sul destino dei giovani ricercatori che lavorano con noi per la mancanza di una programmazione nella progressione delle loro carriere
- scarsa attrattività della carriera accademica per le nuove generazioni poste di fronte a una serie di contratti a tempo determinato che aumenta il loro senso di precarietà.
Come si fa a gestire un Ateneo o a fare una programmazione adeguata quando ancora oggi non si conosce l’ammontare del finanziamento statale del Politecnico relativo all’anno 2010?
Questa lettera nasce proprio dal desiderio di condividere con Voi questi sentimenti, di chiedere la vostra comprensione, di cercare la vostra solidarietà.
Tutti noi del Politecnico vogliamo continuare la missione che da quasi 150 anni ci è stata affidata, ma non possiamo essere lasciati soli in balia di chi sta usando una falciatrice per fare di tutta l’erba un fascio, incurante di tagliare in un solo passaggio l’erba secca, quella verde e i fiori già cresciuti.
E’ proprio la capacità di distinguere il grano buono dalla gramigna che, insieme a Voi, indipendentemente da ogni fede politica, vorremmo chiedere a questo nostro Paese. Vogliamo che non sia distrutto quanto di buono abbiamo, chiediamo con forza che si investa anche su quanto c’è di buono per renderlo ancora migliore.
Probabilmente molti di Voi si stanno ponendo un certo numero di interrogativi quali ad esempio: Cos’è l’autonomia dell’università? Le università sono tutte uguali? Chi sostiene economicamente le università? Perché i docenti fanno ricerca? Quali sono i doveri che la legge impone ai docenti universitari? Come si recluta un docente universitario? La ricerca italiana è così di basso livello come viene dipinta? E’ vero che le nostre università sono molto indietro nelle classifiche internazionali? I baroni esistono ancora? Il cosiddetto 3+2 è una iattura? Cosa vuol dire titolo legale?
A queste e ad altre domande, che potrete propormi scrivendomi, sarà data una risposta sul sito Polimi nelle prossime settimane.
Cordiali saluti
Giulio Ballio
giovedì 14 ottobre 2010
Inps, è ufficiale: i precari saranno senza pensione pur pagando i contributi
La notizia è arrivata e conferma la peggiore delle ipotesi. Rimarrà sotto traccia per ovvi motivi, anche se in Rete possiamo farla circolare. Se siete precari sappiate che non riceverete la pensione. I contributi che state versando servono soltanto a pagare chi la pensione ce l'ha garantita. Perché l'Inps debba nascondere questa verità è evidente: per evitare la rivolta. Ad affermarlo non sono degli analisti rivoluzionari e di sinistra ma lo stesso presidente dell'istituto di previdenza, Antonio Mastropasqua che, come scrive Agoravox, ha finalmente risposto a chi gli chiedeva perché l'INPS non fornisce ai precari la simulazione della loro pensione futura come fa con gli altri lavoratori: "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale".
Intrage scrive che l'annuncio è stato dato nel corso di un convegno: la notizia principale sarebbe dovuta essere quella che l'Inps invierà, la prossima settimana, circa 4 milioni di lettere ai parasubordinati, dopo quelle spedite a luglio ai lavoratori dipendenti, per spiegare come consultare on line la posizione previdenziale personale. Per verificare, cioè, i contributi che risultano versati.
La seconda notizia è che non sarà possibile, per il lavoratore parasubordinato, simulare sullo stesso sito quella che dovrebbe essere la sua pensione, come invece possono già fare i lavoratori dipendenti. Il motivo di questa differenza pare sia stato spiegato da Mastrapasqua proprio con quella battuta. Per dire, in altre parole, che se i vari collaboratori, consulenti, lavoratori a progetto, co.co.co., iscritti alla gestione separata Inps, cioè i parasubordinati, venissero a conoscenza della verità, potrebbero arrabbiarsi sul serio. E la verità è che col sistema contributivo, i trattamenti maturati da collaboratori e consulenti spesso non arrivano alla pensione minima.
I precari, i lavoratori parasubordinati come si chiamano per l'INPS gli "imprenditori di loro stessi" creati dalle politiche neoliberiste, non avranno la pensione. Pagano contributi inutilmente o meglio: li pagano perché l'INPS possa pagare la pensione a chi la maturerà. Per i parasubordinati la pensione non arriverà alla minima, nemmeno se il parasubordinato riuscirà, nella sua carriera lavorativa, a non perdere neppure un anno di contribuzione.
L'unico sistema che l'INPS ha trovato per affrontare l'amara verità, è stato quello di nascondere ai lavoratori che nel loro futuro la pensione non ci sarà, sperando che se ne accorgano il più tardi possibile e che facciano meno casino possibile.
Quindi paghiamo i nostri contributi che non rivedremo sotto forma di pensione. Se reagiamo adesso, forse, abbiamo ancora la speranza di una pensione minima.
(da http://contintasca.blogosfere.it/2010/10/inps-e-ufficiale-i-precari-saranno-senza-pensione-silenzio-dei-media-o-scatta-la-rivolta.html)
Intrage scrive che l'annuncio è stato dato nel corso di un convegno: la notizia principale sarebbe dovuta essere quella che l'Inps invierà, la prossima settimana, circa 4 milioni di lettere ai parasubordinati, dopo quelle spedite a luglio ai lavoratori dipendenti, per spiegare come consultare on line la posizione previdenziale personale. Per verificare, cioè, i contributi che risultano versati.
La seconda notizia è che non sarà possibile, per il lavoratore parasubordinato, simulare sullo stesso sito quella che dovrebbe essere la sua pensione, come invece possono già fare i lavoratori dipendenti. Il motivo di questa differenza pare sia stato spiegato da Mastrapasqua proprio con quella battuta. Per dire, in altre parole, che se i vari collaboratori, consulenti, lavoratori a progetto, co.co.co., iscritti alla gestione separata Inps, cioè i parasubordinati, venissero a conoscenza della verità, potrebbero arrabbiarsi sul serio. E la verità è che col sistema contributivo, i trattamenti maturati da collaboratori e consulenti spesso non arrivano alla pensione minima.
I precari, i lavoratori parasubordinati come si chiamano per l'INPS gli "imprenditori di loro stessi" creati dalle politiche neoliberiste, non avranno la pensione. Pagano contributi inutilmente o meglio: li pagano perché l'INPS possa pagare la pensione a chi la maturerà. Per i parasubordinati la pensione non arriverà alla minima, nemmeno se il parasubordinato riuscirà, nella sua carriera lavorativa, a non perdere neppure un anno di contribuzione.
L'unico sistema che l'INPS ha trovato per affrontare l'amara verità, è stato quello di nascondere ai lavoratori che nel loro futuro la pensione non ci sarà, sperando che se ne accorgano il più tardi possibile e che facciano meno casino possibile.
Quindi paghiamo i nostri contributi che non rivedremo sotto forma di pensione. Se reagiamo adesso, forse, abbiamo ancora la speranza di una pensione minima.
(da http://contintasca.blogosfere.it/2010/10/inps-e-ufficiale-i-precari-saranno-senza-pensione-silenzio-dei-media-o-scatta-la-rivolta.html)
mercoledì 13 ottobre 2010
Generali e "I cuccioli del leone": nuovo asilo aziendale per il gruppo di Cesare Geronzi
E’ stato inaugurato ieri nella sede centrale di Trieste il primo asilo aziendale del Gruppo Generali in Italia. L’asilo, che assieme a quello aperto contemporaneamente nella sede di Mogliano Veneto è operativo da settembre, accoglie 28 bambini di età compresa tra i tre mesi e i tre anni, figli di dipendenti delle societa’ del gruppo presenti a Trieste. L’iniziativa, spiega la compagnia, “vuole contribuire alla conciliazione delle scelte professionali con quelle familiari, favorendo la valorizzazione dell’apporto professionale dei dipendenti genitori alla vita aziendale”.
All’inaugurazione erano presenti tra gli altri il presidente Cesare Geronzi, il Group Ceo Giovanni Perissinotto, l’amministratore delegato Sergio Balbinot e il direttore generale Raffaele Agrusti. E’ stata quindi portata a termine la ristrutturazione del piano terra del palazzo Berlam, situato nelle immediate vicinanze della sede centrale della compagnia. Il risultato che oggi si presenta e’ un asilo costituito da ambienti confortevoli, dotato di cucina interna, che rispetta tutte le piu’ recenti norme di biocompatibilita’.
“Per garantire i migliori risultati dal punto di vista dell’eccellenza educativa – conclude la compagnia – la gestione del progetto e’ stata affidato alla cooperativa sociale Arca di Trieste, un consorzio per i servizi dedicati all’infanzia che vanta una lunga esperienza nel settore dell’infanzia, cosi’ come personale altamente qualificato”.
La notizia mi rallegra. dato che da sempre sostengo che la creazione di asili aziendali (oltre al telelavoro, ma questo, purtroppo, lo vedo meno vicino come diffusione nelle aziende...) è la prima via contro le discriminazioni di genere sul lavoro. Brava Generali!
All’inaugurazione erano presenti tra gli altri il presidente Cesare Geronzi, il Group Ceo Giovanni Perissinotto, l’amministratore delegato Sergio Balbinot e il direttore generale Raffaele Agrusti. E’ stata quindi portata a termine la ristrutturazione del piano terra del palazzo Berlam, situato nelle immediate vicinanze della sede centrale della compagnia. Il risultato che oggi si presenta e’ un asilo costituito da ambienti confortevoli, dotato di cucina interna, che rispetta tutte le piu’ recenti norme di biocompatibilita’.
“Per garantire i migliori risultati dal punto di vista dell’eccellenza educativa – conclude la compagnia – la gestione del progetto e’ stata affidato alla cooperativa sociale Arca di Trieste, un consorzio per i servizi dedicati all’infanzia che vanta una lunga esperienza nel settore dell’infanzia, cosi’ come personale altamente qualificato”.
La notizia mi rallegra. dato che da sempre sostengo che la creazione di asili aziendali (oltre al telelavoro, ma questo, purtroppo, lo vedo meno vicino come diffusione nelle aziende...) è la prima via contro le discriminazioni di genere sul lavoro. Brava Generali!
Odio? Vendetta? Ditelo con un fiore
Se odiate qualcuno con tutto il cuore e volete farglielo sapere, c'è un incredibile fiorista on-line che fa al caso vostro. Potetre inviare comodamente da casa vostra mazzi in decomposizione o bouquets di rose decapitate alla Morticia Addams.
L'indirizzo del sito è dirtyrottenflowers.com.
L'indirizzo del sito è dirtyrottenflowers.com.
lunedì 11 ottobre 2010
I sei peccati di Greenwashing: come capire se le aziende ci imbrogliano
Nel 2007, TerraChoice Environmental Marketing condusse una famosa ricerca approfondita sul Greenwashing. La domanda che si poneva il team di ricerca era: che prova ho che questa affermazione sia vera? La conclusione a cui sono giunti è che per quanto riguarda la maggior parte dei prodotti non erano in grado di dare una risposta certa. In seguito hanno compilato una lista dei sei segni che possono aiutare a capire quando ci troviamo di fronte a un tentativo di greenwashing.
Ecco dunque The Six Sins of Greenwashing, i peccati commessi nel tentativo di vendere un prodotto come "amico dell’ambiente":
1. Peccato di nascosto tradcoff
affermazioni che suggeriscono che un prodotto è verde in base a un solo elemento che lo caratterizza, ad esempio l’essere fatto di carta riciclata, senza prestare alcuna attenzione ad altre tematiche, magari più importanti, come l’energia, il clima o l’acqua. Non sono affermazioni false, ma danno comunque un’immagine depistante del prodotto. Si tratta del peccato più commesso, riscontrabile nel 57% dei casi.
2. Peccato di mancanza di prove
affermazioni che non possono essere provate in base alle informazioni fornite o a una certificazione riconosciuta di un ente terzo, ad esempio di una ONG. Il 26% dei claim non è sostenuto da prove né sul punto vendita né sul sito dell’azienda.
3. Peccato di vaghezza
affermazioni non chiare, vaghe. Cosa vuoI dire, ad esempio “Prodotto naturale”? L’TT% dei claim rientra in questa categoria.
4. Peccato di irrilevanza
affermazioni che, indipendentemente dall’essere veritiere, non sono importanti e non aiutano il consumatore a capire qualcosa di più del prodotto. Non serve ad esempio sapere che un deodorante non contiene CFC, dal momento che i clorofluorocarbuii sono stati messi al bando da anni, ma il 4% dei claim fornisce proprio informazioni di questo tipo!
5. Peccato dcl “minore dci mali”
affermazioni che, anche se vere, possono distogliere il consumatore dal considerare l’impatto ambientale di determinate categorie di prodotti. E claim come “insetticida verde” rappresentano l’i% dei casi esaminati.
6. Peccato di falsità
meno dell’i% delle affermazioni esaminate sono risultate semplicemente false.
Ecco dunque The Six Sins of Greenwashing, i peccati commessi nel tentativo di vendere un prodotto come "amico dell’ambiente":
1. Peccato di nascosto tradcoff
affermazioni che suggeriscono che un prodotto è verde in base a un solo elemento che lo caratterizza, ad esempio l’essere fatto di carta riciclata, senza prestare alcuna attenzione ad altre tematiche, magari più importanti, come l’energia, il clima o l’acqua. Non sono affermazioni false, ma danno comunque un’immagine depistante del prodotto. Si tratta del peccato più commesso, riscontrabile nel 57% dei casi.
2. Peccato di mancanza di prove
affermazioni che non possono essere provate in base alle informazioni fornite o a una certificazione riconosciuta di un ente terzo, ad esempio di una ONG. Il 26% dei claim non è sostenuto da prove né sul punto vendita né sul sito dell’azienda.
3. Peccato di vaghezza
affermazioni non chiare, vaghe. Cosa vuoI dire, ad esempio “Prodotto naturale”? L’TT% dei claim rientra in questa categoria.
4. Peccato di irrilevanza
affermazioni che, indipendentemente dall’essere veritiere, non sono importanti e non aiutano il consumatore a capire qualcosa di più del prodotto. Non serve ad esempio sapere che un deodorante non contiene CFC, dal momento che i clorofluorocarbuii sono stati messi al bando da anni, ma il 4% dei claim fornisce proprio informazioni di questo tipo!
5. Peccato dcl “minore dci mali”
affermazioni che, anche se vere, possono distogliere il consumatore dal considerare l’impatto ambientale di determinate categorie di prodotti. E claim come “insetticida verde” rappresentano l’i% dei casi esaminati.
6. Peccato di falsità
meno dell’i% delle affermazioni esaminate sono risultate semplicemente false.
martedì 5 ottobre 2010
Risparmiare sulla spesa con un Sms
Sms consumatori è un servizio di pubblica utilità fornito dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali grazie al quale si possono ottenere gratuitamente delle informazioni sui costi medi dei prodotti agroalimentari.
Sul sito smsconsumatori.it potrete visualizzare il prezzo medio nazionale del prodotto cercato e suddiviso per le macro aree Nord - Centro - Sud, visualizzare il grafico dell'andamento del prezzo (stabile, in aumento, in calo) e scoprire dove è stato rilevato il prezzo più alto e quello più basso sul territorio nazionale.
Sul sito è anche possibile simulare la spesa attraverso un carrello virtuale o inviare una segnalazione nel caso doveste riscontrare un prezzo anomalo o il mancato rispetto delle normative igienico-sanitarie di etichettatura e di sicurezza alimentare.
Si possono richiedere fino a 5 sms al giorno con un limite massimo di 30 sms mensili per ottenere informazioni scegliendo fra più di 80 prodotti agroalimentari semplicemente inviando un sms gratuito al numero 47947 con il nome del prodotto che vi interessa.
Sul sito smsconsumatori.it potrete visualizzare il prezzo medio nazionale del prodotto cercato e suddiviso per le macro aree Nord - Centro - Sud, visualizzare il grafico dell'andamento del prezzo (stabile, in aumento, in calo) e scoprire dove è stato rilevato il prezzo più alto e quello più basso sul territorio nazionale.
Sul sito è anche possibile simulare la spesa attraverso un carrello virtuale o inviare una segnalazione nel caso doveste riscontrare un prezzo anomalo o il mancato rispetto delle normative igienico-sanitarie di etichettatura e di sicurezza alimentare.
Si possono richiedere fino a 5 sms al giorno con un limite massimo di 30 sms mensili per ottenere informazioni scegliendo fra più di 80 prodotti agroalimentari semplicemente inviando un sms gratuito al numero 47947 con il nome del prodotto che vi interessa.
giovedì 30 settembre 2010
Dieci cose da sapere sulle lampadine a risparmio energetico
Ecco a voi "le cose come stanno" sulle lampadine a risparmio energetico, che dal primo settembre, per volere dell'Unione Europea, hanno definitivamente rimpiazzato le vecchie lampadine elettriche a incandescenza.
"1) 2016 addio vecchia lampadina
Da qui sino al 2016 le lampadine ad incandescenza e anche quelle alogene ad alto consumo dovranno scomparire del tutto, dai negozi e, in teoria, dalle case. Per alcune incandescenti il divieto di venderle è dilazionato sino al 2012 ma in ogni caso le sole lampadine da usare sono quelle fluorescenti a risparmio energetico e le alogene ad alta efficienza, già pronte sugli scaffali dei negozi da diverso tempo e quelle a Led (ancora sperimentali).
2) Grande, grandissimo risparmio
Quello sulla bolletta domestica è intorno ai 20 euro l'anno, mentre i risparmi "collettivi" europei in termini di minori emissioni di Co2 dovrebbero aggirarsi intorno ai 10 miliardi euro con un taglio della CO2 di ben 38 milioni di tonnellate non più immesse nell'atmosfera. Il passaggio alle sorgenti luminose ad alto risparmio energetico presenta però qualche piccolo inconveniente da conoscere ed eventualmente da rimediare.
3) Le nuove lampadine danno meno luce
Si, è vero, la luce delle lampadine fluorescenti di qualsiasi tipo non è la stessa intensa e morbida delle incandescenti, ma più fredda e poco adatta per esempio agli effetti "architetturali". Basterà usare le alogene ad alta efficienza per avere splendidi risultati.
4) E meno calore
Si, perché solo il 5% dell'elettricità consumata dalle lampadine a incandescenza diventa luce, il resto si trasforma in calore. Tanto che d'inverno ne bastano 3-4 per alzare la temperatura mentre d'estate causano un piccolo aumento nei consnumi dei condizionatori….In Francia e in Germania invece è già stato messo in bilancio un piccolo aumento dei consumi invernali nel momento in cui tutte le lampadine a incandescenza saranno sostituite con quelle nuove.
5) Contengono mercurio
Si, a differenza delle incandescenti e vanno smaltite con sistemi appositi (niente discariche, niente piattaforme ecologiche comunali). Quando una lampadina fluorescente si spacca il mercurio altamente volatile si diffonde immediatamente nell'ambiente e di conseguenza gli esperti raccomandano di ventilare il locale per circa 30 minuti. E di non toccare con le mani nude i frammenti. E' possibile acquistare lampadine fluorescenti con appositi "rivestimenti" antirottura.
6) E le radiazioni elettromagnetiche?
Sempre meno ma comunque gli esperti consigliano di tenere la fluorescente lontana dalla testa o di sostituirla con l'alogena a risparmio energetico.
7) Non per tutti gli usi
Dove occorre dare una luce direzionale, indirizzata su punti e superfici delimitate, dove occorre un'intensità luminosa elevata, le fluorescenti non sono l'ideale. In cucina sul piano di lavoro e di cottura per esempio occorre un'alogena atta a illuminare i dettagli e gli angoli meno in vista per evitare gli incidenti. In bagno, per operazioni che richiedono precisione e attenzione come la rasatura o il trucco, o per avere una illuminazione gradevole, niente lampadine fluorescenti, nemmeno quelle a luce cosiddetta "calda".
8) Dove vanno bene?
In tutti gli altri ambienti e in particolare nei corridoi, nelle scale, in cantina, in garage…perché possono funzionare continuativamente con minimi consumi; anzi, meno accensioni e spegnimenti hanno più durano e meno consumano. E anche all'esterno ma solo se non sono a rischio rottura o se hanno una schermatura protettiva.
9) Cosa usare dove non arriva l'elettricità?
Si possono applicare apposite strisce elettroluminescenti. Esistono pannelli di questo tipo, sottili, incollabili su pareti, mobili, scale e ovunque sia necessario: diventano vere e proprie sculture luminose.
10) Il futuro è il led
Non subito perché i Led costano ancora molto e non sono adatti per illuminare intensamente un ambiente, una superficie, uno spazio nel senso vero del termine. Nel giro di pochissimi anni però arriverà una versione a Led molto forte e soprattutto davvero "ecologica": niente mercurio, niente radiazioni elettromagnetiche, consumi infinitesimali ed effetti architetturali straordinari."
(da http://sviluppo-sostenibile-italiano.blogspot.com/2010/09/le-10-cose-da-sapere-sulle-lampadine.html)
"1) 2016 addio vecchia lampadina
Da qui sino al 2016 le lampadine ad incandescenza e anche quelle alogene ad alto consumo dovranno scomparire del tutto, dai negozi e, in teoria, dalle case. Per alcune incandescenti il divieto di venderle è dilazionato sino al 2012 ma in ogni caso le sole lampadine da usare sono quelle fluorescenti a risparmio energetico e le alogene ad alta efficienza, già pronte sugli scaffali dei negozi da diverso tempo e quelle a Led (ancora sperimentali).
2) Grande, grandissimo risparmio
Quello sulla bolletta domestica è intorno ai 20 euro l'anno, mentre i risparmi "collettivi" europei in termini di minori emissioni di Co2 dovrebbero aggirarsi intorno ai 10 miliardi euro con un taglio della CO2 di ben 38 milioni di tonnellate non più immesse nell'atmosfera. Il passaggio alle sorgenti luminose ad alto risparmio energetico presenta però qualche piccolo inconveniente da conoscere ed eventualmente da rimediare.
3) Le nuove lampadine danno meno luce
Si, è vero, la luce delle lampadine fluorescenti di qualsiasi tipo non è la stessa intensa e morbida delle incandescenti, ma più fredda e poco adatta per esempio agli effetti "architetturali". Basterà usare le alogene ad alta efficienza per avere splendidi risultati.
4) E meno calore
Si, perché solo il 5% dell'elettricità consumata dalle lampadine a incandescenza diventa luce, il resto si trasforma in calore. Tanto che d'inverno ne bastano 3-4 per alzare la temperatura mentre d'estate causano un piccolo aumento nei consnumi dei condizionatori….In Francia e in Germania invece è già stato messo in bilancio un piccolo aumento dei consumi invernali nel momento in cui tutte le lampadine a incandescenza saranno sostituite con quelle nuove.
5) Contengono mercurio
Si, a differenza delle incandescenti e vanno smaltite con sistemi appositi (niente discariche, niente piattaforme ecologiche comunali). Quando una lampadina fluorescente si spacca il mercurio altamente volatile si diffonde immediatamente nell'ambiente e di conseguenza gli esperti raccomandano di ventilare il locale per circa 30 minuti. E di non toccare con le mani nude i frammenti. E' possibile acquistare lampadine fluorescenti con appositi "rivestimenti" antirottura.
6) E le radiazioni elettromagnetiche?
Sempre meno ma comunque gli esperti consigliano di tenere la fluorescente lontana dalla testa o di sostituirla con l'alogena a risparmio energetico.
7) Non per tutti gli usi
Dove occorre dare una luce direzionale, indirizzata su punti e superfici delimitate, dove occorre un'intensità luminosa elevata, le fluorescenti non sono l'ideale. In cucina sul piano di lavoro e di cottura per esempio occorre un'alogena atta a illuminare i dettagli e gli angoli meno in vista per evitare gli incidenti. In bagno, per operazioni che richiedono precisione e attenzione come la rasatura o il trucco, o per avere una illuminazione gradevole, niente lampadine fluorescenti, nemmeno quelle a luce cosiddetta "calda".
8) Dove vanno bene?
In tutti gli altri ambienti e in particolare nei corridoi, nelle scale, in cantina, in garage…perché possono funzionare continuativamente con minimi consumi; anzi, meno accensioni e spegnimenti hanno più durano e meno consumano. E anche all'esterno ma solo se non sono a rischio rottura o se hanno una schermatura protettiva.
9) Cosa usare dove non arriva l'elettricità?
Si possono applicare apposite strisce elettroluminescenti. Esistono pannelli di questo tipo, sottili, incollabili su pareti, mobili, scale e ovunque sia necessario: diventano vere e proprie sculture luminose.
10) Il futuro è il led
Non subito perché i Led costano ancora molto e non sono adatti per illuminare intensamente un ambiente, una superficie, uno spazio nel senso vero del termine. Nel giro di pochissimi anni però arriverà una versione a Led molto forte e soprattutto davvero "ecologica": niente mercurio, niente radiazioni elettromagnetiche, consumi infinitesimali ed effetti architetturali straordinari."
(da http://sviluppo-sostenibile-italiano.blogspot.com/2010/09/le-10-cose-da-sapere-sulle-lampadine.html)
lunedì 27 settembre 2010
Greenwashing: le aziende ambientaliste sono davvero ambientaliste?
Il greenwashing, letteralmente lavaggio verde, è il fenomeno, purtroppo oggi molto diffuso, dell'"ingiustificata appropriazione di virtù ambientaliste da parte di aziende, industrie, entità politiche o organizzazioni finalizzata alla creazione di un'immagine positiva di proprie attività o prodotti o di un'immagine mistificatoria per distogliere l'attenzione da proprie responsabilità nei confronti di impatti ambientali negativi". (definizione di Wikipedia)
I pubblicitari e i responsabili marketing sanno bene che oggi molti consumatori sono attenti alle tematiche ambientali e alla sostenibilità e ne approfittano per "vendersi" con credenziali verdi, spesso truffaldine.
Secondo lo studio Six Sins of Greenwashing, pubblicato da TerraChoice nel 2007, su oltre mille prodotti di uso quotidiano, ben il 99% è risultato colpevole di almeno una delle sei forme di greenwashing individuate.
Per chi volesse sapere di più su questo tema, consiglio i siti:
www.greenwashingindex.com
www.guardian.co.uk/environment/series/greenwash
http://en.wikipedia.org/wiki/Greenwash
www.sourcewatch.org/index.php?title=Greenwashing
http://stopgreenwash.org
I pubblicitari e i responsabili marketing sanno bene che oggi molti consumatori sono attenti alle tematiche ambientali e alla sostenibilità e ne approfittano per "vendersi" con credenziali verdi, spesso truffaldine.
Secondo lo studio Six Sins of Greenwashing, pubblicato da TerraChoice nel 2007, su oltre mille prodotti di uso quotidiano, ben il 99% è risultato colpevole di almeno una delle sei forme di greenwashing individuate.
Per chi volesse sapere di più su questo tema, consiglio i siti:
www.greenwashingindex.com
www.guardian.co.uk/environment/series/greenwash
http://en.wikipedia.org/wiki/Greenwash
www.sourcewatch.org/index.php?title=Greenwashing
http://stopgreenwash.org
venerdì 24 settembre 2010
Pubblicità Sisley: ingiunzione per la ragazza con il cetriolo in mano
La campagna Sisley - Let it flow con la ragazza con il cetriolo in mano o in bocca presente su tutti i media pubblicitai, ha incontrato l'opposizione di gran parte del pubblico feminile, tanto da scatenare i reclami. Letizia Ciancio di Corrente Rosa e Pari o dipare hai inviato una protesta alla Iap riferendo nella sua lettera brevemente il perché quelle immagini sembrassero offensive per la dignità femminile:
"Normalmente una donna che gira per il mercato non vede in ogni cetriolo che compra l'immagine di un fallo da afferrare con desiderio... e che l'idea che ogni donna che viene raffigurata abbia in mente sempre la stessa cosa, da quando lecca un gelato a quando fa la spesa... fosse oltre che offensivo piuttosto deprimente".
Ebbene. il 22 ottobre l'ingiunzione alla Benetton per la campagna Sisley è stata accettata.
"Normalmente una donna che gira per il mercato non vede in ogni cetriolo che compra l'immagine di un fallo da afferrare con desiderio... e che l'idea che ogni donna che viene raffigurata abbia in mente sempre la stessa cosa, da quando lecca un gelato a quando fa la spesa... fosse oltre che offensivo piuttosto deprimente".
Ebbene. il 22 ottobre l'ingiunzione alla Benetton per la campagna Sisley è stata accettata.
giovedì 9 settembre 2010
Giornalista rapito, manda l'sos via Twitter
Kosuke Tsuneoka, inviato giapponese in Afganistan e tenuto prigioniero da terroristi, sarebbe riuscito a comunicare la sua sorte e il fatto che fosse vivo via Twitter.
Dopo cinque mesi in cui è stato tenuto prigioniero da membri del gruppo Hizb-e-Islami, la vicenda ha assunto connotati intricati: un secondino sprovveduto avrebbe mostrato al prigioniero il suo Nokia N70 e, non capace di utilizzarne la connessione Internet, avrebbe chiesto aiuto al giapponese.
Tsuneoka a quel punto, approfittando dell'inaspettato mezzo di comunicazione, avrebbe spiegato il funzionamento della connessione e suggerito l'utilizzo di Twitter come mezzo per rintracciare altri giornalisti: nel frattempo, però, ne approfittava per accedere al suo account Twitter e tramite di esso comunicare la propria postazione e lanciare l'SOS.
"Sono ancora vivo, ma in prigione" e "Mi trovo a Kunduz. Nella prigione del comandante Lativ", i due cinguettii. Il fatto che fossero scritti in inglese e che non provenissero dal consueto client utilizzato dal giornalista nelle ore successive alla loro comparsa hanno subito attirato l'attenzione e i dubbi dei suoi follower.
Qualche giorno dopo, si pensa senza alcun collegamento con i cinguettii, le porte di uscita dalla sua prigionia gli sono state aperte per la seconda volta: già nel 2001, in Georgia, era stato rapito. A salvarlo da una fine peggiore, forse il fatto che nel 2000 si sia convertito all'Islam: nessun riscatto sarebbe d'altraparte stato pagato secondo quanto riferito dal Governo giapponese.
(da Punto-informatico, Claudio Tamburrino)
Dopo cinque mesi in cui è stato tenuto prigioniero da membri del gruppo Hizb-e-Islami, la vicenda ha assunto connotati intricati: un secondino sprovveduto avrebbe mostrato al prigioniero il suo Nokia N70 e, non capace di utilizzarne la connessione Internet, avrebbe chiesto aiuto al giapponese.
Tsuneoka a quel punto, approfittando dell'inaspettato mezzo di comunicazione, avrebbe spiegato il funzionamento della connessione e suggerito l'utilizzo di Twitter come mezzo per rintracciare altri giornalisti: nel frattempo, però, ne approfittava per accedere al suo account Twitter e tramite di esso comunicare la propria postazione e lanciare l'SOS.
"Sono ancora vivo, ma in prigione" e "Mi trovo a Kunduz. Nella prigione del comandante Lativ", i due cinguettii. Il fatto che fossero scritti in inglese e che non provenissero dal consueto client utilizzato dal giornalista nelle ore successive alla loro comparsa hanno subito attirato l'attenzione e i dubbi dei suoi follower.
Qualche giorno dopo, si pensa senza alcun collegamento con i cinguettii, le porte di uscita dalla sua prigionia gli sono state aperte per la seconda volta: già nel 2001, in Georgia, era stato rapito. A salvarlo da una fine peggiore, forse il fatto che nel 2000 si sia convertito all'Islam: nessun riscatto sarebbe d'altraparte stato pagato secondo quanto riferito dal Governo giapponese.
(da Punto-informatico, Claudio Tamburrino)
giovedì 2 settembre 2010
Solidarietà interattiva
Volentieri segnalo questo interessante progetto di solidarietà:
Wind, in occasione dei suoi primi dieci anni, ha dato il via al progetto di solidarietà interattiva 10decimi - metti a fuoco al solidarietà, per aiutare i bambini nel mondo,
Con 10decimi é possibile seguire quotidianamente, attraverso un sito web dedicato, la realizzazione del progetto solidale che si è deciso di sostenere con una donazione e di interagire direttamente con i volontari sul campo.
Come funziona?
Wind mette a disposizione delle associazioni no profit tre numerazioni telefoniche (46222, 46211, 46200) a cui i clienti della compagnia telefonica possono inviare messaggi del valore di 1 euro.
È anche possibile effettuare donazioni tramite il conto corrente numero 1000 9731 di Banca Prossima (Coordinata IBAN IT76 F033 5901 6001 0000 0009 731), carta di credito e ricariche Wind on line all’indirizzo web www.wind.it.
I clienti Wind che effettuano le donazioni diventano veri e propri partner dell’iniziativa e
possono concretamente seguirne l’evoluzione sul sito internet www.10decimi.org attraverso fotografie, filmati, storie, continuamente aggiornate, che le associazioni pubblicano grazie al supporto tecnologico di Wind.
Per fare conoscere l’iniziativa, Wind ha inoltre sviluppato, grazie a Engitel, l'applicazione iPhone Test 10decimi, che, giocando con il nome del progetto di solidarietà, dà la possibilità di testare la vista e verificare la presenza o meno dei difetti più comuni.
Si può quindi dare una mano a questo progetto in vari modi:
1) con una donazione
2) mandando un sms a uno dei numero dedicati
3) facendo conoscere l'iniziativa (parlandone , scrivendone o scaricando e facendo girare l'app per I-Phone)
Wind, in occasione dei suoi primi dieci anni, ha dato il via al progetto di solidarietà interattiva 10decimi - metti a fuoco al solidarietà, per aiutare i bambini nel mondo,
Con 10decimi é possibile seguire quotidianamente, attraverso un sito web dedicato, la realizzazione del progetto solidale che si è deciso di sostenere con una donazione e di interagire direttamente con i volontari sul campo.
Come funziona?
Wind mette a disposizione delle associazioni no profit tre numerazioni telefoniche (46222, 46211, 46200) a cui i clienti della compagnia telefonica possono inviare messaggi del valore di 1 euro.
È anche possibile effettuare donazioni tramite il conto corrente numero 1000 9731 di Banca Prossima (Coordinata IBAN IT76 F033 5901 6001 0000 0009 731), carta di credito e ricariche Wind on line all’indirizzo web www.wind.it.
I clienti Wind che effettuano le donazioni diventano veri e propri partner dell’iniziativa e
possono concretamente seguirne l’evoluzione sul sito internet www.10decimi.org attraverso fotografie, filmati, storie, continuamente aggiornate, che le associazioni pubblicano grazie al supporto tecnologico di Wind.
Per fare conoscere l’iniziativa, Wind ha inoltre sviluppato, grazie a Engitel, l'applicazione iPhone Test 10decimi, che, giocando con il nome del progetto di solidarietà, dà la possibilità di testare la vista e verificare la presenza o meno dei difetti più comuni.
Si può quindi dare una mano a questo progetto in vari modi:
1) con una donazione
2) mandando un sms a uno dei numero dedicati
3) facendo conoscere l'iniziativa (parlandone , scrivendone o scaricando e facendo girare l'app per I-Phone)
mercoledì 11 agosto 2010
Coppia gay allontanata dalla spiaggia per un bacio
“Si stavano baciando in spiaggia, quando un dipendente dello stabilimento balneare ha chiesto loro di smetterla e di allontanarsi perche’ segnalati da tre bagnanti che si ritenevano infastiditi dai loro baci. E’ successo alla fine di luglio sul litorale di Ostia a Roma a due ragazzi ventenni: R. e M., entrambi romani, che si sono rivolti alla nostra associazione per denunciare l’accaduto e richiedere supporto”. Lo denuncia il responsabile dell’Ufficio legale di Arcigay Roma, Daniele Stoppello.
“L’episodio si e’ verificato nello stabilimento balneare ‘Settimo Cielo’ – prosegue Stoppello - conosciuto e frequentato da anni dalla comunita’ lesbica e gay. A seguito della discussione che e’ nata con il dipendente dello stabilimento, a cui hanno assistito diverse persone, i due ragazzi hanno chiamato le Forze dell’Ordine, che sono intervenute per riportare la calma”.
“A due ragazzi viene chiesto di allontanarsi a causa di un bacio: e’ un fatto molto grave – afferma il presidente di Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo – che una coppia gay debba ricevere un simile trattamento e subire un’aggressione verbale. Nelle ultime settimane si sono verificati episodi analoghi anche in altre citta’: un segnale di quanto sia necessario promuovere una nuova cultura nella societa’, anche in settori strategici per il nostro paese, come quello del turismo’.
‘Ci auguriamo – continua Marrazzo - che il gestore dello stabilimento si dissoci dal gesto di questo dipendente e valuti tutte le conseguenze del caso. Il prossimo fine settimana distribuiremo volantini sul litorale per ribadire la forza di amori e baci alla luce del sole”.
“Proprio per sottolineare il disagio che questo episodio ha arrecato ai due ragazzi – aggiunge Stoppello - chiederemo un risarcimento danni al dipendente dello stabilimento perche’ e’ stato compromesso il diritto di godimento di un bene demaniale in condizioni di parita’ dei diritti e delle liberta’. E’ necessario fare in modo che comportamenti simili non si ripetano mai piu’”. “Alle Istituzioni – conclude Marrazzo - ribadiamo l’invito a un impegno contro l’omofobia e ogni forma di discriminazione con iniziative culturali, sociali e formative. E’ importante coinvolgere anche il mondo economico e le associazioni di categoria perche’ Roma possa uscire dalla crisi economica anche grazie al suo essere una citta’ accogliente e piu’ libera, capace di attrarre turisti come le altre mete internazionali”.
(Adn Kronos)
“L’episodio si e’ verificato nello stabilimento balneare ‘Settimo Cielo’ – prosegue Stoppello - conosciuto e frequentato da anni dalla comunita’ lesbica e gay. A seguito della discussione che e’ nata con il dipendente dello stabilimento, a cui hanno assistito diverse persone, i due ragazzi hanno chiamato le Forze dell’Ordine, che sono intervenute per riportare la calma”.
“A due ragazzi viene chiesto di allontanarsi a causa di un bacio: e’ un fatto molto grave – afferma il presidente di Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo – che una coppia gay debba ricevere un simile trattamento e subire un’aggressione verbale. Nelle ultime settimane si sono verificati episodi analoghi anche in altre citta’: un segnale di quanto sia necessario promuovere una nuova cultura nella societa’, anche in settori strategici per il nostro paese, come quello del turismo’.
‘Ci auguriamo – continua Marrazzo - che il gestore dello stabilimento si dissoci dal gesto di questo dipendente e valuti tutte le conseguenze del caso. Il prossimo fine settimana distribuiremo volantini sul litorale per ribadire la forza di amori e baci alla luce del sole”.
“Proprio per sottolineare il disagio che questo episodio ha arrecato ai due ragazzi – aggiunge Stoppello - chiederemo un risarcimento danni al dipendente dello stabilimento perche’ e’ stato compromesso il diritto di godimento di un bene demaniale in condizioni di parita’ dei diritti e delle liberta’. E’ necessario fare in modo che comportamenti simili non si ripetano mai piu’”. “Alle Istituzioni – conclude Marrazzo - ribadiamo l’invito a un impegno contro l’omofobia e ogni forma di discriminazione con iniziative culturali, sociali e formative. E’ importante coinvolgere anche il mondo economico e le associazioni di categoria perche’ Roma possa uscire dalla crisi economica anche grazie al suo essere una citta’ accogliente e piu’ libera, capace di attrarre turisti come le altre mete internazionali”.
(Adn Kronos)
venerdì 6 agosto 2010
Facebook: ecco le conseguenze del crowdsourcing
"Crowdsourcing. È la parola del momento: significa affidare un lavoro a una massa di utenti volontari invece di pagare qualcuno per farlo professionalmente. Piace soprattutto ai boss dei grandi nomi di Internet perché fa risparmiare. A volte funziona piuttosto bene (Wikipedia ne è un esempio), ma quando la voglia di sfruttare l'utente invece di retribuire un professionista prende il sopravvento sul buon senso succedono guai.
Lo ha imparato pochi giorni fa Facebook, che ha pensato bene di guadagnare ancora di più affidando agli utenti il compito di tradurre in varie lingue la propria interfaccia tramite l'applicazione Facebook Translations. L'idea è piaciuta a Facebook così tanto da chiedere di brevettarla, e nel 2008 ha funzionato egregiamente, consentendo al social network di passare da un'interfaccia esclusivamente in inglese a ben 16 lingue nel giro di pochi mesi (oggi ne supporta oltre 60).
Ma qualcuno ha forse pensato di tagliare ancora di più i costi ed eliminare qualunque controllo delle traduzioni fornite. Se un numero sufficiente di utenti traduceva una frase dell'interfaccia in un certo modo, quella traduzione veniva adottata automaticamente da Facebook e veniva resa pubblica e visibile a tutti.
Un'occasione irresistibile per i burloni della Rete. A fine luglio, infatti, la versione spagnola e quella turca di Facebook hanno iniziato a presentare ai propri utenti delle traduzioni un po' particolari: per esempio, in spagnolo l'avviso di compleanno è diventato "f*ck you b*tches" (con la U e la I al posto degli asterischi) e "Vedi tutte le foto" è diventato "See all d*cks". Come traduzione di "ha commentato la foto", gli utenti spagnoli si sono visti un finissimo "ha follado la foto", che per chi non mastica l'ispanico idioma apre nuovi orizzonti sulle forme di interazione fisica fra persone e immagini fotografiche.
Nella versione turca dell'interfaccia, invece, sono comparsi avvisi del tipo "Non è stato possibile inviare il tuo messaggio perché il tuo fallo è piccolo" al posto di "perché il destinatario è offline".
L'effetto si è diffuso anche al di fuori di Facebook, su tutti i siti che ospitano l'onnipresente pulsante "Mi piace" del social network e che quindi sono diventati diffusori di turpiloquio (per esempio, la versione turca di "Mi piace" è diventata un invito al congresso carnale di quattro lettere).
La faccenda ha spaventato parecchi utenti del social network, che hanno temuto che Facebook fosse stato "hackerato" e violato da potentissimi vandali. Invece no: era stata Facebook stessa a spalancare ai burloni le proprie porte. Il problema è stato corretto rapidamente, ma non prima di aver dimostrato la scarsa attenzione alla sicurezza dei gestori del social network, perché al posto delle parolacce avrebbero potuto esserci link a siti-trappola.
Queste sono le conseguenze dell'avidità di chi vuole risparmiare su tutto per fare ancora più fantastilioni. Speriamo che la lezione sia stata imparata."
(da Il Disinformatico, il blog di Paolo Attivissimo)
Lo ha imparato pochi giorni fa Facebook, che ha pensato bene di guadagnare ancora di più affidando agli utenti il compito di tradurre in varie lingue la propria interfaccia tramite l'applicazione Facebook Translations. L'idea è piaciuta a Facebook così tanto da chiedere di brevettarla, e nel 2008 ha funzionato egregiamente, consentendo al social network di passare da un'interfaccia esclusivamente in inglese a ben 16 lingue nel giro di pochi mesi (oggi ne supporta oltre 60).
Ma qualcuno ha forse pensato di tagliare ancora di più i costi ed eliminare qualunque controllo delle traduzioni fornite. Se un numero sufficiente di utenti traduceva una frase dell'interfaccia in un certo modo, quella traduzione veniva adottata automaticamente da Facebook e veniva resa pubblica e visibile a tutti.
Un'occasione irresistibile per i burloni della Rete. A fine luglio, infatti, la versione spagnola e quella turca di Facebook hanno iniziato a presentare ai propri utenti delle traduzioni un po' particolari: per esempio, in spagnolo l'avviso di compleanno è diventato "f*ck you b*tches" (con la U e la I al posto degli asterischi) e "Vedi tutte le foto" è diventato "See all d*cks". Come traduzione di "ha commentato la foto", gli utenti spagnoli si sono visti un finissimo "ha follado la foto", che per chi non mastica l'ispanico idioma apre nuovi orizzonti sulle forme di interazione fisica fra persone e immagini fotografiche.
Nella versione turca dell'interfaccia, invece, sono comparsi avvisi del tipo "Non è stato possibile inviare il tuo messaggio perché il tuo fallo è piccolo" al posto di "perché il destinatario è offline".
L'effetto si è diffuso anche al di fuori di Facebook, su tutti i siti che ospitano l'onnipresente pulsante "Mi piace" del social network e che quindi sono diventati diffusori di turpiloquio (per esempio, la versione turca di "Mi piace" è diventata un invito al congresso carnale di quattro lettere).
La faccenda ha spaventato parecchi utenti del social network, che hanno temuto che Facebook fosse stato "hackerato" e violato da potentissimi vandali. Invece no: era stata Facebook stessa a spalancare ai burloni le proprie porte. Il problema è stato corretto rapidamente, ma non prima di aver dimostrato la scarsa attenzione alla sicurezza dei gestori del social network, perché al posto delle parolacce avrebbero potuto esserci link a siti-trappola.
Queste sono le conseguenze dell'avidità di chi vuole risparmiare su tutto per fare ancora più fantastilioni. Speriamo che la lezione sia stata imparata."
(da Il Disinformatico, il blog di Paolo Attivissimo)
lunedì 2 agosto 2010
Il 45% dei precari ha solo licenza media, il 17% sono laureati
Quasi un precario su due ha al massimo la licenza media, mentre solo il 16,6% ha raggiunto la laurea. Lo sostiene un'indagine dell'ufficio studi della Cgia di Mestre, secondo cui su un totale di oltre 3,751 milioni di lavoratori senza contratto di lavoro stabile, oltre 1.708.400 (il 45,5%) non ha proseguito gli studi dopo aver terminato la scuola dell'obbligo. I giovani neolaureati, invece, sono solo il 15,5% (in valore assoluto 582.950 persone), cui va aggiunto un altro 1,1% (pari a 43.021 persone) di lavoratori instabili che ha ottenuto anche il diploma post-laurea. È il Sud, in particolare, a mostrare la presenza più significativa di lavoratori flessibili: sono quasi 1,320 milioni, pari al 35,18% del totale. Seguono il Nord-ovest con 935.133 precari (il 24,92% del totale), il Centro con 813.627 (21,68%) e il Nord-est con 682.606 (18,19%). Sul totale degli occupati italiani, l'incidenza dei lavoratori senza contratto a tempo indeterminato è del 16,3%, mentre al netto di quelli presenti nella pubblica amministrazione l'incidenza si contrae a circa il 13%. Tra i settori produttivi più colpiti dal precariato, al primo posto ci sono gli 'altri servizi pubblici e sociali' (32,3%), un comparto eterogeneo in cui figurano le attività artistiche, ricreative e di divertimento. Le 'altre attività' di servizi includono i sindacati, i partiti, le riparazioni dei computer ed elettronica, le lavanderie, i parrucchieri, le estetiste e le palestre. Le attività sociali alle famiglie, invece, includono il personale domestico e l'assistenza agli anziani. Ma i precari, sottolinea la Cgia, abbondano anche nel settore alberghiero-ristorazione (31,1%) e in agricoltura (27,7%), mentre le attività con minore presenza di lavoratori flessibili sono la manifattura e l'energia (8,7%). "Questi precari con basso titolo di studio - evidenzia il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - sono in questa fase di crisi economica quelli più a rischio. Nella stragrande maggioranza dei casi svolgono mansioni molto pesanti da un punto di vista fisico e, per questo, ritengo che la formazione debba essere posta al centro di qualsiasi attività che abbia come obiettivo la professionalizzazione di tutti e, in particolare, di questi lavoratori".
(Apcom)
(Apcom)
venerdì 16 luglio 2010
Indesit: i sindacati sospendono lo sciopero del 23 luglio
Notizia ASCA di poche ore fa:
I sindacati hanno deciso di sospendere lo sciopero dei lavoratori Indesit progammato per il 23 luglio dopo l'esito positivo di ieri dell'incontro al ministero per lo Sviluppo economico. Lo annuncia Anna Trovò, segretario nazionale Fim Cisl in una nota.
''L'esito della riunione - ha commentato la Trovò - è la ripresa del confronto tra le parti in sede istituzionale e senza pregiudiziali. Fino ad oggi, infatti, l'azienda si era opposta a svolgere il confronto su temi diversi da quello della chiusura degli stabilimenti di Refrontolo e Brembate''.
''Le parti - ha continuato - si sono impegnate a discutere del piano industriale di Indesit, e in particolare delle prospettive industriali del Gruppo e della tutela dell'occupazione e della professionalità dei lavoratori. In relazione a cio', le Istituzioni, presenti con rappresentanze delle Regioni e delle Provincie oltre ai Ministeri dello Sviluppo Economico e del Welfare hanno a loro volta confermato l'impegno a sostenere e favorire il raggiungimento degli obiettivi fissati dalle parti''.
''Visto l'esito positivo della riunione - ha concluso Trovò - Fim Fiom e Uilm hanno deciso di sospendere l' iniziativa di sciopero e la manifestazione programmata per il 23 luglio''.
I sindacati hanno deciso di sospendere lo sciopero dei lavoratori Indesit progammato per il 23 luglio dopo l'esito positivo di ieri dell'incontro al ministero per lo Sviluppo economico. Lo annuncia Anna Trovò, segretario nazionale Fim Cisl in una nota.
''L'esito della riunione - ha commentato la Trovò - è la ripresa del confronto tra le parti in sede istituzionale e senza pregiudiziali. Fino ad oggi, infatti, l'azienda si era opposta a svolgere il confronto su temi diversi da quello della chiusura degli stabilimenti di Refrontolo e Brembate''.
''Le parti - ha continuato - si sono impegnate a discutere del piano industriale di Indesit, e in particolare delle prospettive industriali del Gruppo e della tutela dell'occupazione e della professionalità dei lavoratori. In relazione a cio', le Istituzioni, presenti con rappresentanze delle Regioni e delle Provincie oltre ai Ministeri dello Sviluppo Economico e del Welfare hanno a loro volta confermato l'impegno a sostenere e favorire il raggiungimento degli obiettivi fissati dalle parti''.
''Visto l'esito positivo della riunione - ha concluso Trovò - Fim Fiom e Uilm hanno deciso di sospendere l' iniziativa di sciopero e la manifestazione programmata per il 23 luglio''.
giovedì 15 luglio 2010
Ségolène Royal cita un personaggio inventato su Wikipedia
«Era una storia così bella...», è la addolorata frase di scuse. E in effetti vita e opere di Léon-Robert de L’Astran sembravano perfette per commemorare la giornata nazionale contro lo schiavismo, il 10 maggio scorso: secondo la voce su Wikipedia usata da Ségolène Royal per una appassionata nota su Facebook, Léon Robert de L’Astran, nato il 20 gennaio 1767 a La Rochelle e morto il 7 aprile 1861 nello stesso porto del Poitou-Charentes, fu un naturalista ed erudito che viaggiò spesso nelle Americhe, e una volta pure con La Fayette. Grande umanista e figlio di René-Charles de l’Astran-Rochambault-d’Hoyen, armatore che aveva fatto fortuna importando cacao dalla Guinea equatoriale, Léon Robert de L’Astran si oppose fermamente alla tratta degli schiavi e rifiutò di usare le navi ereditate dal padre per quel turpe scopo: cacao sì, esseri umani no.
Una storia bella, credibile perché ricca di dettagli, oltretutto radicata proprio nella regione del Poitou-Charentes presieduta dall’esponente socialista. Ma una storia completamente falsa. La Royal è finita vittima di una bufala su Internet, tradita da uno studente che nel 2007 ha creato su Wikipedia il personaggio di Léon Robert de L’Astran. Da allora il gioco del «taglia e incolla» ha portato il nostro nobile e inesistente eroe anche sul sito dei «Relais et Châteaux de France», l’associazione di alberghi che propone tuttora un suggestivo itinerario «route de l’Astran» nei dintorni de La Rochelle. Dopo la sortita della Royal, gli storici Jean-Louis Mahé e Jacques de Cauna sono però intervenuti per assicurare che in nessun atto amministrativo e in nessun registro c’è traccia di Léon Robert. Per la Royal una gaffe spiacevole, ma tutto sommato meno grave delle precedenti commesse — senza lo zampino di Internet — negli anni scorsi: tra le altre, una lode alla «rapidità» della giustizia cinese, leader in condanne a morte, e l’auspicio più o meno scherzoso che la Corsica dichiari l’indipendenza dalla Francia.
Con Léon Robert de L’Astran, si allunga la serie di trappole riuscite: dai giornali britannici che il giorno della morte del compositore Maurice Jarre copiarono da Wikipedia una «sua» frase inventata da uno studente irlandese, a Bernard-Henri Lévy, che ha citato in un libro l’inesistente filosofo Botul, al falso sito del leader serbo-bosniaco Karadzic nei panni di un guru new age, a Bruce Toussaint, conduttore della rete tv francese Canal+, che nel febbraio scorso diede con tono grave la notizia — inventata, ma lui non lo sapeva — che la Romania aveva sbagliato di qualche migliaio di chilometri l’invio di truppe in aiuto ai terremotati, per colpa di una T di troppo: Tahiti invece che Haiti.
(corriere.it)
Una storia bella, credibile perché ricca di dettagli, oltretutto radicata proprio nella regione del Poitou-Charentes presieduta dall’esponente socialista. Ma una storia completamente falsa. La Royal è finita vittima di una bufala su Internet, tradita da uno studente che nel 2007 ha creato su Wikipedia il personaggio di Léon Robert de L’Astran. Da allora il gioco del «taglia e incolla» ha portato il nostro nobile e inesistente eroe anche sul sito dei «Relais et Châteaux de France», l’associazione di alberghi che propone tuttora un suggestivo itinerario «route de l’Astran» nei dintorni de La Rochelle. Dopo la sortita della Royal, gli storici Jean-Louis Mahé e Jacques de Cauna sono però intervenuti per assicurare che in nessun atto amministrativo e in nessun registro c’è traccia di Léon Robert. Per la Royal una gaffe spiacevole, ma tutto sommato meno grave delle precedenti commesse — senza lo zampino di Internet — negli anni scorsi: tra le altre, una lode alla «rapidità» della giustizia cinese, leader in condanne a morte, e l’auspicio più o meno scherzoso che la Corsica dichiari l’indipendenza dalla Francia.
Con Léon Robert de L’Astran, si allunga la serie di trappole riuscite: dai giornali britannici che il giorno della morte del compositore Maurice Jarre copiarono da Wikipedia una «sua» frase inventata da uno studente irlandese, a Bernard-Henri Lévy, che ha citato in un libro l’inesistente filosofo Botul, al falso sito del leader serbo-bosniaco Karadzic nei panni di un guru new age, a Bruce Toussaint, conduttore della rete tv francese Canal+, che nel febbraio scorso diede con tono grave la notizia — inventata, ma lui non lo sapeva — che la Romania aveva sbagliato di qualche migliaio di chilometri l’invio di truppe in aiuto ai terremotati, per colpa di una T di troppo: Tahiti invece che Haiti.
(corriere.it)
sabato 10 luglio 2010
Eni e Miur per l'innovazione digitale nella scuola
Il ministro dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca, Mariastella Gelmini, e l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, hanno sottoscritto un protocollo d'intesa per diffondere tra le giovani generazioni la vocazione allo studio delle discipline scientifiche, la cultura dell'efficienza energetica e dell'uso consapevole e rispettoso delle fonti di approvvigionamento, utilizzando le competenze che Eni ha sviluppato dal 1985 con Eniscuola.
L'accordo, si legge in una nota, ha la durata di tre anni e prevede il sostegno del piano "Scuola Digitale"; Eni sosterra' le azioni del Miur nei confronti del corpo docente, nell'ambito del plurilinguismo, attraverso la predisposizione in forma digitale di contenuti e percorsi di formazione in linea inglese.
(paolo-scaroni.blogspot.com)
L'accordo, si legge in una nota, ha la durata di tre anni e prevede il sostegno del piano "Scuola Digitale"; Eni sosterra' le azioni del Miur nei confronti del corpo docente, nell'ambito del plurilinguismo, attraverso la predisposizione in forma digitale di contenuti e percorsi di formazione in linea inglese.
(paolo-scaroni.blogspot.com)
giovedì 8 luglio 2010
Contro la cancellazione dell’Agenzia Conservatoria delle Coste della Sardegna
Il 1 luglio 2010 la Giunta regionale della Sardegna ha approvato la manovra correttiva della finanziaria che prevede la cancellazione di quattro Agenzie regionali, tra la quali la Conservatoria delle Coste.
La Conservatoria, istituita nel 2007, opera sul territorio costiero sardo, garantendone la salvaguardia del patrimonio naturale e antropico, attraverso azioni di tutela, recupero e gestione integrata.
I progetti in corso riguardano la creazione di un centro sperimentale per il turismo sostenibile sull’isola dell’Asinara unico nel suo genere, la costruzione di un eco-ostello nel Sulcis, basato sul risparmio energetico e sulla sostenibilità ambientale, il recupero del patrimonio storico delle torri costiere, numerosi progetti riguardanti la salvaguardia delle specie marine.
Di pari passo con l’attività progettuale, la Conservatoria ha curato la gestione amministrativa delle aree di conservazione costiera, esercitando importanti funzioni volte alla valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale sardo in ambito costiero.
La Conservatoria, anche grazie all’attivazione di rapporti di collaborazione a livello internazionale, rappresenta oggi un importante punto di riferimento a livello mediterraneo ed europeo.
E’ importante permettere che una realtà di eccellenza come questa continui ad operare su un territorio, come quello sardo, troppe volte oggetto di speculazioni a danno della costa e dei suoi abitanti.
Vi invito ad andare a questo link dove è possibile firmare una petizione contro la cancellazione dell’Agenzia Conservatoria delle Coste della Sardegna.
La Conservatoria, istituita nel 2007, opera sul territorio costiero sardo, garantendone la salvaguardia del patrimonio naturale e antropico, attraverso azioni di tutela, recupero e gestione integrata.
I progetti in corso riguardano la creazione di un centro sperimentale per il turismo sostenibile sull’isola dell’Asinara unico nel suo genere, la costruzione di un eco-ostello nel Sulcis, basato sul risparmio energetico e sulla sostenibilità ambientale, il recupero del patrimonio storico delle torri costiere, numerosi progetti riguardanti la salvaguardia delle specie marine.
Di pari passo con l’attività progettuale, la Conservatoria ha curato la gestione amministrativa delle aree di conservazione costiera, esercitando importanti funzioni volte alla valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale sardo in ambito costiero.
La Conservatoria, anche grazie all’attivazione di rapporti di collaborazione a livello internazionale, rappresenta oggi un importante punto di riferimento a livello mediterraneo ed europeo.
E’ importante permettere che una realtà di eccellenza come questa continui ad operare su un territorio, come quello sardo, troppe volte oggetto di speculazioni a danno della costa e dei suoi abitanti.
Vi invito ad andare a questo link dove è possibile firmare una petizione contro la cancellazione dell’Agenzia Conservatoria delle Coste della Sardegna.
giovedì 1 luglio 2010
Piano anti-crisi: Montepaschi sospende 7700 i mutui
Secondo una nota diffusa dal Gruppo Montepaschi, ammontano a 7700 i mutui attualmente sospesi grazie al piano di sostegno alle famiglie gravate dalla crisi economica.
"Questa la fotografia scattata a fine aprile, nella quale convergono le sospensioni realizzate nell'ambito dell'iniziativa targata Montepaschi Combatti la crisi e gli interventi effettuati all'interno del Piano Famiglie dell'Abi. Il valore complessivo del debito residuo sospeso supera gli 850 milioni di euro. Il Gruppo Montepaschi contribuisce in maniera significativa al bilancio dell'iniziativa dell'Abi dopo i primi mesi di operativita', con 2.805 sospensioni, dal 1 febbraio 2010, sulle oltre 10.000 realizzate dall'insieme degli istituti di credito che hanno risposto positivamente al Piano. Il 27% delle famiglie che hanno deciso di usufruire della moratoria Abi si sono quindi rivolte al Gruppo Montepaschi per superare le difficolta' generate dalla crisi economica. L'adesione al Piano Famiglie ha confermato ulteriormente l'impegno gia' assunto dal Gruppo Montepaschi più di un anno fa con l'iniziativa Combatti la crisi, un pacchetto di misure rivolte proprio alle fasce più deboli della popolazione, spesso in difficolta' con il pagamento di mutui. Dal lancio del pacchetto ad oggi il Gruppo ha realizzato oltre 13.000 interventi di sospensione delle rate dei mutui fino a 12 mesi, senza spese amministrative o notarili".
(da http://crisi-finanziaria.blogspot.com/2010/05/montepaschi-contro-la-crisi-7700-i.html)
"Questa la fotografia scattata a fine aprile, nella quale convergono le sospensioni realizzate nell'ambito dell'iniziativa targata Montepaschi Combatti la crisi e gli interventi effettuati all'interno del Piano Famiglie dell'Abi. Il valore complessivo del debito residuo sospeso supera gli 850 milioni di euro. Il Gruppo Montepaschi contribuisce in maniera significativa al bilancio dell'iniziativa dell'Abi dopo i primi mesi di operativita', con 2.805 sospensioni, dal 1 febbraio 2010, sulle oltre 10.000 realizzate dall'insieme degli istituti di credito che hanno risposto positivamente al Piano. Il 27% delle famiglie che hanno deciso di usufruire della moratoria Abi si sono quindi rivolte al Gruppo Montepaschi per superare le difficolta' generate dalla crisi economica. L'adesione al Piano Famiglie ha confermato ulteriormente l'impegno gia' assunto dal Gruppo Montepaschi più di un anno fa con l'iniziativa Combatti la crisi, un pacchetto di misure rivolte proprio alle fasce più deboli della popolazione, spesso in difficolta' con il pagamento di mutui. Dal lancio del pacchetto ad oggi il Gruppo ha realizzato oltre 13.000 interventi di sospensione delle rate dei mutui fino a 12 mesi, senza spese amministrative o notarili".
(da http://crisi-finanziaria.blogspot.com/2010/05/montepaschi-contro-la-crisi-7700-i.html)
martedì 29 giugno 2010
Paolo Scaroni e Jeffrey Sachs per lo sviluppo sostenibile in Africa
Paolo Scaroni, l'Amministratore Delegato di Eni, e, Jeffrey Sachs, il Direttore dell'Earth Institute della Columbia University, hanno annunciato un'importante partnership relativa a progetti chiave per la promozione dello sviluppo sostenibile in Africa. L'annuncio è stato fatto oggi in occasione del Global Compact Leaders Summit dell'Onu e alla presenza di Georg Kell, Direttore del Global Compact.
La collaborazione rientra nel Corporate Circle dell'Earth Institute, un programma che coinvolge imprese impegnate nello sviluppo sostenibile in iniziative volte al raggiungimento di obiettivi comuni, cui Eni aderisce in qualità di Strategic Partner. e il Direttore dell'Earth Institute della Columbia University, Jeffrey Sachs, hanno annunciato un'importante partnership relativa a progetti chiave per la promozione dello sviluppo sostenibile in Africa. L'annuncio è stato fatto oggi in occasione del Global Compact Leaders Summit dell'Onu e alla presenza di Georg Kell, Direttore del Global Compact.
(da paolo-scaroni.blogspot.com)
La collaborazione rientra nel Corporate Circle dell'Earth Institute, un programma che coinvolge imprese impegnate nello sviluppo sostenibile in iniziative volte al raggiungimento di obiettivi comuni, cui Eni aderisce in qualità di Strategic Partner. e il Direttore dell'Earth Institute della Columbia University, Jeffrey Sachs, hanno annunciato un'importante partnership relativa a progetti chiave per la promozione dello sviluppo sostenibile in Africa. L'annuncio è stato fatto oggi in occasione del Global Compact Leaders Summit dell'Onu e alla presenza di Georg Kell, Direttore del Global Compact.
(da paolo-scaroni.blogspot.com)
venerdì 25 giugno 2010
Cinque condanne a Roma per truffe alle assicurazioni
La banda della truffa alle assicurazioni che attraverso falsi incidenti lucrava premi e rimborsi. I giudici della IX sezione del tribunale di Roma hanno inflitto 7 anni di reclusione all'ex agente liquidatore della Fondiaria Sai, Giacomo Longo e stabilito una pena a 6 anni e 8 mesi per il carrozziere Ivano Muzzi e 6 anni per il perito Mario Caucci. Tutti e tre gli imputati hanno avuto l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Sono 51 le parti offese riconosciute, tra queste anche la Sis Compagnia Assicurazione e la Mediolanum Assicurazioni Spa. Con la sentenza sono state condannate, a 4 anni e 6 mesi ciascuna, le avvocatesse Anna Maria Santoni e Simona Longo. Entrambe hanno avuto 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Alle due aziende truffate sono stati riconosciuti, a titolo di risarcimento 4.280 euro ciascuna, oltre alle spese generali sostenute per la costituzione in giudizio come parte civile. Secondo il capo d'accusa, formulato dal pm Erminio Amelio, all'epoca dei fatti, tra il 2000 e il 2003, l'assegnazione del sinistro all'ispettorato multi compagnie, era gestita manualmente dall'impiegato che imprimeva manualmente alla pratica un determinato numero a secondo dell'ordine di arrivo; ciò rendeva possibile, come in effetti avvenuto, 'incalanamenti' a favore di un pre-determinato liquidatore. E, infatti, in tutti gli oltre 30 sinistri fatti passare per veri ma in realtà mai avvenuti, il liquidatore era sempre Longo. Il quadro del gruppo veniva completato dal perito Caucci, dal carrozziere Muzzi, che era pronto a riciclare i dati anagrafici dei proprietari nonchè le foto delle vetture da lui per una qualche riparazione, ma non per un incidente. I danni erano tutti immaginari, ma sembravano veri. Perché c'erano foto, riscontri del perito e denunce dei proprietari. Lo studio legale compiacente che redigeva lettere di intervento pur non avendo ricevuto alcun incarico dagli ipotetici clienti. Gli avvocati Gaetano Scalise e Stefano Gabbrielli, per le compagnie Mediolanum e Sis, hanno spiegato: "Siamo soddisfatti per la sentenza emessa dai giudici. La repressione del fenomeno delle truffe alle assicurazioni sono da perseguire con forza. E questa storia poi non si sarebbe potuta realizzare se alcuni professionisti, dentro e fuori le compagnie, non si fossero lasciati coinvolgere da chi voleva lucrare in modo illecito".
(da http://assicurazioniebanche.blogspot.com/2010/06/truffe-alle-assicurazioni-cinque.html)
(da http://assicurazioniebanche.blogspot.com/2010/06/truffe-alle-assicurazioni-cinque.html)
giovedì 24 giugno 2010
Legge bavaglio: il 1 luglio manifestazione nazionale
"L’ultimo grido della moda-bavaglio è quello enunciato dal senatore Centaro a Lilli Gruber: il divieto di pubblicare intercettazioni è un favore fatto ai giornalisti, per incitarli a quelle belle inchieste di una volta, rinunciando al «copia e incolla» giudiziario che li avvilisce professionalmente. Insomma, lo fanno per il nostro bene, come dicevano un tempo i genitori maneschi tirando sberle.".
(da L'Unità: "Bavaglio? un favore ai giornali")
E intanto che ci tocca sentire queste cose possiamo iniziare a prepararci alla manifestazione che si terrà il 1° luglio a Roma. Si tratta di una grande mobilitazione per dire no al disegno di legge Alfano, che ostacola il lavoro di magistrati e giornalisti e rende i cittadini meno sicuri e informati.
Un’iniziativa a difesa della Costituzione, per dare voci ai tanti soggetti e temi che rischiano l’oscuramento.
L’appuntamento è per giovedì 1° luglio alle ore 17.00 a piazza Navona.
Il volantino è qui: http://www.nidil.cgil.it/files/20100701_Volantino_LibertaInfo.pdf
(da L'Unità: "Bavaglio? un favore ai giornali")
E intanto che ci tocca sentire queste cose possiamo iniziare a prepararci alla manifestazione che si terrà il 1° luglio a Roma. Si tratta di una grande mobilitazione per dire no al disegno di legge Alfano, che ostacola il lavoro di magistrati e giornalisti e rende i cittadini meno sicuri e informati.
Un’iniziativa a difesa della Costituzione, per dare voci ai tanti soggetti e temi che rischiano l’oscuramento.
L’appuntamento è per giovedì 1° luglio alle ore 17.00 a piazza Navona.
Il volantino è qui: http://www.nidil.cgil.it/files/20100701_Volantino_LibertaInfo.pdf
mercoledì 23 giugno 2010
Controllo della temperatura per i dinosauri, grazie all'analisi dei fossili
Da oggi è possibile il controllo della temperatura di mammut e dinosauri. Grazie all’analisi dei fossili, alcuni ricercatori del California Institute of Technology di Pasadena sono riusciti ad evincere la temperatura corporea dei grandi vertebrati estinti.
Il sistema, chiamato “degli isotopi aggregati” (clumped-isotope) e spiegato su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), si basa sull'analisi della concentrazione di due isotopi rari - carbonio 13 e ossigeno 18 - che si trovano nella bioapatite, il minerale di cui sono formati denti, ossa e gusci d'uovo.
Questi isotopi pesanti tendono ad aggregarsi tra loro a temperature basse, mentre a temperature maggiori hanno una distribuzione più casuale. Partendo da questa constatazione, il gruppo guidato da John Eiler, docente di geologia al Caltech, ha definito la relazione tra concentrazione e aggregazione degli isotopi e temperatura corporea, rendendo possibile un sistema di conversione. Il margine d'errore, secondo i ricercatori, è al massimo di due gradi centigradi.
La prima fase della ricerca si è svolta su mammiferi e rettili viventi, così da confrontare i risultati ottenuti attraverso la nuova tecnica con le temperature corporee misurate tramite gli strumenti tradizionali. Una volta verificata la rispondenza, i ricercatori sono passati ad analizzare reperti di animali estinti, come un dente di mammut, i fossili di un antenato del rinoceronte risalente a 12 milioni di anni fa e quelli di un animale a sangue freddo della famiglia degli alligatori.
Ora gli studiosi del Caltech hanno cominciato ad applicare il metodo a uova e denti di dinosauro, per determinare una volta per tutte se questi animali erano a sangue freddo o a sangue caldo
Questo nuovo tipo di misurazione geochimica ha il vantaggio di rilevare un’informazione indipendente dall’ambiente in cui questi minerali si sono formati, se non per la temperatura. Ma attenzione: il dato indica non la temperatura media del corpo dell’animale, ma quella della testa nel solo istante in cui gli isotopi si sono depositati.
(da www.testonews.it: "Controllo della temperatura per i dinosauri")
Il sistema, chiamato “degli isotopi aggregati” (clumped-isotope) e spiegato su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), si basa sull'analisi della concentrazione di due isotopi rari - carbonio 13 e ossigeno 18 - che si trovano nella bioapatite, il minerale di cui sono formati denti, ossa e gusci d'uovo.
Questi isotopi pesanti tendono ad aggregarsi tra loro a temperature basse, mentre a temperature maggiori hanno una distribuzione più casuale. Partendo da questa constatazione, il gruppo guidato da John Eiler, docente di geologia al Caltech, ha definito la relazione tra concentrazione e aggregazione degli isotopi e temperatura corporea, rendendo possibile un sistema di conversione. Il margine d'errore, secondo i ricercatori, è al massimo di due gradi centigradi.
La prima fase della ricerca si è svolta su mammiferi e rettili viventi, così da confrontare i risultati ottenuti attraverso la nuova tecnica con le temperature corporee misurate tramite gli strumenti tradizionali. Una volta verificata la rispondenza, i ricercatori sono passati ad analizzare reperti di animali estinti, come un dente di mammut, i fossili di un antenato del rinoceronte risalente a 12 milioni di anni fa e quelli di un animale a sangue freddo della famiglia degli alligatori.
Ora gli studiosi del Caltech hanno cominciato ad applicare il metodo a uova e denti di dinosauro, per determinare una volta per tutte se questi animali erano a sangue freddo o a sangue caldo
Questo nuovo tipo di misurazione geochimica ha il vantaggio di rilevare un’informazione indipendente dall’ambiente in cui questi minerali si sono formati, se non per la temperatura. Ma attenzione: il dato indica non la temperatura media del corpo dell’animale, ma quella della testa nel solo istante in cui gli isotopi si sono depositati.
(da www.testonews.it: "Controllo della temperatura per i dinosauri")
giovedì 17 giugno 2010
Isola dei cassintegrati. Le 5 risposte di Eni
Eni ha creato il sito web isoladeicassintegrati.eni.com per fare chiarezza sulla difficile situazione dei lavoratori cassintegrati della Vinyls, che stanno protestando per la propria difficile situazione sull'Asinara, con una iniziativa a cui hanno dato il nome "L'isola dei cassintegrati", parafrasando il noto programma tv.
(Se non conoscente la vicenda dell'Isola dei cassintegrati, di cui i media hanno parlato molto, potete leggervi un po' di rassegna stampa qui: "Tutte le notizie su: isola dei cassintegrati").
"La ricerca di una soluzione stabile a questa grave situazione - scrive l'Eni - non può prescindere dalla conoscenza dei fatti che l’hanno generata e di quanto accaduto nei mesi scorsi". Ed è per questo che sul sito viene data risposta alle 5 domande apparse sulle pagine del gruppo Facebook "L'isola dei cassintegrati".
Da queste risposte si chiariscono molti aspetti della videnda di Vinyls e dell'isola dei cassintegrati.
1) Eni non ha avuto alcun ruolo nella cessione di Vinyls all'imprenditore veneto Sartor , che ha rilevato la società dalla casa madre inglese. Vinyls è una società del tutto distinta da Eni.
2) Nell’ottobre 2009 è stato sottoscritto, dai sindacati nazionali e territoriali e con il consenso del Ministero dello Sviluppo Economico, un accordo in virtù del quale Eni, mediante la controllata Polimeri Europa SpA, investirà circa 100 milioni di euro. L’accordo prevede, inoltre, un lavoro sinergico con le istituzioni locali (Comuni, Provincia e Regione Sardegna) per la realizzazione dei progetti di bonifica – per i quali Eni investirà oltre 500 milioni di euro – e di altri progetti che saranno condivisi con gli stakeholders locali per consolidare la presenza di Eni a Porto Torres e salvaguardare l’occupazione.
3) Uno dei tre commissari nominati dal governo era stato ingaggiato a fine anno 2008, prima da Ineos e poi dal gruppo Sartor, in qualità di consulente legale e un altro dei tre Commissari era un dirigente di Ineos, società responsabile della chiusura dei siti produttivi di PVC Porto Torres e Porto Marghera. Eni però non ha nessun ruolo in queste questioni. In base alla legge, i Commissari sono nominati dal Tribunale in conformità alle indicazioni del Ministero dello Sviluppo Economico.
4) Eni ha sempre rispettato gli accordi di programma sulla chimica in Sardegna e in Veneto che impegnavano Governo, regioni Sardegna e Veneto, Eni ed Ineos con ingenti investimenti. Con la chiusura e cessione di Vinyls da parte della casa madre inglese - tuttora leader europeo nella produzione di PVC - e la successiva fase di Amministrazione Straordinaria, è venuto però a mancare un soggetto essenziale tra i firmatari di tali accordi.
5) Da quando sono stati chiusi gli impianti di produzione italiani non risultano variazioni nel prezzo del PVC e in ognic aso l'andamento dei prezzi del PVC dipende da una serie di fattori non legati alla presenza o meno di una produzione nazionale, come il costo materie prime, l'andamento della domanda o il cambio euro/dollaro.
Per informazioni più approfondite: "Le risposte alle 5 domande apparse sulle pagine del gruppo Facebook L'isola dei cassintegrati"
(Se non conoscente la vicenda dell'Isola dei cassintegrati, di cui i media hanno parlato molto, potete leggervi un po' di rassegna stampa qui: "Tutte le notizie su: isola dei cassintegrati").
"La ricerca di una soluzione stabile a questa grave situazione - scrive l'Eni - non può prescindere dalla conoscenza dei fatti che l’hanno generata e di quanto accaduto nei mesi scorsi". Ed è per questo che sul sito viene data risposta alle 5 domande apparse sulle pagine del gruppo Facebook "L'isola dei cassintegrati".
Da queste risposte si chiariscono molti aspetti della videnda di Vinyls e dell'isola dei cassintegrati.
1) Eni non ha avuto alcun ruolo nella cessione di Vinyls all'imprenditore veneto Sartor , che ha rilevato la società dalla casa madre inglese. Vinyls è una società del tutto distinta da Eni.
2) Nell’ottobre 2009 è stato sottoscritto, dai sindacati nazionali e territoriali e con il consenso del Ministero dello Sviluppo Economico, un accordo in virtù del quale Eni, mediante la controllata Polimeri Europa SpA, investirà circa 100 milioni di euro. L’accordo prevede, inoltre, un lavoro sinergico con le istituzioni locali (Comuni, Provincia e Regione Sardegna) per la realizzazione dei progetti di bonifica – per i quali Eni investirà oltre 500 milioni di euro – e di altri progetti che saranno condivisi con gli stakeholders locali per consolidare la presenza di Eni a Porto Torres e salvaguardare l’occupazione.
3) Uno dei tre commissari nominati dal governo era stato ingaggiato a fine anno 2008, prima da Ineos e poi dal gruppo Sartor, in qualità di consulente legale e un altro dei tre Commissari era un dirigente di Ineos, società responsabile della chiusura dei siti produttivi di PVC Porto Torres e Porto Marghera. Eni però non ha nessun ruolo in queste questioni. In base alla legge, i Commissari sono nominati dal Tribunale in conformità alle indicazioni del Ministero dello Sviluppo Economico.
4) Eni ha sempre rispettato gli accordi di programma sulla chimica in Sardegna e in Veneto che impegnavano Governo, regioni Sardegna e Veneto, Eni ed Ineos con ingenti investimenti. Con la chiusura e cessione di Vinyls da parte della casa madre inglese - tuttora leader europeo nella produzione di PVC - e la successiva fase di Amministrazione Straordinaria, è venuto però a mancare un soggetto essenziale tra i firmatari di tali accordi.
5) Da quando sono stati chiusi gli impianti di produzione italiani non risultano variazioni nel prezzo del PVC e in ognic aso l'andamento dei prezzi del PVC dipende da una serie di fattori non legati alla presenza o meno di una produzione nazionale, come il costo materie prime, l'andamento della domanda o il cambio euro/dollaro.
Per informazioni più approfondite: "Le risposte alle 5 domande apparse sulle pagine del gruppo Facebook L'isola dei cassintegrati"
martedì 15 giugno 2010
Da gennaio chiuse in Italia 180 mila imprese
La crisi economica continua a colpire il sistema imprenditoriale italiano.
Tra gennaio e aprile in Italia hanno cessato la loro attività 177.556 imprese, con un saldo tra avviate e chiuse negativo di oltre 14 mila imprese. La variazione annua delle imprese attive, inoltre, registra una flessione dello 0,4%.
Questo è quanto emerge da un'indagine realizzata dall'ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza. Tiene la Lombardia e sono positive Monza e la Brianza, che registrano un saldo tra iscritte e cessate positivo rispettivamente di 1.140 e 191 imprese, con una variazione annuale delle imprese attive di -0,1% e +0,7%.
(da crisi-finanziaria.blogspot.com: "Nel primo quadrimestre 2010 chiuse in Italia quasi 180 mila imprese")
Tra gennaio e aprile in Italia hanno cessato la loro attività 177.556 imprese, con un saldo tra avviate e chiuse negativo di oltre 14 mila imprese. La variazione annua delle imprese attive, inoltre, registra una flessione dello 0,4%.
Questo è quanto emerge da un'indagine realizzata dall'ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza. Tiene la Lombardia e sono positive Monza e la Brianza, che registrano un saldo tra iscritte e cessate positivo rispettivamente di 1.140 e 191 imprese, con una variazione annuale delle imprese attive di -0,1% e +0,7%.
(da crisi-finanziaria.blogspot.com: "Nel primo quadrimestre 2010 chiuse in Italia quasi 180 mila imprese")
venerdì 11 giugno 2010
Zapatero: tassa sui redditi più elevati
Il premier socialista spagnolo Zapatero prepara una nuova tassa sui redditi più alti. Il premier spagnolo potrebbe decidere di varare la nuova misura nel giro di due settimane ed entrerebbe in vigore entro la fine dell’anno. Lo afferma la radio Cadenaser, vicina al partito socialista. Secondo l’emittente, la nuova tassa interesserà tutti i contribuenti che, fra proprietà, azioni, redditi e depositi, dichiarano redditi annuali superiori al milione di euro.
Per l’edizione online di El Pais, l’introduzione della nuova imposta sarebbe un gesto di apertura di Zapatero verso le sinistre e i sindacati, dopo che la settimana scorsa il premier – sotto pressione dei partner Ue e dei mercati – ha annunciato un ulteriore giro di vite per accelerare la riduzione del deficit pubblico nel biennio 2010-2011. Le nuove misure, che il consiglio dei ministri deve approvare formalmente questa sera, prevedono fra l’altro una riduzione media del 5% degli stipendi dei funzionari e il congelamento delle pensioni. Saranno introdotti tagli alla spesa sociale e agli investimenti pubblici, che complessivamente devono permettere alla Spagna di risparmiare altri 15 miliardi di euro.
All’inizio dell’anno Zapatero aveva già annunciato tagli alla spesa pubblica per 50 miliardi in tre anni e l’aumento dell’Iva a luglio. L’obiettivo del governo di Madrid è riportare il deficit pubblico, che è arrivato all’11,2% a fine 2009, sotto il 3% imposto da Bruxelles entro il 2013.
(da crisi-finanziaria.blogspot.com: "Crisi economica? Zapatero tassa i redditi più elevati")
Per l’edizione online di El Pais, l’introduzione della nuova imposta sarebbe un gesto di apertura di Zapatero verso le sinistre e i sindacati, dopo che la settimana scorsa il premier – sotto pressione dei partner Ue e dei mercati – ha annunciato un ulteriore giro di vite per accelerare la riduzione del deficit pubblico nel biennio 2010-2011. Le nuove misure, che il consiglio dei ministri deve approvare formalmente questa sera, prevedono fra l’altro una riduzione media del 5% degli stipendi dei funzionari e il congelamento delle pensioni. Saranno introdotti tagli alla spesa sociale e agli investimenti pubblici, che complessivamente devono permettere alla Spagna di risparmiare altri 15 miliardi di euro.
All’inizio dell’anno Zapatero aveva già annunciato tagli alla spesa pubblica per 50 miliardi in tre anni e l’aumento dell’Iva a luglio. L’obiettivo del governo di Madrid è riportare il deficit pubblico, che è arrivato all’11,2% a fine 2009, sotto il 3% imposto da Bruxelles entro il 2013.
(da crisi-finanziaria.blogspot.com: "Crisi economica? Zapatero tassa i redditi più elevati")
mercoledì 9 giugno 2010
Michele Santoro: si rendano pubblici gli stipendi Rai
“A chi e’ appassionato soltanto dei miei guadagni e non di quelli di altri della Rai, dico che e’ giusto che le retribuzioni vengano rese pubbliche e messe in rete”. Lo ha detto Michele Santoro [...] riferendosi cosi’ alle notizie circolate nelle scorse settimane sui contenuti di un possibile accordo tra lui e l’azienda. “I nostri stipendi non sono tutelati dalla privacy, e’ una balla quando vi dicono che non possono essere svelati i compensi, sono invece di interesse pubblico come ha detto anche il garante della privacy, e chiedo a Garimberti, e lo ricordo al ministro Brunetta, di renderli pubblici e cosi’ ne vedremo di belle”. Santoro ha anche detto: “io soldi della Rai non ne ho mai presi se non in una giusta proporzione, e in verita’ neanche tanta, rispetto ai soldi che io e il mio gruppo di lavoro abbiamo portato nelle casse di questa azienda. Ho lasciato Mediaset dove avevo un contratto a tempo indeterminato e dove guadagnavo piu’ del doppio che in Rai, ebbene da 11 anni a questa parte sono rimasto fermo nei compensi”. Infine, “il merito va premiato, va pagato”. (AGI)
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